Sayfadaki görseller
PDF
ePub

nisse conferito a lui con gli altri Apostoli insieme E qualunque cosa avrai legata sopra la terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche nei cieli-; e da ultimo è risaputo com'egli solo avrebbe il potere di confermare i fratelli, non potendo venir meno la sua fede-Simone, Simone, ecco che Satana va in cerca di voi per vagliarvi come si fa del grano; ma io ho pregato per te, affinchè la tua fede non venga meno, e tu una volta ravveduto conferma i tuoi fratelli. In questi passi scritturali ognun vede di che fatta potere venga conferito a Pietro da Gesù Cristo Signor Nostro; un potere cioè che ha a base il dover essere la pietra ed il fondamento della Chiesa, immobile nel suo luogo, vestito di facoltà a sciogliere e legare tutto in cielo ed in terra; ed un potere cui soltanto è commessa la cura di tutto il gregge: un potere sì fatto di sua natura è supremo, e s'estende a tutto il gregge del pari che alle singole pecorelle, a tutta collettivamente la Chiesa, come ai singoli suoi membri distributivamente. Investigatene, di grazia, la natura, e si vede chiaro che non può esser limitato da potere veruno, essendo istituito appunto a fin di regolare ogni potere. Quì ben vi ricorda quel della Scrittura-Unum ovile, et unus Pastor-; sono i Vescovi Pastori o pecorelle nella Chiesa di Dio? Pastori non sono di certo relativamente a Pietro, unus Pastor, dunque son pecorelle; e di queste dov'è il Pastore? Se Pietro, cioè il Papa, non si ammettesse come il Pastore universale, cioè il Vescovo degli stessi Vescovi, sarebbero pecore nella Chiesa senza il Pastore, ed andrebbe in fumo la parola di Dio: Unum ovile, et unus Pastor (1). E dov'è più il Regno con un solo Sovrano,

(1) La maggior parte degli scrittori pongono sol nel Papa la sede del Supremo potere a segno, che lo stesso voglia dir Papa quanto Chiesa, ed e converso lo stesso voglia dir Chiesa quanto Papa, cioè a dire vanno

l'esercito con un solo Generale, la famiglia con un sol capo, così come le mille volte nelle sacre carte si addimanda la Chiesa di Dio? Viceversa vi sarebbono e mille Pastori, e mille Generali, e mille Sovrani, e mille capi: ove più sarebbe l'unità della Cattolica Chiesa? con quale verità avrebbono potuto dirci i Padri che siavi un Pastore di tutti i Pastori, che siavi un Vescovo di tutti i fedeli e di tutti i Vescovi insieme? Posto dunque, come fondamento, il Primato di giurisdizione nel Papa, vien da per sè, come conseguente, il diritto di giudicatura in Roma, ch'è il luogo ov' egli risiede. L'esercizio di questo diritto si vede nel mondo ovunque là si trovi un potere supremo col diritto a far leggi; chi ha il diritto a far la legge, ha il diritto in quel medesimo ad elevare Tribunale che applichi ai fatti le leggi ch' egli abbia già emanate questo è un diritto indubitato. Lo scopo di ogni Autorità Suprema in ogni società è la riunione o consinonime queste due voci fra loro: questo è detto Sistema Papale. V' ha di coloro che, vaneggiando, ripongono nel corpo Episcopale la sede d'ogni potere, ma non è qui il luogo ad esporre tritamente i loro falsi argomenti, e le sode ragioni a fin di confutarli. Da ultimo è di quelli che, immagi nando tener la via del mezzo, pongono nel Corpo Episcopale la sede di ogni potere a segno, che il Papa stia relativamente ad esso, qual Capo relativamente ai suoi Membri, e stia sempre non che rispetto a ciascun Membro, a tutto il Corpo insieme, l'unico Capo e l'Autorità Suprema. Gli acerrimi sostenitori di quest' ultimo sistema si argomentano a tutta Jena per distinguere nel Papa i suoi diritti sostanziali, quelli cioè che emergono per diretto e necessariamente dall'idea e fine del Primato, ed i diritti accidentali, quelli che, al dire di essi, non poggiano su altro fondamento che alla storica autorità del possesso. Di che pretenderebbero inferirne come questi diritti accidentali possano ritogliersi, come cosa delegata, quando che sia. Ma, qualichesiano i diritti del Papa, questi, più o manco, vanno sempre connessi con i bisogni della Chiesa, con quelli dell'ecclesiastica disciplina, e quindi con l'idea e fine dell' istesso Primato: e quei diritti oggi sembrano men necessart, domani non possono divenir di squisita necessità, e sostanziali perciò al fine dell'istesso Primato? Non è ridicolo rispondere com'oggi siano accidentali, e perciò delegati dal Corpo Episcopale, domani divengano sostanziali, e quindi non più delegati dal medesimo Corpo? Il Perrone nel trattato sul Primato parla stesamente di cosiffatta distinzione di diritti accidentali e sostanziali: là si rinviene una stesa confutazione di cotest' errore.

