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NOI RIFORMATORI

A

Dello Studio di Padova.

ed

Vendo veduto per la Fede di Revisione Approvazione del P. F. Gio: Paolo Zapparella Inquifitor Generale del Santo Officio di Venezia nel Libro intitolato Rime edite e inedite, o fia Tutte le Opere ftampate di Dante Alighieri, con Aggiunte Manofcritte, non v'effer cofa alcuna contro la Santa Fede Cattolica, e parimente per Atteftato del Segretario Noftro, niente contro Principi, e buoni coftumi concediamo Licenza ad Antonio Zatta Stampator di Venezia, che poffi effere ftampato offervando gli ordini in materia di Stampe, e prefentando le folite Copie alle Pubbliche Librarie di Venezia, e di Padova.

Dat. li 25. Marzo 1758.

(Gio: Emo Proc. Rif.

(

(Alvife Mocenigo 4° Cav. Proc. Rif,

Registrato in Libro a Carte 33. al Num. 274..

Giacomo Zuccato Segr.

Addi primo Aprile 1758.

Registrato nel Magiftrato Eccellentiffimo degli Ese

cutori contro la Beftemmia.

Francefco Bianchi Segr.

VITA NUOVA

D I

DANTE

ALIGHIERI.

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N quella parte del libro della mia memoria, dinan-
zi alla quale poco fi potrebbe leggere, fi truova una
rubrica, la qual dice: Incipit vita nova. Sotto la
qual rubrica io truovo fcritte le parole, le quali è
mio intendimento d'affemplare in quefto libro, e
fe non tutte, almeno la loro fentenzia.

Nove fiate già appreffo al mio nafcimento era tornato il Cielo della luce, quafi ad un medefimo punto, quanto alla fua propria girazione, quando a' miei occhi apparve prima la gloriofa donna della mia mente, la qual fu chiamata da molti Beatrice, li quali non fapevano che fi chiamare. Ell'era in quefta vita già stata tanto, che nel fuo tempo il Cielo ftellato era moffo verfo la parte d'Oriente delle dodici parti l'una del grado; ficchè quafi dal prin

E' da notarfi fopra la Vita Nuova in univerfale, che da quefta Operetta fono ftate tolte via, non folo nell' Edizione de'Sermartelli, ma ancora in tutti i MSS. da me veduti, eccettuatone il mio, tutte quante le Divifioni o Sommarj de'componi

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cipio del fuo anno nono apparve a me, ed io la vidi quali al fine del mio. Ed apparvemi veftita di nobiliffimo colore umile, ed onetto, fanguigno: cinta ed ornata alla guifa, che alla fua giovaniffima età fi convenia. In quel punto dico veramente, che lo fpirito della vita, il qual dimora nella fegretiffima camera del cuore, cominciò a tremar sì fortemente, che appariva nelli menomi polū orribilmente, e tremando diffe queste parole: Ecce deus fortior me: veniens dominabitur mibi. In quel punto lo fpirito animale, lo qua

cidente, che io ritrovaffi una qualche origine di quefto fatto; perciocchè venutomi alle mani un testo a penna, che fu già di Baccio Valori, e di prefente del Signor Gio: Gual. berto Guicciardini, Nobile Fiorentino, il quale in ogni occorrenza, e con particolar gentilezza, mi fa copia de' fuoi pregiatiffimi MSS. vidi, che in quel Codice erano ftate le dette Divifioni ripofte nel margine, e nel principio del libro aggiuntavi da non fo chi la feguente Nota: Maraviglierannofi molti, per quello che io avvifi, perchè io le Divifioni de Sonetti non bo nel Tefto pofte, come l'Autore del prefente libretto le puofe. Ma a ciò pondo, due effere fate le cagioni: la prima: perciocchè le divifioni de' Sonetti manifeftamente fono dichiarazioni di quegli; perchè piuttosto chiofe appajono do vere effere, che tefto: e però chiofe bo pofe, non testo; non ftando l'uno coll' altro bene mescolato. Se qui forfe diceffe alcuno e le teme de' Sonetti e Canzone, fcritte da lui, fimilmente fi potrebbon dire chiofe, concioffiacofach' effe fieno non minore dichiarazione di quelli, che le Divifioni; dico, che qualunque fieno dichiarazioni, non Jono dichiarazioni per dichiarare, ma dimoftrazione delle cagioni, che a fare lo 'nduffer & Sonetti e le Canzoni: e appare ancora, quefte dimostrazioni effere dello intento principale ; perchè meritamente tefto fono è non chiofe. La feconda ragione, che, fecondo ch' io ho già più volte udito ragionare a perfone degne di fede, avendo Dante nella fua gravanezza compofto que fto libello, e po' effendo col tempo nella Scienza e nelle operazioni cresciuto, fi vergognava aver fatto questo, parendogli opera troppo puerile e tra Paltre cofe, di che fi dolea d'averlo

le

.

fatto, fi rammaricava d' avere inchiuSe le divifioni nel tefio, forse per quella medefima cagione che muove me Laonde io non potendolo negli altri emendare, in questo che fcritto ho, n' bo voluto foddisfare l'appetito dell' Autore. Da quefta Nota fi comprende, con quanta facilità altri fi porti a refecare dall' opere de' fovrani Scrittori alcuna porzione delle medefime. Già fi diffe nella Prefazione, che Dante nel colmo dell' età fua approvò e confermò folennemente la Vita Nuova; onde viene ad effer falfo, che egli giammai fi vergognaffe o di tutta, o di parte di quetta. Egli è ancora quafi certo, che quefta opinione ha origine dal Boccaccio, ritrovandofi regiftrata nella fua Vita di Dante; ond'è ch'ella fi potrà porre (falva fempre la reverenza d'un tanto autore ) trall' altre fue poetiche invenzioni. Aggiungafi in oltre > che Dante praticò la fteffa maniera nel Convito, ponendo quivi le Divifioni delle Canzoni nel corpo dell' Opera, ficcome fi vede nel fecondo capitolo di ciafchedun Frattato fopra di quelle. Ed averebbe ancora fatto il medefimo, s'egli aveffe comentata la fua Commedia ; ma ciò fu eseguito puntualmente da Piero fuo figliuolo, il quale in questa medefima maniera pofe le Divifioni de' capitoli, avanti di procedere alla loro dichiarazione: ficcome ancora hanno fatto altri Comentatori, ed il Boccaccio medefimo nel fuo Comento o fiano Lezioni fopra Dante: la qual' opera, belliffima e rariffima > non ha per anco veduta la luce. In fomma è da fapere, che la fustanza tanto della Vita Nuova, che del Convito, fono le Rime: il reftante poi o fono fommarj, o argomenti, o dichiarazioni, o dimostra

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