Sayfadaki görseller
PDF
ePub

di colore sanguigno e rubicondo, di pelo rosso che tira al biondo, e si diletta molto dei costumi e piaceri del padre, mostrando di seguirlo volentieri in ogni luogo più assai che non il Delfino: dal che forse si vede il padre amarlo assai: ma lo tiene anco in briglia perchè per la fierezza sua facea delle cose stravaganti, come andar la notte con arme, e simili, per le quali cose S. M. lo tiene ripreso. Mostra di esser amato universalmente da ciascuno, talchè la serenissima regina di Navarra di lui mi disse, non aver mai veduto più gran principe di coraggio e seguito, e che dimostri di esser per divenire sempre maggiore. Mostra di fare grandissimo conto degl' Italiani, con chiamarli a sè, se ben non li conosce, e far loro accoglienze cortesi (1).

Ha sua maestà la figliuola madama Margherita, nata fra l'uno e l'altro di questi figliuoli, di modo che può avere da 20 in 21 anno, la quale è più presto simile al Delfino che a mons. d' Orleans, ma ben certo molto umana e cortese e di gentilissimi costumi. Tiene ancor lei stanza e tavola separata. È di animo molto alto, e pare che vorrebbe per marito o Cesare o nulla; perchè di quello che si può credere gli sia preparato, qual' è mons. di Vandomo, si sarebber fatte le nozze già qualche mese, se non fosse ch'ella non si vuol affrettare, benchè ne sia sollecitata com' io so (2).

La sereniss. Delfina (3) si può dire benissimo complessionata, ma che si possa chiamare quanto alle qualità del corpo donna da figliuoli, non solo non ne ha ancora, ma dubito che non sia per averne, se ben non manca di pigliare per bocca tutte quelle medicine che possono esserle di giovamento alla generazione, dal che porta certo gran pericolo d'infermarsi peggio (4). È amata e accarezzata dal Delfino suo marito al maggior seguo; l'ama sua maestà ancora, è così ugualmente amata da tutta la corte e da tutti i po

ed

(1) Pei disegni che Francesco aveva per conto di lui sul ducato di Milano. Veggasi a pag. 241 del Tomo I di questa Serie la nota 2.

(2) Andette poi sposa nel 1559 a Emanuel Filiberto di Savoja.
(3) Caterina de' Medici.

(4) Questa volta l'oratore non fu buon profeta, siccome è noto.

poli, che credo non si troveria persona che non si lasciasse cavare del sangue per fargli avere un figlio.

Ha la sereniss. regina di Navarra, sorella di sua maestà cristianissima, 50 anni. È di complessione delicata, di sorte ch'ella non promette molto lunga vita; pure per essere molto moderata nel viver suo, e di animo assai composto, potrebbe vivere assai. Questa credo sia la più savia, non dico delle donne di Francia, ma forse anco degli uomini, e non dubitando che Vostra Serenità non lo abbia largamente inteso, non mi vi estenderò; ma bene le affermo che in interessi di stato non credo che si trovino migliori discorsi de' suoi, e nella dottrina cristiana è persona così bene intelligente e dotta, che io credo che pochi ne sappiano parlar meglio; e sopra ogni altra cosa posso affermare, essere molto affezionata a questo Dominio per le molte e amplissime offerte che per esso in ogni tempo mi ha fatto, e molto innanzi che occorressero i presenti successi.

Vi è poi mons. illustriss. di Vandomo, che per il sangue è il primo successore alla corona dopo i due sereniss. figli. Questo fu figliuolo di quel mons. di Vandomo che fu in questa città tanto onorato col bucintoro ed accarezzato, quando sua maestà cristianissima, dopo la vittoria di Marignano, venne a Bologna; e tiene ancora gran conto di quell' onore mons. il cardinal di Borbone suo fratello, che in minoribus era seco. Questo mons. di Vandomo è di 25 anni in 26, di bella abitudine di corpo, non molto grande, ma ben disposto, biondo e rosso, di gentil costume, e modesto quanto in principe alcuno desiderar si possa: si mostra saggio e pesato assai, umanissimo, ma grave con ciascuno, e ragiona di cose serie; e certo che di lui si può promettere ogni desiderato atto di gran principe. Ha la carica delle frontiere della Piccardia perchè in quelle parti ha il suo stato; e benchè sia giovine, ha governato quasi sempre lui con somma lode, ed ha quattro fratelli oltra lui.

Dirò ora, Sereniss. Principe, EE. SS., qualche cosa dell'animo di sua maestà cristianissima verso quei principi del mondo che più gli toccano, e poi discorrerò qualche cosa

circa la presente guerra. E principierò dai minori, come dal re di Portogallo (1), verso il quale sua maestà cristianissima, per la benigna ed amorevole di lui natura, credo che sia di buona inclinazione. È vero che ha seco differenze in due cose: una è circa le spezierie che sua maestà cristianissima non vorrebbe lasciar passare per i porti suoi in Anversa, per far dar maggior ricapito alle sue ch' essa fa condurre d'Alessandria e d'altrove, come ne ho scritto con alcune mie alla S. V.; e questa difficoltà pare che ancora non sia risoluta, nella quale non manca di continuo travagliare l'oratore di quella maestà, ch'è persona molto onorata e discreta. L'altra cosa, in che si può dire esser qualche difficoltà, è che S. M. cristianiss. ha molto instato per aver da quel re la figliuola che fu di suo padre e della presente regina di Francia, la quale ba così grossa dote (2); ma per la verità gli è stata data poca orecchia, se bene vi mandò il vescovo di........, persona qualificata, per ambasciatore espresso per questo affare, e con lettere molto efficaci della sereniss. regina sua madre. I contrari par che siano stati, prima l'imperatore, poichè quel re s'è lasciato intendere assai largamente di non poter disponer senza il consenso di esso; poi che non vogliano, lasciar uscir per quella figliuola quel tanto oro dal regno, ma la vogliano dare a un gran principe di quello, che è ricchissimo; e finalmente, come şi crede, che sia stata ben avvisata del vivere delle gran dame di Francia; talmente che al partir mio dalla corte era ritornato il detto ambasciatore senza avere potuto operar cosa alcuna.

