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ad numerum fuit de femine Sem, ficut conjicio, qui fuit tertius filius Noe: de que quidem ortus eft populus Ifrael, qui antiquiffima locutione funt ufi ufque ad fuam difperfionem.

Subdivifio idiomatis per orbem, & praecipue in Eus ropa.

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numero; e furono, sì come io il quale fu il terzo figliuolo di comprendo, del feme di Sem, Noè, da cui nacque il popolo di Ifrael, il quale uso de la antiquiffima locuzione fino a la fua difperfione.

Sottodivifione del parlare per il mondo, e fpecialmente in Europa. Cap. VIII.

E DEr la detta precedente conPE X praecedenti memorata confufione di lingue non legfufione linguarum non le gieramente giudichiamo, che viter opinamur per univerfa allora primieramente gli uomimundi climata, climatumque ni furono fparfi per tutti i cliplagas incolendas, & angulos ma del mondo, e per tutte le tunc bomines primum fuiffe difconcio fia che la principal ra regioni, & anguli di effo. E perfos. Et cum radix humanae dice de la propagazione umana propaginis principaliter in oris fia ne le parti Orientali pianOrientalibus fit plantata; nec tata, e d'indi da l'uno, e l' non ab inde ad utrumque latus altro lato per palmiti variamente diffufi fu la propagazioper diffufos multipliciter pal· ne noftra diftefa, e finalmente mites noftra fit extenfa propa in fino a l' Occidente prodot go: demumque ad fines Occi-ta; là onde primieramente le dentales protracta, unde pri gole razionali guitarono o tutmitus tunc vel totius Europaei, o almen parte de i fiumi flumina, vel faltem quaedam foreftieri quefti, che allora pridi tutta Europa. Ma o fuffero rationalia guttura potaverunt. mieramente vennero, o pur Sed five advenae tunc primitus nati prima in Europa, ritoradveniffent, five ad Europam naffero ad effa; quefti cotali indigenae repediffent, idioma fe- portarono tre idiomi seco; e cum trifariam homines attule- parte di loro ebbeno in forte la regione Meridionale di Eurunt, & afferentium boc alii Me- ropa, parte la Settentrionale, ridionalem, alii Septentrionalem & i terzi, i quali al presente regionem in Europa fibi fortiti chiamiamo Greci, parte de l' funt,& tertii, quos nunc Graecos Afia, e parte de l'Europa ocvocamus, partem Europae, par-fo idioma da la immunda concuparono. Pofcia da uno ifteftem Afiae occuparunt. Ab uno po- fufione ricevuto, nacquero diftea, eodemque idiomate, immun-verfi Volgari, come di fotto da confufione recepto, diverfa Vul-dimoftreremo; perciò che tutgaria traxerunt originem, ficut to quel tratto, che da la foce inferius oftendemus. Nam totum lude Meotide, fino a le fine del Danubio, o vero da la quod ab oftiis Danubii, five Occidentali, le quali da icon

Meo

fini

pa

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fini d' Inghilterra, Italia, el Meotidis paludibus ufque ad AFranza, e da l'Oceano fo- nes Occidentales Angliae, Itano terminate, tenne uno folo lorum, Francorumque finibus, idioma, avegna che poi per

Schiavoni, Ungari, Tedef Oceano limitatur, folum chi, Saffoni, Inglefi, & al-unum obtinuit idioma, licet poftea tre molte nazioni foffe in di-per Sclavones, Ungaros, Teuverfi Volgari derivato; rima- tunicos, Saxones, Anglios, & nendo quefto folo per fegno, alias nationes quamplures, fuerit che aveffero un medefimo

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principio che quafi tutti i per diverfa Vulgaria derivatum, predetti volendo affirmare di- boc folo fere omnibus in fignum cono Jo. Cominciando poi ejufdem principii remanente dal termine di quefto idio- quod qua praedicti omnes Jo ma, cioè da le fine degli Un

gari verfo Oriente, un' al-affirmando refpondent, ab isto tro Idioma tutto quel tratto incipiens idiomate, videlicet a occupò; quel poi, che da que- finibus Ungarorum verfus Orien fti in qua fi chiama Euro-tem aliud occupavit totum quod pa, e più oltra fi ftende, ab inde vocatur Europa, necnon overo tutto quello de la Eu

ropa, che resta, tenne un ter- ulterius eft protractum. Tozo idioma, avegna che al pre- tum, aut quod in Europa refente tripartito fi veggia; per-tat ab iftis tertium tenuit idiociò che volendo affirmare, allicet nec trifarium videatri dicono Oc, altri Oi, & altar. Nam alii Oc, alii Oil, tri Si, cioè Spagnuoli, Fran

ma,

cefi, & Italiani. Il fegno alii Sì, affirmando loquuntur adunque, che i tre Volgari ut puta Hifpanii, Franci, & di coftoro procedeffero da uno Latini. Signum autem quod ab ifteffo idioma, è in pronto; uno, eodemque idiomate iftarum perciò che molte cofe chiama-trium gentium progrediantur no per i medefimi vocaboli

