3. 107. Forte piangendo, alla riva malvagia, Caron dimonio, con occhi di bragia, Batte col remo qualunque s'adagia. POEG. 19. 104. Che la tua stanza mio pianger disagia, Nepote ho io di là, ch' ha nome Alagia, Non faccia lei, per esemplo, malvagia: 34. 95. La via è lunga, e 'l cammino è malvagio, Non era camminata di palagio, INF. Ch' avea mal suolo, e di lume disagio. AGLIA 23. 62. Dinanzi agli occhi, fatte della taglia, PURG› Se tu m' intendi: or fa sì, che ti vaglia. 15. 26. Schermar lo viso, tanto che mi vaglia, Non ti maravigliar, s' ancor t' abbaglia Messo è, che viene ad invitar ch'uom saglia. PAR. 16. INF. 2.9. FURG. 71. Che cieco agnello: e molte volte taglia. AGLIE 83. Come coltel di scardova le scaglie, AGLI 13. 152. Che spera in Talamone, e perderagli Ma più vi metteranno gli ammiragli. PAR. 25. 122. Meutrechè detto fu, Perchè t'abbagli, In terra è terra il mio corpo, e saragli Con l'eterno proposito s' agguagli. PAR. 26. AGLIO 20. Tolto m' avea del subito abbar baglio, 3. 128. E però se Caron di te si lagna, Finito questo la buia campagna 20. Dell' acqua, La mente di sudore ancor mi bagna. 9. 110. E veggio ad ogni man grande campagna, Si come ad Arli, ove 'I Rodano stagna, Ch' Italia chiude, e i suoi termini bagna, 26. Appiè dell' Alpe, che serra Lamagna, Per mille fonti credo, e più si bagna, che nel detto lago stagna. 8. Si leva, e guarda, e vede la campagna Ritorna a casa, e qua e là si lagna, Poi riede, e la speranza ringavagna. Sol con un legno, e con quella compagna L'un lito, e l'altro vidi infin la Spagna, E l'altre, che quel mare intorno bagna. 32. 93. Levati quinci, e non mi dar più lagna: Allor lo presi per la cuticagna, 24. 26. 101. O che capel qui su non ti rimagna: 33. 152. D'ogni costume, e pien d'ogni magagna, Che col peggiore spirto di Romagna In anima in Cocito già si bagna, PURG. 3. 2. Dispergesse color, per la campagna, I' mi ristrinsi alla fida compagna: Chi m'avria tratto su per la montagna? 15. 44. Che volle dir lo spirto di Romagna, Perch' egli a me: Di sua maggior magagua Se ne riprende, perchè men sen' piagna. 18. 98. Si movea tutta quella turba magna: Maria corse con fretta alla montagna: Punse Marsilia, e poi corse in Ispagna. 23. 125. Salendo, e rigirando la montagna, Tanto dice di farmi sua compagna, Quivi convien, che senza lui rimagna. PAR. 9. 47. Cangerà l'acqua, che Vincenza bagna, E dove Sile, e Cagnan s' accompagna, Che già per lui carpir si fa la ragua. 6. 110. De'tuoi gentili, e cura lor magagne, Vieni a veder la tua Roma, che piagne, Cesare mio, perchè non m'accompague ? 17. Sovr' a' sepolti le tombe terragne 12. Onde li molte volte se ne piagne, Che solo a' pii dà delle calcagne: 19. 59. Che sola sovra noi omai si piagne; Bastiti, e batti a terra le calcagne : Lo Rege eterno, con le ruote magne. 30. 107. Che m'intenda colui, che di là piagne, Non pur, per ovra delle ruote magne, Secondo che le stelle son compagne : 4. 119. Mi fur mostrati gli spiriti magni, I'vidi Elettra, con molti compagni, Cesare armato, con gli occhi grifagni. 16. 