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PREFAZIONE.

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In da quando mi venne in penfiero di uscire anch'io in pubblico colle mie ftampe, e di eseguir il mio officio, fe poffibil'.ei foffe, con qualche approvazione ed onore, o almeno fenza biafimo e riprenfione, mi fono nel tempo ifteffo prefiflo nell'animo di tentare in modo fiffatta impresa, che, per quanto a me apparteneffe, nulla da' miei torchj ufcir ne doveffe, che disguftaffe la mente e gli occhi de' fcientifici Leggitori. Con quefta buona difpofizione adunque entrai in carriera, e pofi mano all'opera, ed avendo dal bel principio date alla luce (per quello spetta a Poesia ) le Rime di Francefco Petrarca col ricercato rariffimo Comento di Lodovico Caftelvetro; ed effendo ftata cotal mia fatica dal Pubblico accolta con compatimento non folo, ma con fomma benignità ancora, e con univerfale foddisfazione e piacere: mi fono perciò fatto cuore ad imprendere più ampie cofe e difficili. Quindi come uomo, che fenfibile al beneficio, fi fente pure per titolo di gratitudine a maggiori cose tenuto, rivoli il penfiero a quelta lunga, malagevole, e affai ditpendiofa Edizione dell' Opere tutte del celebre Poeta e Filofofo Dante Alighieri, meritamente giudicato Padre e Maeftro dell' Italiana purgata Favella.

Non mancai pertanto di tofto accingermi

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all'imprefa, e cominciai ad eseguire l'impegno mio col pubblicare in tre Tomi diftribuita la di lui divina Commedia, arricchindola non pur di eruditiffime Annotazioni dei più rinomati moderni Autori; ma fregiandola altresì di copiofiffimi Rami, tutti efprimenti la materia che vi fi tratta; ficchè il Pubblico con benignità l'accolfe, ed applaudilla.

Terminata adunque quefta prima Opera del noftro divino Poeta reftavami, per rendere adempita la mia promeffa, dar in feguito alla luce l'altre di lui Opere, le quali effendo parto della medefima mente, non fono di quella meno pregiabili, e perciò non men degne della ftima ed approvazione comune, e ftampandole colla ftefla efattezza e magnificenza, renderle corrispondenti alla Commedia divina già pubblicata. Ed eccomi col prefente quarto Tomo a mantenere la mia parola, nel quale ritrovanfi raccolte infieme non folo tutte le Produzioni che in Profa o in verfo, in lingua Italiana o Latina uscirono dalla penna del noftro Autore, e che altre volte furono ftampate, ma eziandio parecchie altre che nuovamente fi ebbero dai varj Codici delle più celebri Librarie d'Italia, e che non più comparvero alla luce per mezzo le ftampe.

Ma perchè non riulciffe di troppo difficile intelligenza un' Autore si antico e fublime qual'è il noftro Dante, ho penfato, uniformandomi al metodo che offervai nell'Edizio

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ne della Commedia, aggiungere varie doctiffime Illustrazioni e Notizie non più stampate di letterati Soggetti, le quali di molto giovar poteffero ad illuftrare la Vita e l'Opere del noftro Poeta, e a pienamente dilucidare i paffi più ardui ed ofcuri, e le voci più difufate di cui ripiene fono, per la maggior parte, tutte le fue Composizioni. Per non defraudare pertanto di tali utiliffime Dichiarazioni i Signori Affociati, mi è convenuto accrefcer alquanto di giufta mole il prefente quarto Tomo; onde giudicai ben fatto dividerlo in due proporzionate Parti, affine che ciafcheduno poteffe a fuo talento tenerielo o feparato od unito, conforme più gli piaceffe.

Nella prima Parte adunque di questo Tomo vi fi troveranno inferite tutte queste Opere del noftro divino Autore, cioè il Libro intitolato, Della Vita Nuova ; il Convito; la Piftola allo Imperadore Arrigo di Luzimburgo; il Trattato De Vulgari Eloquentia, e di rimpetto avraffi la Traduzione fatta di effo dal Trillino, indi le Rime liriche; e finalmente faravvi altra Lettera da Dante fcritta in latino, e diretta a Can Grande della Scala.

La feconda Parte poi abbraccierà in primo luogo varie eruditiffime Memorie per fervire alla Vita di Dante, ed alla Storia della di lui Famiglia, le quali compofte da un celebre Letterato. del noftro Secolo (il cui nome fe mi fofle stato permesso pubblicare, non poco lustro rende

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rebbe alle mie ftampe) mi furono graziofamente comunicate perchè al Pubblico le compartiffi indi una Lettera molto erudita del Sig. Giuseppe Valeriano Cav. Vanetti, in cui fi dilucida un punto di Storia attinente a Dante, di molta erudizione; pofcia leggeranfi i Sette Salmi Penitenziali, e il Credo ridotti in Terzetti dal noftro Poeta, ed arricchiti di fcientifiche Annotazioni dal Sig. Abate Save rio Quadrio; dietro a quefto avranfi alquanti Verfi di Dante, cavati, parte dal Sanfovino, e parte da un'antichiffimo Manufcritto, con un Sonetto dello steffo, diretto a Meffer Boffone Raffaelli di Agobbio: e finalmente termineraffi colla tanto celebre e ricercata Opera De Monarchia, la quale acciò riuscisse a' Signori Intendenti più ftimabile, fatta la collazionare con un rariffimo efatto Codice, vi feci notare tutte le varianti lezioni.

Felice pertanto, e fortunato molto mi cre derò, qualora così operando, incontrato abbia il genio e la foddisfazione de' Letterati, e se fatto mi venga di conciliarmi in fiffatta guifa la lor benevolenza ed affetto: locchè, fe avverrà, terrò per ben'impiegate a pro loro le mie fatiche, e mi riputerò per queste abbondevolmente ricompenfato; e nel tempo ifteffo mi darò il coraggio di far conoscere ad effi colla pubblicazione di nuove Opere la mia gratitudine.

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