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parte si pensi all'ampiezza della materia da svolgersi, e per l'altra alla stragrande varietà degli argomenti. A chiarirvi di questo non ho che a citarvi la insufficienza dei compendi che corrono per le mani dei giovani; i quali o considerano la storia per teorie troppo generali e pellegrine, superiori alla intelligenza loro; o siriducono a ignudi cataloghi di nomi e di opere, e sono un peso pericoloso di erudizione indigesta. La teoria e le speculazioni generali senza il sussidio dei fatti, oltre il vizio dell'oscurità, non offrono ai giovani allettamento; le indagini archeologiche ed erudite senza le dottrine generali che se ne possono ricavare, riescono studi vuoti ed infruttiferi. Non è poi mestieri che io vi aggiunga, come, trattandosi d'un libro scolastico, tanto le une quanto le altre non possano essere mai se non molto leggiere ed incomplete.

Per ovviare a cosiffatto pericolo, in quanto noi possiamo, una via sola parini ragionevole, ed è quella che mi sforzerò di battere nel corso di queste mie lezioni, sperando che l'ampiezza della materia varrammi in parte di scusa, e che il frutto non sarà da misurarsi dalla perizia del parlatore, ma dall'affetto che gli ascoltanti porranno nello studio delle opere classiche della nostra letteratura. La cloquenza di colui che vi mostra un bel quadro può certamente valere non poco a farvene rilevare le bellezze più recondite; ma in difetto di essa l'opera medesima dell'artefice porterà abbondantemente utili e nobili documenti.

A voler far giusta ragione, la storia letteraria di un popolo si può benissimo compendiare in quella de' pochi e` sovrani ingegni che fiorirono in ciascun secolo, e intorno ai quali si raccolgono tutti gli altri come i satelliti intorno all'astro maggiore. Questi pochi eletti sono quei soli, che segnano un periodo di progresso, e che

avanzano in meglio le arti, o tentando nuovi generi, o toccando negli antichi la perfezione. Gli altri appartengono alla schiera degli imitatori, o, se meglio vi piaccia, dei perfezionatori; quelli sono come i cardini della letteratura, questi non ne sono che un ornamento. Cancellate i rabeschi e i bassorilievi dalle fronti, dagli archi e dalle cornici, e il Panteon, benchè meno finito, sarà pur sempre uno splendido monumento di architettura. Ben lungi però dal negare il merito dei singoli scrittori, qualunque sia, mi farò debito di raccomandare anche lo studio delle opere minori, che pur risplendono di grandi bellezze; ma se il tempo mi stringa, perchè non dovrò contentarmi di segnare le principali figure del quadro, rimettendo la considerazione delle accessorie al tempo avvenire in cui sia conceduto ai giovani di rifarsi agiatamente al lavoro? Se mi avvisassi di non omettere alcuna cosa, correrei a repentaglio di smarrirmi sulla prima entrata, e lasciarli al buio.

E, per discendere più specialmente ad un caso, che ci serva di esempio pratico, che importa-il sapere il numero preciso, e conoscere tutte le canzoni e i sonetti di quanti Petrarchisti fiorirono fra noi, quando già mi usai alla compagnia del Petrarca, e vennemi conceduto di bearmi a lungo nella incantatrice bellezza del Canzoniere? Veder tutti i facitori di liriche petrarchesche sarà molto grave e certo inutile anche al più paziente erudito, ma sarebbe poi al tutto impossibile e sconveniente ai banchi d'una scuola. Il giovine messo una volta sulla via buona, quando abbia campo di attendere a lunghe, e minute letture potrà, se gli piaccia, dedicarvisi; e allora la conoscenza e dimestichezza coi grandi maestri gli sarà di scorta infallibile per l'esame dei minori, ch'ei saprà

tosto come e dove collocare, senza che il numero ingeneri confusione. Un esercito scompigliato può impaurarvi colla sua vista, benchè non sia numeroso; ma fate che la voce del capitano raccolga ciascun soldato sotto gli ordini del suo condottiero, ciascun manipolo sotto la sua bandiera, ciascuna bandiera sotto il vessillo del generale, e voi ricrcate subito l'occhio vostro in quella mirabile armonia di parti, che rende possibile un moto uniforme in un corpo composto di tante membra. La mente umana è capace, siccome io diceva più sopra, di abbracciare molte e svariate materie, allorchè avendo gettati buoni fondamenti, sappia senza durar molta fatica in qual parte e come armonizzarla insieme; altrimenti l'abbondanza e la varietà sono una ricchezza pericolosa, per non dire fatale. Gli studi primi d'un giovane debbono somigliare all' intavolatura d'una gran fabbrica, nella quale innanzi a tutto si ha cura della fermezza dei fondamenti, si assicurano gli angoli, si congegnano le travi principali, si compone insomma l'ossatura, per venir poscia più sicuramente alle cornici, ai fregi, alle statue e alle dipinture.

