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" di Lombardia e della Romagna da una parte, e le Repubbliche toscane, come Firenze, Siena, Perugia, Arezzo, » Pistoia, Città di Castello e loro aderenti dall' altra. Dalla » parte del Visconti sono nominati in quell' atto solenne, e » nell' ordine seguente: il marchese d'Este, il vescovo di Arezzo, il signor di Cortona, il conte di Montefeltro, Pier » Saccone di Pietramala, Neri della Faggiuola e suoi seguaci, i conti di Modigliana, i Pazzi di Valdarno, il mar» chese di Petriolo, i Chiaravallesi, Borgo san Sepolcro, Gubbio, i conti di Romena, i Malaspina, il comune di Fabriano, Gentile di Magliano, gli Ubaldini, Francesco Castracane, i Panciatici ec. Questi aderenti passano il numero di quaranta; e come si vede, i Faggiuolani figurano tra i primi, dopo le case dei Visconti, degli Estensi, e dei Montefeltreschi. In questo trattato di pace venne confermata a Neri, figlio d'Uguccione della Faggiuola, la signoria dei settantadue castelli che possedeva; » e vengono nominati per ordine. Il primo è il castello » della Faggiuola; vengono poi gli altri; e troviamo che » per ordine il castello di Corneto è posto il decimo. Come » mai potè asserire il Repetti, che il castello della Faggiuola non è mai esistito, se in quell'atto diplomatico è scritto il primo? e come mai cercarlo a Corneto, che è » un altro possesso di quella famiglia, quando questo ca» stello s'appella Corneto, e non Faggiuola; quando il primo è nel sarsinatense, e il secondo nel montefeltrense ? » Se il castello della Faggiuola è scritto e nominato il primo nell' atto della pace del 1353, ciò fu perchè era il più antico possesso della famiglia, e quello che diede origine al nome di lei.

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"Ci resta a provare, che il castello della Faggiuola » rimaneva nella diocesi di Montefeltro, mentre Corneto, » altro possesso de' Faggiuolani, restava in quella di Sar"sina; e che quella famiglia non era sarsinatense (come " afferma il Repetti) ma bensì del distretto e diocesi di » Montefeltro. Il Manni (Sigilli, tom. XX, pag. 75) cita "una Bolla di papa Gregorio, riferita dall' Ughelli nella sua Italia sacra, del 1375, IX, Non. Julii, per provare » che il castello della Faggiuola si trovava nella diocesi » di Montefeltro. Ora in questa Bolla il figlio d' Uguccione » è chiamato Nerius de Faggiuola domicellus Feretranc » Diœcesis. Da un documento poi di Lodovico il Bavaro è " provato in modo più positivo, che il castello della Faggiuola era situato nel distretto e nella diocesi di Monte» feltro. Noi sappiamo dalla storia, che ad ogni calata de

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gl'imperatori in Italia, i principi e signori ghibellini si " facevano rinnovare l'investitura dei loro possessi, o procuravano di legalizzare le loro conquiste, facendosele con» fermare dall' imperatore; il quale d'altra parte era molto prodigo di queste conferme o nuove investiture per le » ingenti somme, che ricavava dai signori. Così quando l'im"peratore Lodovico il Bavaro calò in Italia, tra le varie » concessioni e conferme fatte ai signori e Città, troviamo » anche un diploma, che contiene varii privilegii in favore » di Neri figlio d' Uguccione, e di Paulozzo d' Arrigo della Faggiuola (zio di lui), e tra le altre concessioni la con» ferma delle signorie e possessi di varii castelli. Il primo » nominato nel privilegio di Lodovico il Bavaro del 15 feb» braio 1329 è il castello della Faggiuola; poi seguono » altri castelli, posti insieme con quelli della Faggiuola in " districtu et diocesi Montisferetrii; vengono confermati " altri castelli, tra i quali Corneto, posti in Diœcesi Sar» sinatensi; e in ultimo sono annoverati altri castelli posti (come vi si dice) in Diœcesi Civitatis Castelli. L'impe"ratore concede inoltre ai Faggiolani tutte quelle terre, » che potranno conquistare in Italia sui nemici dell' impero; " la facoltà di creare notari pubblici, giudici ec., legitti " mare figli spurii ec. (Archivio delle Riform., Atti pubblici, class. XI, dist. ÌI, num. 20). Così in quel privilegio » di Lodovico il Bavaro si scorge, che i castelli dei Faggiolani sono distinti in tre categorie; prima vengono enu» merati quelli posti nella diocesi di Montefeltro, e primo » di tutti il castello della Faggiuola; poi quelli della dio» cesi di Sarsina, e tra questi Corneto; in ultimo quelli » situati nella diocesi di Città di Castello. Ora noi non >> riscontriamo, che un solo castello della Faggiuola; e » questo sempre scritto pel primo, come il più antico pos" sesso, e come quello dal quale derivò il nome e la signoria di quella famiglia. Lo stesso Lodovico il Bavaro " avea concesso a Uguccione della Faggiuola varii castelli " del Valdarno di sotto con suo diploma datato in Wimpina, del marzo 1315, e li confermò a suo figlio Neri » nel 1329. I castelli concessi da Lodovico il Bavaro a Uguccione sono quelli di Fucecchio, Castelfranco, Santa Croce, Santa Maria in Monte, Montecalvoli, Montefalcone, " e del Pozzo, posti nella diocesi lucana (Lettere patenti " di Lodovico il Bavaro ai Faggiolani, Archiv. delle Riformag., Atti pubblici, cl. XI, dist. III, num. 22. "bro XIV dei Capitoli, cl. XI, dist. I).

