Sayfadaki görseller
PDF
ePub

pacata in suo contegno,

Ma celeste, come segno

Della gioia che verrà.

Bruto minore, che è il tipo compassionevole, dell'infelice poeta, muore eslamando:

Stolta virtù, le cave nebbie, i campi

Dell'inquiete larve,

Son le tue scole, e ti si volge a tergo
Il pentimento.

In quella vece lo spirto anelo dell'eroe cristiano forse nell'ora suprema fu in quella di abbandonarsi álla disperazione,

ma valida

Venne una man dal cielo,

E in più spirabil aerè

Pietosa il trasportò:

E l'avvio sui floridi

Sentier della speranza,
Ai campi eterni, al premio
Che i desiderii avanza,
Ov'è silenzio e tenebre
La gloria che passò.

Sotto il puro alito di queste dottrine, che pur avevano cangiata la faccia della terra, non è a stupire, nè a maravigliare, che la lirica perdesse il gusto a tutti quanti i miti, che illeggiadrirono l'antico linguaggio poetico. La dovizia di quelle immagini ridenti, eredità pregevole, e da non lasciarsi rapire, non doveva però adoperarsi senza grandissimo rispetto da noi educati diversamente, e serbati ad una civiltà così nuova. Taluni, anzi molti di que' modi, alcune ridenti fantasie

sono veramente gaie; ma per gustarle è mestieri trasportarsi col pensiero nei tempi lontani che dipingono, e l'uso loro, potendo raffreddare nella lirica il principio vitale di essa, che è l'entusiasmo, è assai pericoloso, per non dire vietato. Alcuni altri poi, essendo passati nel comune linguaggio, diventano parte dell'eredità universale, e sarebbe stoltezza il non usarne. Queste verità, secondo io penso, ben lungi dal dispensarci dall'amoroso studio dell'antichità classica, lo rendono indispensabile. E ciò sia detto per quelli esageratori, i quali con una leggerezza infantile, si avvisarono di rifar tutto, abbandonando quanto i nostri avevano spigolato nei Classici; e mostrarono invero di non avere intelletto del bello, e resero finalmente ridicola la scuola di quel maestro che pur si vantarono di seguire fedelmente. If Manzoni con una parsimonia e buon senso davvero imitabili, aveva insegnato come e quanto si dovessero cercare gli antichi, qual parte del tesoro fosse ancor nostra in tutto, quale fosse da tenersi per istudio dell'arte, ma da non tradursi nella poesia nostra, non perchè fosse men bella, ma perchè (giusta il detto or ora) la bellezza ne dipendeva da credenze, da costumi, da pensieri, che erano dalla vita reale passati nel dominio della storia. `

Un altro poeta, onore delle nostre lettere, sembrami che debba qui trovar suo luogo d'onore a fianco di Alessandro Manzoni. Egli, deviando un poco dalla purezza di quella scuola, riavvicinò di più la lirica cristiana alla classica dell'antichità, senza però cadere in una miscela pericolosa, e in sè medesima non bella. Questo poeta ê Terenzio Mamiani (1). La forma degli inni sacri che egli risuscitò, ha un bello esempio nella

(1) Mamiani. Rinnovamento della filosofia antica italiana, vol. 347 Biblioteca Scelta. Silvestri.

216 greca letteratura, è nella poesia latina del Cinque cento, delle quali ci verrà forse in acconcio di favellare in alcuna delle nostre lezioni. Dietro questi esempi, il Mamiani si compose una maniera propria, mercè la quale conservando tutto quel candore e purezza per cui gli antichi primeggiano, diede un colorito più nuovo alla imitazione dei Cinquecentisti, che troppo paganamente sentivano, Ben è vero che anche la religione degli inni del Mamiani agli occhi dei più severi si parrà piuttosto civile, come appunto ei la dice, che divina; nè si potrà negare che le sue migliori işpirà‹ zioni non tragga egli dagli affetti umani, piuttosto che dal pensiero delle cose soprannaturali ed eterne; ma forse, quando io mal non m'apponga, dall'equò temperamento delle due maniere di Manzoni e di Mamiani, deve uscirne una terza, che sia nel medesimo tempo religiósa, e civile, divina ed umana, che ripristini fra noi l'arte pittrice dei Greci, senza menomare quella potenza psicologica, quello sublimi aspirazioni ad una vita spirituale, che sono il frutto più saporoso del Cristianesimo. Quando ciò avvenga, e parmi desiderabile, allora avremo una lirica che rinnovi eziandio fra noi quei prodigi di cui favoleggiarono, adombrando il vero, gli antichi; una lirica che superi il tedio e la freddezza che l'età présente affaticano.

PETRARCA O DELLA POESIA LIRICA.

[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small]

Dante e Petrarca, secondochè già dicemmo, e voi ancora, o giovani, ricordate, cercarono le più nobili ispirazioni loro nei versi dell'Eneide. Virgilio era per Dante onore e lume degli altri poeti; e Petrarca non trovava negli ultimi anni della sua vita lettura più gradevole, e spirô la grande anima, riposando forse la fronte sopra quelle pagine immortali. A cosiffatta scientifica tradizione che al nuovo lega l'antico, ed alimenta la sacra lampa del genio, quasi da mano a mano trasmetten(1) Boccaccio. Decamerone, con la vita scritta dal cav. G. B. Baldelli.

4 vot.

La Teseide.

De claris Mulieribus, volgarizzarizzamento di Maestro Do nato da Casentino.

Lettere a Messer Pino de' Rossi.

Trenta novelle proposte ai modesti giovani.

Edizioni della Biblioteca scelta. Silvestri.

dola; l'Italia è per avventura debitrice anche dell' ultimo scrittore di quel gloriosissimo triumvirato, che rese tanto memorabile il primo secolo dell'italiana letteratura. Narra Filippo Villani, che Giovanni Boccaccio, figliuolo d'un mercante fiorentino, essendo un giorno per vaghezza di nuove cose venuto a visitare la tomba di Virgilio nel reame di Napoli, riguardando con ammirazione lungamente quel che dentro chiudeva, e la fama di quelle ossa meditando, cominciò subitamente ad accusare e lamentarsi della fortuna, dalla quale violentemente era costretto a darsi alle mercanzie a lui odiose.

Ma se, per vero dire, non potrebbe negarsi che molte volte, giusta la sentenza dell' Allighieri,

Poca scintilla gran fiamma seconda;

non voglio perciò, miei giovani, che falsamente immaginiate, essere l'illustre Certaldese in un momento di mercante in poeta trasnaturato; i quali miracoli o non accadono mai che nei romanzi, o sono al tutto impossibili, ove non vengano da una anticipata educazione apparecchiati. In prova di che, e per confessione sua, noi sappiamo accertatamente che il giovine Boccaccio, quantunque chiamato dalla volontà del padre alla mercatura, e più tardi allo studio del diritto, aveva fin dagli anni primi trovato agió bastante di dare molte ore alle lettere e alla poesia, mostrándo già desiderio di consacrarvisi quando che fosse interamente. La vista della tomba di Virgilio fu un primo stimolo, e, per usare la frase citata, fu la poca scintilla caduta sopra una materia di lunga mano preparata all'incendio.

Giovanni era nato, má di non giusti natali, nell'anno di grazia 1313, da una famiglia oriunda di Certaldo. 11 padre che era, come dicemmo, mercante, deside

« ÖncekiDevam »