re

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,

ram

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come è Dio Cielo, Amo Vulgaria, in promptu est, quia Mare, Terra, e Vive, multa per eadem vocabula noMuore, Ama, & altri mol- minare videntur ut Deum, ti. Di quefti adunque de la Coelum, Amorem, Mare, Termeridionale Europa quelli Vivit Moritur che proferiscono Oc, tengono la parte Occidentale alia fere omnia. Iftochel Amat, comincia da i confini 'de' Ge- rum vero proferentes Oc, Menovefi; quelli poi che dicono ridionalis Europae tenent partem Sì, tengono da i predetti con-Occidentalem, a Januenfium fifini la parte Orientale, cioè nibus incipientes. Qui autem Si fino a quel promontorio d'Ita

lia, dal quale comincia il fe- dicunt,a praedictis finibus Orien no del mare Adriatico, e la talem tenent. Videlicet ufque ad Sicilia. Ma quelli che afferma-promontorium illud Italiae, qua no con Oi, quafi fono Setten-nus Adriatici maris incipit, trionali a rifpetto di quefti Siciliam; fed loquentes Oil perciò che da l'Oriente, e dal

Settentrione hanno gli Alema- quodammodo Septemtrionales funt

ni

refpe

nam ab Oni, dal Ponente fono ferrati dal Mare Inglefe, e da i monti di Aragona terminati, dal mezzo di poi fono chiufi da'

refpectu iftorum, nam ab Oni riente Alamanos habent, Septemtrione, ab Occidente An

glico mari vallati funt,& mon- Provenzali, e da la fleffione de tibus Aragoniae terminati,a Me-lo Appennino. ridie quoque Provincialibus, & Appennini devexione clauduntur.

De triplici varietate fermo-De le tre varietà del parlare,

nis, & qualiter per tempora idem idioma mutatur, & de inventione Grammaticae.

No

e come col tempo il medefimo parlare fi muta. Cap. IX.

porre

OS autem nunc oportet A Noi ora è bisogno po cha quam babemus rationem pericolo la ragione, periclitari; cum inquirere in avemo, volendo ricercare di tendamus de iis, in quibus nul quelle cofe, ne le quali da niuna autorità fiamo ajutati, cioè lius auctoritate fulcimur, boc volendo dire de la variazione, eft de unius ejufdemque aprincipio che intervenne al parlare, che da idiomatis variatione fecuta, quia principio era il medefimo; ma per notiora itinera falubrius conciò fia che per cammini breviufque tranfitur. Per illud mente fi vada, però folamennoti più tofto, e più ficuratantum quod nobis eft idioma te per quefto noftro idioma anpergamus, alia deferentes. Nam deremo, e gli altri lafcieremo quod in uno eft rationale, vida parte, conciò fia che queldetur in aliis effe caufa. Eft igitur fuper quod gradimur idio ma tractando, trifarium, u fuperius dictum eft. Nam ali Oc, alii Sì, alii vero dicunt Oil. quod unum fuerit atri Si, et altri Oi. E che principio confufionis, quod prius quefto dal principio de la conprobandum eft apparet, quod fufione foffe uno medefimo (il convenimus in vocabulis mul-che primieramente provar fi detis, velut eloquentes doctores oftendunt. Quae quidem conve nientia ipfi confufioni repugnat, quae fuit delictus in aedificatio ne Babel. Trilingues ergo do Flores in multis conveniunt, & maxime in boc vocabulo, quod eft Amor.

Ge

lo che ne l'uno è ragionevole, pare che eziandio abbia ad effere caufa ne gli altri. E'adunque lo idioma, de lo quale trattiamo (come ho detto di fopra) in tre parti divifo, perciò che alcuni dicono Oc, al

ve) appare. Perciò che fi convengono in molti vocaboli, come gli eccellenti Dottori dimoftrano; la quale convenienzia repugna a la confufione, che fu per il delitto ne la edificazione di Babel. I Dottori adunque di tutte tre quefte lingue in molte cofe convengono, e maffimamente in quefto vocabolo, Amor. Kk