71. Con noi, per poco, e va là co i compagni, La gente nuova, e i subiti guadagni, Fiorenza, in te, sì che tu già ten' piagui: 25. 149. Ed era quei, che sol de' tre compagni, PURG. L'altro era quel, che tu, Gaville, piagni. 24. 125. Perchè non ebbe Gedeon compagni, Si accostati all' un de' duo vivagni, Seguite già da miseri guadagni. PAR. INF. 9. 131. Ch'ha disviate le pecore e gli agni, : AGNO 14. 119. Fanuo Cocito e qual sia quello stagno, Ed io a lui: Se 'l presente rigagno Perchè ci appar pure a questo vivagno? 12. 137. Così volse gli artigli al suo compagno, Ma l'altro fu bene sparvier grifagno, Cadder nel mezzo del bollente stagno. 23. 47. A volger ruota di mulin terragno, 8. Come 'I maestro mio, per quel vivagno, AGO 50. Che qui staranno, come porci in brago, Ed io: Maestro, molto sarei vago Prima che noi uscissimo del lago. 20. 119. Ch'avere inteso al cuoio e allo spago Vedi le triste, che lasciaron l'ago, Fecer malie con erbe e con imago. PURG. 19. 20. Che i marinari, in mezzo 'l mar, dismago. Io trassi Ulisse del suo cammin vago, Rado sen parte, sì tutto l'appago. 32. 131. Tra 'mbo le ruote, e vidi uscirne un drago, E come vespa, che ritragge l'ago, Trasse del fondo, e gissen vago vago. INF. AGRA 24. 143. Pistoia in pria di Negri si dimagra, Tragge Marte vapor di val di Magra, E con tempesta impetuosa ed agra 20. 8. 2. 119. 3. 4. 5. 6. 8. AGRO E cominciai: Come si può far magro, AI Ma per trattar del ben, ch'i'vi trovai, 20. Vero è, che 'n su la proda mi trovai 92. 10. 29. 13. 20. Ed io a lei: L'angoscia, che tu hai, 16. 27. 29. 19. Me, per l'alchimia, che nel mondo usai, Ed io dissi al poeta: Or fu giammai Certo non la Francesca sì d'assai. 30 71. Tragge cagion del luogo, ov'i' peccai, Ivi è Romena, là dov'io falsail Perch'io il corpo suso arso lasciai. 33. 47. All'orribile torre: ond' io guardai I' non piangeva, si dentro impietrai: Disse, Tu guardi sì, padre: che hai? 34. 68. Ma la notte risurge, e oramai Com'a lui piacque, il collo gli avvinghiai: 1. 107. Lo Sol vi mosterrà, che surge omai: Al duca mio, e gli occhi a lui drizzai. 86. Allor conobbi, chi era, e pregai Risposemi Così, com'i' t'amai Però m'arresto; ma tu perchè vai? 4. 41. E la costa superba, più assai, Io era lasso: quando i' cominciai: 8. 41. Si che i suo'raggi tu romper non fai. 9. 11. Vinto dal sonno, in su l'erba inchinai, 11. Forse a memoria de' suoi primi guai, 1. O Padre nostro, che ne' Cieli stai, Ch'a' primi effetti di lassù tu hai, 11. Nel corpo ancora inver lo Ciel ten' vai, Onde vieni, e chi se': che tu ne fai Quanto vuol cosa, che non fu più mai. 16. 47. Del mondo seppi, e quel valore amai, Per montar su dirittamente vai : Che per me preghi, quando su sarai. 17. 89. Volgi la mente a me, e prenderai Nè creator, nè creatura mai, O naturale, o d'animo; e tu 'I sai. 18. 143. E tanto d'uno in altro vaneggiai, El pensamento in sogno trasmutai. 21. 53. Chal sommo de' tre gradi, ch'io parlai, Trema forse più giù poco, od assai: Non so come, quassù non tremò mai : 22. 93. Cecilio, Plauto, e Varro, se lo sai: Costoro, e Persio, ed io, e altri assai, Che le Muse lattar, più ch'altro mai, 23. 92. La vedovella mia, che tanto amai, 19 |