Verso il re d'Inghilterra (3), si può stimare S. M. cristianiss. di buon animo e volentieri starsi in pace seco; che sebbene solevano già i francesi temer gl'inglesi, ora possono star assai più sicuri per le molte fortificazioni fatte da S. M. cristianiss. a quelle frontiere; nè ha mancato da lei, per quanto

(1) Giovanni III.

(2) Maria di Portogallo, nata dal grande Emanuele e da Eleonora d'Austria sorella di Carlo V, la quale rimasta vedova nel 1521, sposò nel 1526 Francesco I di Francia. Di lei, della sua dote, e del come morisse nubile è discorso nel Tomo I di questa serie a pag. 182, 183.

(3) Enrico VIII.

ho inteso, di volersi restringere seco lui avendogli fatto richiedere la sua figliuola per il duca d' Orleans. Ma due cose hanno impedito tal effetto; l'una, che S. M. cristianissima voleva che le fosse rimessa una grossa somma di danaro di cui va debitrice per conto delle pensioni che paga a quel re di.... franchi all'anno, e d' un' altra certa quantità che gli deve del danaro che esso re le prestò al suo uscir di prigione; l'altra, che concluse le nozze, quel re si dichiarasse inimico dell' imperatore e aiutasse Francia a fargli la guerra. Dal che successe che dopo essa trattazione, il re d'Inghilterra fece rispondere a S. M. cristianissima che lui era suo buon amico, e così voleva perseverare, pensando che essa farebbe verso di lui il medesimo, ed essere già tanta congiunzione fra loro, che non era bisogno di maggior strettezza, assicurandola che non le sarebbe mai contro; e così stanno in pace e quiete grandissima fra loro.

Verso la santità del pontefice (1) non credo si possa dubitare che S. M. cristianiss. e dependenti suoi e tutta la Francia sia per esser mai altro che riverente e ossequiosa, mantenendosi massime sua santità neutrale come fin ora ba dimostrato; che se si scoprisse parziale, non sarebbe così, come può argomentarsi per le gagliarde parole che sono state usate dai grandi della corte in qualche proposito, come quando si è dubitato che sua santità fosse per tener con Cesare in queste trattazioni; e veramente dubitavasi alquanto di scandalo quando sua santità tenesse con S. M. cristianiss. altra forma da quella che tiene.

Verso il signor Turco (2) Vostra Serenità meglio di me può sapere il tutto, ritrovandosi degli avvisi che non ho potuto aver io; e non solo non ho potuto aver notizia degli importantissimi, ma nè anco dei lievi negozi con fondamento, per la gran segretezza che di continuo ha fatto e fa osservare la maestà sua; che per bene ottenerla fa stare gli oratori lontani da sè più che può, assicurando io la Serenità Vostra che qualche volta abbiamo fatto conto tutti insieme

(1) Paolo III.

(2) Solimano il Magnifico.

di esserci trovati lontano da sua maestà quanto è da qui a Milano; e questo ne occorse all' arrivo della nuova della morte del Fregoso e Rincone (1), essendo noi tutti a Broagio e il re nel Limosino; e da Pasqua in qua siamo stati lontani l'uno dall' altro otto e dieci leghe, chi innanzi chi dietro la corte, che non solo da quelli di casa non potevamo intendere alcuna cosa, ma nè manco l'un dall'altro di noi; che quando eravamo insieme l'un coll' altro ci aiutavamo al sottraer (2). Ma di esso signor Turco mi disse S. M. cristianiss. il dì del Corpus Domini, com'io scrissi alla Serenità Vostra, ch'egli ringraziava Dio che per i suoi avvisi, più freschi assai dei miei, era certificata che non uscirebbe con armata di mare se non con 40 o 50 galere per guardia delle sue marine, e da terra un solo sangiacco con 15 o 20 mila cavalli per l'Ungheria; che però di questo esercito di terra dubitava che sarebbe maggiore, quand'esso signor Turco intendesse le provvigioni d'Alemagna; sicchè ringraziava Dio che se fosse per fare alcuna cosa coll'imperatore (volendo inferire di guerra) sarebbe tra ambedue loro soli, e non con quella compagnia che gli era tanto rimproverata. Con tutto ciò al mio partire dalla corte si cominciò a dire che l' armata del signor Turco cominciava ad apparire nel mare di Lione; dal che venne il discorso che avessimo dalla regina di Navarra, che per l'ultime scrivessimo alla Serenità Vostra; e mi fu affermato da persona intelligente che con questo fondamento si anderebbe a fare la guerra in Spagna per l'aiuto che si avrebbe da tale armata; e nel mio essere a Lione s'affermava quasi per certo ch'essa sarebbe d'ora in ora in vista di Marsiglia per congiungersi con quella della maestà sua, quale intesi essere di 15 galere, due galeotte, ed altri legni alla somma di 24; e per questo effetto credetti che fossero fatti tanti biscotti quanti scrissi alla Serenità Vostra, intendendo che se ne facevano tra la Provenza e la Guascogna quintali centomila.

(1) Due inviati che Francesco I mandava secretamente al Sultano, fatti uccidere proditoriamente dal marchese del Vasto in Lombardia nel 1541; che fu pretesto a quel re di ricominciare la guerra nell'anno appresso.

(2) Cioè a indagare qualche notizia.

« ÖncekiDevam »