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Guidoguerra, Marcovaldo, Aghinolfo, Teudegrimo e Ruggieri.

Da Guidoguerra derivarono i conti di Poppi, di Battifolle e di Bagno, quasi sempre ghibellini, e da lui nacque quel conte Guido Novello nominato qui sopra. Il conte Simonę suo fratello, datosi poi al partito guelfo, si separò da esso, e nel 1274 fu ricevuto in grazia dalla repubblica di Firenze, la quale gli permise di fabbricare in Poppi un palazzo e un castello. Figlio di questo Simone, e per conseguenza nipote di Guido Novello fu quel conte Guido da Battifolle, che fu potestà di Firenze nel 1316-1317, e che pure abbiamo ricordato di sopra. Nei primi del 1300 si vede dunque che i conti di Poppi si eran fatti guelfi.

Da Marcovaldo, che fu conte di Dovadola, nacque quel Guidoguerra VIII, tanto nominato nelle vicende guelfe di Firenze del 1256 e 1267, e che da Dante vien posto nell'Inferno (canto XVI, v. 37):

Nepote fu della buona Gualdrada;

Guidoguerra ebbe nome: ed in sua vita
Fece col senno assai e con la spada.

Nipote di costui, come quegli che discendeva dai conti di Dovadola, fu Guido Salvatico, signore di Pratovecchio; col quale ritengo io, e ritengon altri, e non con Guido da Battifolle, essere stato in istretta relazione l'Alighieri. Guido Salvatico (dice l'Ammirato nella Storia de' Conti Guidi, e ripete il Pelli, pag. 134, n. 13) che verso il 1310 era signore di Pratovecchio. Altri vorrebbon farlo siguore di Poppi ma quali sono i documenti che lo comprovano ? Dai documenti peraltro citati dal Repetti noi veggiamo che, quantunque Pratovecchio avesse appartenuto ai conti Guidi del ramo di Battifolle, siccome fu Guido Novello signore di Poppi, e poi quell' altro Guido, detto appunto di Battifolle, che fu potestà di Firenze; pure nel principio del secolo XIV era posseduto dai conți Guidi di Dovadola : tre de' quali furono in quel tempo il conte Guido Salvatico, sul quale cade il nostro discorso, quindi Ruggiero suo figlio, e poi Marcovaldo suo nipote, che nel 1334 lo circondò di mura e di fossi.

Da Aghinolfo venne la linea or guelfa, or ghibellina dei conti da Romena. Ma tranne che con Alessandro capitano dei fuorusciti in Arezzo, che morì nel 1305, e con Guido ed Oberto nipoti di lui, ai quali scrisse una lettera, non ebbe Dante alcuna relazione o amicizia: onde non farò più pa-rola di essi.

Da Teudegrimo finalmente (e dico finalmente, perchè Ruggiero non ebbe prole) uscì la linea ghibellina de' conti di Porciano, e da lui discesero quei conti, che più sopra parlando di questo castello abbiamo nominati.

Difficile poi, e forse impossibile, riesce il determinare quali de' conti Guidi in questo tempo fossero guelfi, e quali ghibellini. E quantunque per la natura de' loro possedimenti dovessero esser ghibellini, pure talvolta gli veggiamo guelfi, e mutar parte (come dice il Poeta) dalla state al verno.

A maggior dichiarazione delle cose discorse, produrrò quella parte dell' Albero della famiglia Guidi, che spetta ai tempi di Dante. E al brano che ne diede il Repetti, congiunto con quello che ne diede il Troya, aggiungerò alquanti nomi, di che ho potuto aver l'indicazione dagli storici e dai documenti.

DANTE. Vita.

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28 Questo importante documento è riferito dal padre Ildefonso, nelle Delizie degli eruditi tosc., vol. XI, pag. 61 e seg.

« In Dei Nomine, Amen. Hoc est ordinamentum, stantiamentum et provisio, facta per providos et discretos vi" ros ec. n (e qui riporta i nomi de' sei priori, del gonfaloniere e de' dodici arroti).

Die VI mensis Septembris an. MCCCXI. Prænominati " Priores Artium et Vexillifer Justitiæ Communis et Populi » florentini, et duodecim sapientes probi viri, per dictos "Priores et Vexilliferum Justitiæ electi et absumpti, vo» lentes attendere et providere fortificationi, corroborationi " et reconciliationi Populi et Communis Florentiæ et Partis "guelfæ dictæ Civitatis et Communis et Comitatus et Di» strictus Florentiæ, et super rebanniendis (cioè da esser ri» chiamati dal bando), guelfis et aliis, in balia prædicta con" cessis, et ut in dicta balia apparet mandatum per Ser Bon" signorem Guccii Notarium et Scribam Reformationum etc. » Inter alia fecerunt hujusmodi provisionem, videlicet:

" Item providerunt, statuerunt et firmaverunt modo et » ordine quibus supra, quod nullus cujuscumque conditionis " existat possit gravari, molestari, inquietari, vel accusari, » vel in judicio vocari de cetero per aliqua regimina floren» tina presentia vel futura, pro aliquo maleficio reali vel " personali commisso de mense Octobris MCCCVIII.

"Et salvo et reservato quod omnes et singuli infrascripti » nullum beneficium consequantur expresse per dictas pro» visiones, nec aliquam earum, nec de ipsorum condemna» tionibus et bannis, vel condemnationibus tantum, vel ban"nis tantum, liberari, cancellari vel absolvi possint vel de"beant ullo modo: imo exbanniti et condemnati sint et » remaneant in omnibus sicut erant ante præsentem provi"sionem......

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Infrascripti sunt Ghibellini Civitatis et Comitatus Florentiæ, exceptati in Reformatione Dom. Baldi de Aguglione et sotiorum, a benefitio contento in Reformatione "Communis Florentiæ, quæ appellatur Reformatio Dom. Baldi de Aguglione.

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E qui segue la lunghissima nota degli eccettuati da questa riforma, che oggi diremmo amnistia, i quali sono circa 900, e si può anzi dire oltre 1000, perchè parecchi individui vi hanno che sono eccettuati insieme coi loro figli, nipoti e consorti, non nominati singolarmente. Donde si vede quanti mai innanzi il 6 settembre 1311 dovevan essere gl' infelici esiliati dalla patria, se dopo un' amnistia così ampia ne restavano tuttavia fuori più di mille.

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