cordia delle volontà associate all'oggetto d' ottenersi lo scopo del viver comune. Un elemento sorge continuo di discioglimento che viene dalla natura istessa delle cose; certamente diritti e doveri formano la base della società, e questi non potendosi comprendere egualmente dai socî tutti, seguita un contrasto di volontà, anche in buona fede, credendo alcuno, in contradizione di altri, come un qualche diritto gli si appartenga. L'autorità che ha il debito a riunire le volontà, deve chiarire nei casi singoli di siffatti contrasti i diritti ed i doveri, e chiarirli a segno, che ciascuno non esca fuori dei limiti ch'ella addita: questo è il potere che si addimanda giudiziario, e si appartiene, come si vede, essenzialmente al potere sovrano. Ora questo è il diritto nel Papa degli ultimi appelli; se è in lui un potere sovrano su tutta la Chiesa, c'è il diritto a giudicare, e questo di essenza, non già per consuetudine, come erratamente vogliono alcuni.-Il senso e la pratica di tutto il mondo insegna, dice Bolgeni, che il diritto di legislazione comprende anche il diritto di giudicare e decider le liti, che nascono pur troppo spesso circa gl' interessi fra gl' individui, e circa l'osservanza o l'infrazione delle leggi. Non si può dubitare che tal diritto non appartenga, siccome al sommo principato secolare, così al primato universale della Chiesa E Natale Alessandro ci dimostra il diritto a vista del sillogismo seguente Chi è per diritto divino il primo di tutti i Vescovi, ed a tutti soprastante per giurisdizione, capo della Chiesa e Vicario di Cristo, è anche supremo Giudice nella Chiesa; il Primato fa che il Papa sia il primo di tutti i Vescovi, ed a tutti soprastante per giurisdizione, capo della Chiesa, e Vicario di Cristo; dunque ec...

[ocr errors]

E Benedetto XIV nel suo libro col titolo la Sinodo Diocesana prova siffattamente il diritto divino Il Primato per istituzione di Cristo conceduto a S. Pietro, e passato

ai suoi successori fa che il Papa sia supremo Giudice nella Chiesa; ora è di naturale equità che dalla sentenza dell' inferiore si possa appellare al tribunale superiore nè certamente per altra ragione hanno i Principi il diritto di ricevere le appellazioni di tutti i loro sudditi, se non perchè il loro tribunale è il supremo, al quale però il gius naturale vuole, che i sudditi se dai tribunali inferiori siano gravati, possono appellare; dunque ec... (1). Non è dunque lucido e chiaro il diritto delle appellazioni all' Apostolica Sede e questo di giure divino (2)?

Il Papa è nella Chiesa il centro di unità: il potere supremo in lui fa che tutti i fedeli siano uniti alla me