Con questo accorgimento ridotta dunque la materia vastissima a poche ma principali partizioni, può svolgersi eziandio lungamente nelle scuole senza smarrirsi nelle astrazioni nebulose, e senza noiarvi colle minuzie delle parti. Quei pochi ́ingegni pellegrini che si vogliono scoverati dalla turba, e sono per noi come le pietre migliari del cammino, come i rappresentanti d'un sccolo, d'una nazione, voi potete allora contempkarli con agio, interrogarne minutamente la vita, consultarne tutte le opere, cercarne i pregi e i difetti, rendendosi scrupolosa ragione e di questi e di quelli. Degli autori secondari voi potete senza grande scapito ignorare

per un tempo anche i nomi; ma so perdete di vista uno di quelli, la catena è rotta, e non saprete più segnarmi quello svolgersi progressivo del pensiero umano, che manifestasi via via nelle opere dell'arte. Per disporre le fila del mio lavoro istorico, io immaginai di essere a mo' d'esempio entrato nel tempio della Glo- ria, e di avere ivi vedute le statue de' grandi, scrittori ed artisti italiani, via via in bell'ordine disposte tra colonna e colonna, tra arco ed àrco d'un atrio spazioso. Ciascuna di esse finsi meco medesimo che fosse circondata da statue minori, da busti, da bassorilievi, e anche da semplici iscrizioni, le quali servivano alle grandi siccome di adornamento, e raffiguravano e parlavano degli imitatori e degli alunni di questa e quella scuola. Non disconoscendo il merito di questi ultimi, qualunque fosse, parcami però che avendo studiato le perfezioni e le bellezze pellegrine della statua principale, da una parte fosse meno importante to spendere troppo tempo sulle figure accessorie, e dell'altra mi tornasse (quando, piacessemi pur di farlo) molto più agevole l'attri buire a ciascuno dei minori quel tanto di gloria che gli si conveniva.

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Egli è ben vero che nella storia s'incontrano a quando a quando delle anomalie che sembrano ine splicabili; tuttavia, purchè si guardi ben a fondo, non sarà impossibile trovare il nesso sottile che lega misteriosamente l'opera di un ingegno a quella d'un altro. È uno studio che vuole molto acume, ma qui sta per l'appunto tutta quanta la importanza della storia letteraria, se vogliamo che sia quella dell'arte; altrimenti non avremo che una cronaca senza colore, un catalogo curioso ma quasi inutile. Quando saprete dirmi per ordine di nomi e di tempo che nel Cinquecento fiorirono mille poeti e mille prosatori, e così via; io terró

conto e loderò la vostra memoria; ma se potrete indicarmi perchè in quell' epoca gl'ingegni si piegassero piuttosto a questo che a quel genere; perchè nell'uno fossero fortunati, e nell'altro fallissero; per qual ragione due o tre autori signoreggiassero quel secolo; perchè un altro potesse o traviarlo o ricondurlò suf buon sentiero; allora io dirò che voi conoscete la storia letteraria di un popolo.

Ora questa potenza tanto nel bene quanto nel male non è cosa se non dei pochi, e' di quei caposcuola, ai quali vogliamo per l'appunto più lungamente consacrate le nostre lezioni. Questi Spiriti magni, per usare la frase di un grandissimo, si porgono a vicenda la mano, e tutti insieme formano quella stupenda gallería, di cui parliamo, da innamorare gli occhi dei giovani, ed usarli al magisterio delle arti, e alle profonde meditazioni. Le pazienti ricerche di erudizione che non sono ancora fatte per loro, si tenteranno col proceder del tempo; ma in questo primo periodo poneteli dinanzi að ritratti di Dante, di Petrarca, di Ariosto e degli altri grandi, e in quella vista troveranno le nobifi inspirazioni che devono alimentarne la prima età, e fornis loro le forze per sostenere e vincere le fatiche più umili, ma non meno gravi del viaggio.

Senonchè non parlo io per l'appunto a voi, giovani prestanti, che mi fate corona, e che certamente mi avete compreso? Io debbo esporvi le leggi det bello, debbo ragionarvi della maniera di formarsi uno stile puro ed elegante; debbo educarvi al buon gusto e al retto sentire in fatto di arti. Or bene invece di attenermi al método più usitato, invece di parlarvi in nome mío, voglio guidarvi dinanzi all'autorevole cospetto di quei grandi Sacerdoti delle Muse, i quali colle opere loro illustrarono la patria nostra. Con

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