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Più avanti prosegue il Canestrini nella sua trattazione;

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e, dopo aver parlato di altre cose riguardanti Uguccione e la famiglia della Faggiuola, si fa a provare l'altra particolarità da lui asserita, cioè che il castello di Corneto fu edificato da' Faggiolani post riormente a quello onde presero il nome. Egli dice: « Dal testamento di Paulozzo della Faggiuola figlio d' Arrigo, del 1 ottobre 1394, (Archiv. delle Riformag., Atti pubblici, cl. XI, dist. II, num. 20) " si ricava che i nobili della Faggiuola appartenevano alla » diocesi di Montefeltro; e che Faggiuola e Corneto erano » due castelli diversi. In quel testamento Paulozzo lascia "cento fiorini d'oro ai Francescani dell' Alvernia; i ca"stelli di Faggiuola, Corneto, Selvapiana, Collario, San Stefano, e una casa in Borgo san Sepolcro alla Repub"blica fiorentina, nel caso che morisse senza figli legit» timi e naturali; con la proibizione ai Fiorentini di alie"nare quei castelli; altrimenti chiama erede il papa. E

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da una memoria, scritta nel 1426, e diretta a un Salviati, " in favore dei diritti delle Repubblica fiorentina sopra al"cuni castelli appartenenti alla famiglia dei Faggiolani, (Ricordo come le infrascritte terre e luoghi sono della Signoria di Firenze, Archiv. delle Riformag. cl. XI, » dist. II, num. 20), si parla delle vicende di quei castelli, " e di un ramo di quella famiglia. Il castello di Selvapiana (dice la memoria) giace nella valle di Bagno; fu signoreggiato da due fratelli carnali, Rigo e Cionarino, figli di Paulozzo il vecchio della casa di Faggiuola; e " lo tenevano giustamente e per più ragioni; primo, per» chè i loro antecessori (cioè i Faggiolani) edificarono le » infrascritte castella, cioè Selvapiana, San Stefano, Corneto, Cuotolo, Sant' Agnolo e molti altri luoghi. Di quei castelli Rigo e Cionarino furono da più imperatori privilegiati, e "possono mostrare i privilegii; per ciò non si posson dire "terre della Chiesa per le molte concessioni fatte loro da " più imperatori ec. "

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Dunque i documenti provano ad evidenza quello che asserì il Troya, cioè che il castello della Faggiuola, onde prese il nome il padre, se non pur l' avo, d' Uguccione, era posto nel Montefeltro, alle sorgenti del fiume Conca, rimanendo in mezzo alle due piccole città di Macerata feltria, e del feltrio Sanleo. Ond'è che del famoso capitano ghibellino potea ben dire il Poeta, che sua nazion sarà tra Feltro e Feltro.

FINE.

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CAPITOLO SECONDO. Degli antenati di Dante, co-
minciando da Cacciaguida. Origine della famiglia
Alighieri. Non Allighieri, ma Alighieri dee scriversi
il casato di Dante. [Secoli XII e XIII.]. ... 13

CAPITOLO TERZO. - Albero degli ascendenti di Dante.
Possessi della famiglia Alighieri. D'altre famiglie
Alighieri esistenti nel 1300 in Firenze [Secoli XII

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CAPITOLO QUARTO. Nascita, puerizia e gioventù di
Dante. Suoi studii. Brunetto Latini suo maestro.
Suo innamoramento per Beatrice. Contrae amicizia
con Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia e Lapo Gianni.
Guelfi e Ghibellini. Battaglia a Campaldino e asse-
dio di Caprona, a cui egli prese parte. Morte di
Beatrice. [1265-1290.]

DANTE,

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Vita.

...

21

. 32

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CAPITOLO QUINTO. - Dante prende moglie. Studia le scienze sacre. Si ascrive all' arte de' medici e speziali. Dell' industria e del commercio de' Fiorentini. Forma del governo di Firenze. Consegue Dante i pubblici officii. Va ambasciatore a San Gimignano. Ottiene il priorato. Giano Della Bella. I Neri e i Bianchi. I Donati e i Cerchi. Legazione di Fra Matteo d'Acquasparta. Carlo di Valois. Dante va ambasciatore a Bonifazio VIII. Influenza de' papi ne' governi d'Italia. Esilio di Dante. [1290-1302.]. Pag. 106

CAPITOLO SESTO. - Prima radunanza de' Bianchi in Gargonza; poi in Arezzo. I Bianchi a Forlì con Scarpetta degli Ordelaffi. Impresa di Pulicciano. Missione del paciaro cardinal Niccolò da Prato. Tentativo de' Bianchi di ripatriare sotto Baschiera Tosinghi. Prime peregrinazioni di Dante. Va allo Studio a Bologna. Clemente V. Legazione del cardinal Napoleone degli Orsini. Guerra di Montaccianico. Congresso de' Bianchi in San Gaudenzio. Dante a Padova; in Lunigiana presso i marchesi Malaspina. Sua legazione al vescovo di Luni. Torna Dante nel Casentino, e poi in Lunigiana. Frate Ilario. Dante a Parigi. Arrigo VII. Dante torna in Italia: sua lettera ai principi e popoli d' Italia. Inchina Arrigo, e torna nel Casentino. Scrive ai Fiorentini, e quindi ad Arrigo. Riforma di Baldo d' Aguglione. Storia d' Arrigo. Sua morte. [1302-1313.].

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...

CAPITOLO SETTIMO. Dante a Gubbio e a Fonte Avellana. Sua lettera ai cardinali italiani. Uguecione della Faggiuola signore di Pisa, e quindi di Lucca. Dante a Lucca. Battaglia di Montecatini. Terza condanna di Dante. Vien richiamato in patria ad umilianti condizioni, e ricusa. È accolto in Verona da Cane Scaligero; ed ei gli dedica il Pa

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