=

(1) Quid enim aliud est, dice un dotto scrittore, ius appellandi quam. ius provocandi ad Iudicem superiorem, velut ex ipso iure naturae fluens, in quantum nempe sapit speciem necessariae defensionis, cum in finem, ut appellanti fiat iustitia, in qua se per ludicem inferiorem locum esse quaeritur. Si ergo Pontifex vi Primatus vices legitimi Iudicis sustinet, quo ausu ipsi admissionem vel exactionem appellationum abnegare sustinemus? (2) Giuseppe Orsi riferisce gli argomenti di Natale Alessandro nella forma seguente Hoc ipso, inquit, quod Romanus Pontifex est iure divino omnium Episcoporum primus, et ceteris iurisdictione superior, Ecclesiae Caput, Vicarius Christi; consequens est, ut ad ipsum Episcopi cum iniuriam patiuntur, appellare possint. Ipsa enim iuris naturalis aequitas ab inferiorum Iudicum sententiis ad supremum Iudicem appellari posse, dictat et persuadet. Quum itaque Romanus Pontifex ratione sui primatus sit superior Episcopis omnibus divisim sumptis, et Conciliis etiam Provincialibus ac Nationalibus, ad ipsum appellare posse Episcopos, Metropolitanorum, Primatuum, Patriarcharum, aut Conciliorum, sive Provincialium, sive Nationalium, sive Patriarchalium iudicis depositos, necessario sequitur, ac proinde ius appellationum Episcopalium ad Romanam Sedem Pontificii primatus est appendix. Praeterea, Romanus Pontifex ratione primatus tenetur invigilare executioni Canonum, eorumque observantiam urgere ac promovere: quo munere fungi non potest, nisi ipsorum infractores plectere possit. Si igitur violati fuerint Canones in Episcoporum depositione, ipsi ad Romanum Pontificem provocare possunt, ut in irritum mittat sententiam iniquiorem, ut eorum qui iniuriam passi sunt, iura resarciat, ut eos qui contra Canones peccarunt, inflictis etiam poenis canonicis, ad eorumdem compellat observantiam et executionem. Ius itaque suscipiendi appellationes Episcoporum deiectorum et eas iudicandi, Romano Pontifici conveniens, appendix est primatus Sancto Petro et eius Successoribus a Christo collati.

desimezza dei principî, ed il Primato, dice il Bossuet, è riposto in questo segnatamente, cioè che le chiese tutle serbino l'unità con la Chiesa Romana; questo Primato è il principio, unde unitas sacerdotalis exorta est, come dice S. Cipriano, ed è la fonte, unde unitatis originem (Deus) instituit, come dice lo stesso Santo Dottore (1). Il Primato tiene ad iscopo il mantener l'unità nella Chiesa, così come nelle altre società è desso un officio d'ogni potere supremo; per l'unità si mantiene la Chiesa, e l'unità istessa mantiensi per mezzo dell' istesso Primato; è cotesto il linguaggio dei Padri e Dottori di Santa Chiesa. E quest'unità, che vuolsi raggiungere col Primato, è di doppia natura, cioè unità visibile di fede sotto la medesimezza delle leggi dichiarative, cioè dommatiche, ed unità visibile di pratiche sotto le medesime leggi di disciplina; quelli che sgraziatamente si separano dalle prime

(1) E cotesto il linguaggio dei Padri della Chiesa - S. Cipriano Lib. de Unit. Eccl. Ut unitatem manifestaret, unam cathedram constituit, et unitatis eiusdem originem ab uno incipientem sua auctoritate disposuit.Optato Milevitano Lib. 11. cont. Parmenian. In qua una cathedra unitas ab omnibus servaretur, ne ceteri Apostoli singulas unusquisque defenderent, ut iam schismaticus, et peccator esset, qui contra singularem cathedram alteram constitueret.-S. Girolamo cont. Jovin. Inter duodecim unus eligitur, ut capite constituto, schismatis tollatur occasio.

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

L'unità della dottrina e della vita non può aversi senza l'unità dell'Episcopato, e l'unità dell' episcopato non è possibile, se non vi sia l'Autorità Suprema, cui faccian capo e siano sudditi i Vescovi tutti. Ecco il linguaggio dei Padri. S. Cipriano nell' Epistola LXX- Ecclesia una a Christo Domino supra Petrum origine unitatis et ratione fundata. Optat. Milev. (c. a. 350) adv. Parmen. VII. 5. Bono unitatis Beatus Petrus....et praeferri Apostolis omnibus meruit, et claves regni coelorum communicandas caeteris solus accepit. S. Cipriano nella Epistola LVPost ista adhuc insuper pseudo-episcopo sibi ab haereticis constituto navigare audent, et ad Petri cathedram atque ad ecclesiam principalem, unde unitas sacerdotalis exorta est, a schismaticis et profanis litteras ferre, nec cogitare eos esse Romanos quorum fides Apostolo praedicante laudata est, ad quos perfidia habere non possit accessum.- Optat. Milev. (c. a. 350) Parmen. c. 2. Igitur negare non potes, scire te in urbe Roma Petro primo cathedram episcopalem esse collatam, in qua sederit omnium Aposiclorum caput Petrus. Così gli altri ancora.

[ocr errors]
« ÖncekiDevam »