Ge

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Inveftighiamo adunque, perQuare autem trifarie princichè egli in tre parti fia prin- palius variatum fit, inveftigecipalmente variato, e perchè mus, & quare quaelibet iftarum ciafcuna di quefte variazioni in variationum in fe ipfa varie fe fteffa sì varie, com'è la de

ftra parte d'Italia ha diverfo tur, puta dextrae Italiae locu parlare da quello de la finiftra, tio ab ea quae eft finiftrae. Nam cioè altramente parlano i Pa-aliter Paduani, & aliter Pifa. dovani, et altramente i Pifani; ni loquuntur, & et inveftighiamo, perchè quel babitantes adhuc difcrepant in quare vicinius li, che abitano più vicini, fiano differenti nel parlare, come loquendo, ut Mediolanenfes, & è i Milanefi, e Veronefi, Ro- Veronenfes, Romani, & Flo mani, e Fiorentini; et ancora rentini, necnon convenientes, in perchè fiano differenti quelli, eodem nomine gentis, ut Neache fi convengono fotto un'iftef-politani, & Caetani, Ravenfo nome di gente, come Na

poletani, e Gaetani, Ravegna nates, & Faventini, & quod ni, e Faentini; e quel che è più mirabilius eft, fub eadem civi maravigliofo cerchiamo, perchè tate morantes, ut Bononienfes non fi convengano in parlare burgi S. Felicis, & Bononienfes quelli, che in una medefima tratae majoris. Eae omnes dif

città dimorano, come fono i

Bologneti del Borgo di S. Fe-ferentiae, atque fermonum va lice, et i Bolognefi de la stradarietates, quae accidunt, una eamaggiore Tutte queste diffe- demque ratione patebunt. Dicirenze adunque, e varietà di fer-mus ergo, quod nullus effectus mone, che avvengono, con una

ifteffa ragione faranno manife- Superat fuam caufam, in quanfte Dico adunque, che niuno tum effectus eft, quia nihil poeffetto avanza la fua cagione,teft efficere, quod non eft. Cum in quanto effetto, perchè niu-igitur omnis noftra loquela, praena cofa può fare ciò che ella ter illam homini primo concreanon è; effendo adunque ogni

noftra loquela (eccetto quella tam a Deo, fit a noftro beneche fu da Dio infieme con l' placito reparata post confusionem

110

il

illam, quae nil fuit aliud, quam prioris oblivio & homo fit in

uomo creata) a noftro benepla→ cito racconcia, dopo quella confufione, la quale niente altro Rabiliffimuin, atque variabiliffiu, che una oblivione de la lomum animal nec durabilis

quela prima, et effendo l'uo

nec continua effe poteft, fed fimo inf abiliftimo, e variabilif
cut alia, quae noftra funt, pu fimo animale, la noftra locu-
ta mores,& habitus, per lo zione nè durabile, nè continua
può effere; ma come le altre
corum, temporumque diftantias cofe, che fono noftre (come fo
variari oportet ; nec dubitandum no coflumi, et' abiti) fi muta
reor modo in eo quod diximus no, così quefta fecondo le dis
temporum, fed potius opinamur tanzie de i luoghi, e de i tem-
tenendum; nam fi alia nostra ri, è bifogno di variarfi; però
non è da dubitare, che nel mo-
opera perfcrutemur, multo ma-do, che avemo detto, cioè,
gis difcrepare videmur a vetu che con la diftanzia del tempo
ftiffimis concivibus noftris, quam parlare non fi var, anzi è
a coaetaneis perlonginquis. Qua fermamente da tenere, perciò
che fe noi vogliamo fottilmen+
propter audacter teftamur, quod
te inveftigare le altre opere no→
vetuftiffimi Papienfes nunc re-
ftre, le troveremo molto più
furgerent, fermone vario, vel di differenti da gli antiquiffimi no
verfo cum modernis Papienfri cittadini, che da gli altri
bus loquerentur; nec aliter mide la noftra età, quantunque
rum videatur quod dicimus, quam audacemente affermo, che fe
ci fiano molto lontani; il perchè
percipere juvenem exoletum
quem exolefcere non videmus
Nam. quae paulatim moventur
minime perpenduntur a nobis

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fufcitaflero, parterebbero di di verfo parlare di quello, che jora parlano in Pavia; nè alquanto longiora tempora vatrimente quefto, ch' io dico ci paja maravigliofo, che ci parriatio rei adperpendi requirit, rebbe a vedere un giovane cretanto rem illam ftabiliorem pu- fciuto, il quale non aveffimo tamus. Non etenim admiramur, veduto crefcere. Perciò che le fi extimationes hominum, qui cofe, che a poco a poco fi parum diftant a brutis, putant poco conofciuto, e quanto la moveno, il moto loro è da noi eandem civitatem fub unicabili variazione de la cofa ricerca femper civicaffe fermone, cum più tempo ad effere conofciufermonis variatio civitatis ejufta, tanto effa cofa è da noi più dem non fine longiffima tempo- ftabile efiftimata. Adunque non rum fucceffione paulatim con- gli uomini, che fono poco da tingat, & hominum vita fit le beftie differenti, penfano che etiam ipfa fua natura breviffi- una ifteffa città abbia fempre ma. Si ergo per eandem gen- il medefimo parlare ufato; contem fermo variatur, ut dictum, ciò fia che la variazione del eft, fucceffive per tempora, nec parlare di effa città non fenza lunghiffima fucceffione di temStare ullo modo poteft, neceffe po a poco a poco fia divenuta;

eft,

fi ammiriamo, fe i difcorfi de

Kk 2

e fia

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