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CAPITOLO DECIMOPRIMO.

Chi fossero i due Malaspina, amici ed ospiti di Dante.

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È un fatto certissimo nella storia, che Dante trovò per un tempo ospitalità presso i Malaspina, marchesi di Lunigiana. I documenti che sono fino a noi pervenuti, i biografi del Poeta antichi e moderni, ed eziandio i comentatori, ci dicono che furono un Franceschino ed un Moroello coloro, da cui l'esule Alighieri fu accolto. Ma essendo molti i feudi e i castelli dei Malaspina, ed essendo numerosa assai questa famiglia, la semplice designazione de' nomi ne torna troppo vaga ed incerta, tanto più che parecchi personaggi, per nome Moroello, si riscontrano fra i marchesi di Lunigiana. L'abate Emanuelle Gerini nelle sue Memorie storiche della Lunigiana, producendo il vastissimo Albero della famiglia Malaspina, volle cercare qual fosse il Moroello, a cui Dante avrebbe (secondo il Boccaccio e la lettera di frate Ilario) dedicato il Purgatorio, e conclude, non però senza molte dubbiezze e reticenze, che fosse il marchese di Giovagallo, marito d'Alagia Del Fiesco, quegli cioè che nel 1301 capitanando i Neri diede ai Bianchi la nota sconfitta in Campo piceno, alla quale allude Dante (Inferno, canto XXIV in fine) dicendo Tragge Marte vapor di Val di Magra ec. Alla opinione del Gerini alcuni moderni scrittori assentirono; altri, e forse la maggior parte, non seppero acconciarvisi, ben riflettendo, che amico. ed ospite dell' Alighieri (e se tale non lo si volesse per la lettera del frate, tale sarà dimostrato dai due documenti del 1306, e dalla epistola di Dante stesso ultimamente dal Torri discoperta, e nel volume III delle Opere minori ripro

dotta), non poteva mai essere un guelfo, anzi il capitan generale della taglia guelfa, com' era Moroello di Giovagallo.

Or come non può, nè poteva ragionevolmente muoversi dubbio, che fra i Malaspina pure un Moroello sia stato amico al Poeta; conveniva peraltro, prima di dichiararsi per il Moroello di Giovagallo, ricercare se alcun altro Malaspina, portante tal nome, esistesse in quel tempo fra i marchesi di Lunigiana, e se sull' uno piuttosto che sull' altro dovesse cader la sentenza. E per venire in chiaro di ciò, tre documenti, già da molti anni pubblicati, e di cui notissima era l'esistenza, potevano esser bastanti. Questi documenti, di che intendo parlare, sono il primo, l' istrumento del 6 ottobre 1306, per cui Franceschino de' marchesi Malaspina costituisce l'Alighieri in suo procuratore a far pace con Antonio vescovo di Luni, non tanto in nome proprio, quanto de' fratelli Moroello e Corradino; il secondo, l'atto di costituzion della pace (dell'anno stesso, mese ed anno) stipulato fra il procuratore Dante Alighieri e il detto vescovo; il terzo, una cartapecora dell' archivio Strozzi dell'anno 1301, rammentata dal Manni, e veduta e citata dal Pelli, nella quale Moroello e Corradino (i due Malaspina degl' istrumenti del 1306) con Manfredi, Federigo, Azzone e Giovanni, sono nominati fratelli, e detti figli del marchese Obizzone o Obizzino del marchese Federigo.

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Avendo detto che a risolver la questione, questi tre documenti potevano esser bastanti, mi conviene ora provarlo. Tutti i biografi, comentatori e illustratori di Dante hanno detto e ripetuto, che i due Malaspina, i quali ospitarono l'esule Poeta, furono un Franceschino ed un Moroello; e poichè un Franceschino ed un Moroello sono fra quei Malaspina, che diedero a Dante un incarico sì delicato, qual si fu quello di trattare e conchiudere una pace, questi appunto dovranno essere i due personaggi, a cui si possa attribuire l' onore dell' amichevole ed ospitale accoglienza. Tanto è vero quello ch' io dico, che fino il Gerini, il quale opinò pel Moroello di Giovagallo,

ritenne in prima esser lui, e non altri, il nominato nell'istrumento della pace.

Quanto a sapere con precisione chi fosse il Franceschino, bastava solo gettar l'occhio sull' Albero della famiglia Malaspina, e tosto sarebbesi visto esser egli il marchese di Mulazzo, il figlio di Moroello I, il quale successe a suo padre nel feudo il 1285, e morì il 1319. Nè su ciò poteva cadere il minimo dubbio, poichè nissun altro di nome Franceschino riscontrasi in quel tempo fra i marchesi di Lunigiana. Nè sola avevasi questa riprova; poichè a convalidare la cosa, avevamo pure le memorie e le tradizioni. Ed esse son queste in Mulazzo, nel centro del vecchio castello, esiste un avanzo di torre, che pur oggi si chiama la torre di Dante, e là presso si trova pure una casa, ov' egli per più tempo (secondo si dice) fece dimora, e che pur oggi si chiama la casa di Dante; e queste tradizioni si sono colà tramandate di padre in figlio, e serbansi tuttora tenacemente. 3

Quanto dunque al Franceschino, ella è cosa omai fuor di dubbio, che fu il marchese di Mulazzo. Quanto poi al Moroello, io rimprovererei al Gerini e agli altri scrittori, che hanno opinato pel marchese di Giovagallo, di non avere avuto presenti alla mente i documenti, di che ho qui sopra fatto parola, i quali, siccome ho detto, potevano esser bastanti a risolvere la questione. Infatti chi era il Moroello, del quale si è tanto fatto ricerca? Lo dice l' istrumento stesso della pace: era il fratello di Corradino. Or io domando: Il Moroello di Giovagallo, che voi, signor Gerini, vorreste essere stato l'ospite di Dante, aveva egli forse un fratello di nome Corradino? Gettando l'occhio sull' Albero de' Malaspina, poteva ognuno vedere che no, poichè egli non aveva fratello nessuno, ma solo una sorella chiamata Manfredina. Dunque del tutto falso era il supposto per il marchese di Giovagallo.

Nell' altro documento pure dell' archivio Strozzi, ove si trovano citati i medesimi due Malaspina (Moroello e Corradino) sono essi nominati fratelli insiem con Manfredi, Federigo, Azzone e Giovanni, e detti figli del marchese Obizzone o

Obizzino del marchese Federigo. Questo documento confermando il detto di sopra, cioè che il Moroello in questione avea un fratello di nome Corradino, ne dice per di più, aver egli altri quattro fratelli, e tutti esser figli del marchese Obizzino del marchese Federigo. Noi sappiamo pertanto, che il Moroello di che si fa ricerca, ha cinque fratelli, e che è figlio del marchese Obizzino. Ora il Moroello di Giovagallo nè ha questi cinque fratelli, nè è figlio del marchese Obizzino; poichè dall' Albero de' Malaspina si vede, che suo padre fu il marchese Manfredi. È dunque falso e del tutto arbitrario il supposto, che il personaggio in questione fosse il Moroello di Giovagallo. L'Albero poi dal Gerini stesso prodotto, facendoci conoscere che i figli del marchese Obizzino (cioè i già nominati Federigo, Manfredi, Azzone, Giovanni, Corradino e Moroello) erano marchesi di Villafranca, doveva facilmente dedursi che un Moroello di Villafranca, non già di Giovagallo, fosse stato l'amico del divino Poeta.

Prima che possa dirsi esaurita l'argomentazione storica, che ho posta in campo, fa d'uopo ch' io risolva due istanze che mi potrebbero venir fatte: la prima, che pur altri due Moroelli, oltre il marchese di Villafranca e quello di Giovagallo, esistevano fra i Malaspina al tempo di Dante; la seconda, che il Moroello, al quale io accordo l' onore dell'amicizia del sommo Poeta, non fosse che un minore, cioè un giovinetto al disotto - de' ventun' anni, lo che renderebbe forte improbabile il resultato dalla mia argomentazione disceso.

Rispondo pertanto alla prima che altri due Moroelli, oltre i già citati più volte, vivevano fra i Malaspina in quella età; l'uno era il marchese di Valditrebbia, figlio d' Alberto e nipote di Corrado l' Antico; l'altro era il figlio del noto Franceschino, marchese di Mulazzo. Contro ambedue questi nuovi Moroelli io argomento nel modo stesso, con cui ho argomentato di sopra; cioè, che il Moroello, di che vuolsi far ricer*ca, debb'essere il fratello di Corradino, il figlio del marchese Obizzino: or questi due non hanno a fratello un Corradino, nè del marchese Obizzino son figli. Inoltre il Moroello

di Valditrebbia non faceva dimora (come 'l dice il titolo del suo marchesato) in Lunigiana, mentre Dante intrattenevasi in Lunigiana, ed in Lunigiana dovevano esser gli ospiti suoi; e l'altro di Mulazzo, nel 1306 (data alla quale bisogna riportarsi nella ricerca presente) non era se non un infante, poichè tredici anni dopo, vale a dire nel 1319, alla morte di Franceschino, non era tuttavia che un minore, e come tale fu lasciato dal padre suo sotto la tutela del famoso Castruccio.

Alla seconda istanza rispondo dicendo: che, sebbene il Gerini abbia asserito, non si sa su qual fondamento, che nel 1301 Moroello e Corradino di Villafranca fossero minori; e sebbene altri, rincarando la posta, abbia creduto e ritenuto, che tuttavia lo fossero nell'anno 1306 e seguenti (tempo della dimora di Dante in Lunigiana), pure è agevole il dimostrare che questo è falso. Imperocchè se nel 6 ottobre 1306 nominarono in loro procuratore, a trattar della pace col vescovo di Luni, Dante Alighieri, come può dirsi ch' ei fossero minori? Quando mai i minori hanno avuto il diritto di fare una procura? non appartien egli ciò alla persona, alla cui tutela son essi affidati? Aggiungerò inoltre, che se nell'istrumento del 1301, al quale ha creduto appoggiarsi il Gerini, si nominano come minori Giovanni, Azzone e Federigo, non son peraltro nominati siccome tali gli altri tre loro fratelli, Manfredi, Corradino e Moroello.

Ma (qualcuno m'obietta), se Moroello di Villafranca non era nel 1306 un minore, era sempre un giovine, e non pure in quell'anno, ma anco nel 1309, quando vuolsi che Dante si proponesse dedicargli un giorno il Purgatorio. E può egli credersi, che il Poeta avesse intenzione di dedicare la sua seconda cantica ad un giovine? E perchè no (rispondo io), quando veggo che Dante dedicò il Paradiso a Cane allor ch' egli non contava che ventisei anni d' età? E Moroello di Villafranca, nel marzo del 1309, ne aveva egli ventisei, o non piuttosto più di trenta? Mancano i documenti per determinarlo con precisione; ma poichè non era minore

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