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PAR.

Tre passi ci facea 'l fiume lontani:
Ancora freno a tutti orgogli umani,

10. 119. Quell' avvocato de' templi Cristiani,
Or se tu l'occhio della mente trani,
Già dell'ottava con sete rimani:
35. Ciò che tu vuoi, che tu conservi sani,
Vinca tua guardia i movimenti umani:
Per li miei prieghi, ti chiudon le mani.

33.

NF.

ANNA

18. 95. Tal colpa a tal martirio lui condanna: Con lui sen' va chi da tal parte inganna: Sapere, e di color, che 'n sè affanna. 68. Con gli altri, innanzi agli altri apri la canna, E disse: O tu cui colpa non condanna, Se troppa simiglianza non m'inganna:

28.

PURC.
II.

11. Fan sacrificio a te, cantando Osanna, Da oggi a noi la cotidiana manna, A retro va, chi più di gir s' affanna. 23. 107. Di quel, che 'l ciel veloce loro ammanna, Che se l'antiveder qui non m' inganna, Colui, che no si consola con nanna. 47. Che l'obbietto comun, che 'l senso inganna. La virtù, ch'a ragion discorso ammanna, E nelle voci del cantare Osanna.

29.

PAR.

12.

19.

So. O madre sua veramente Giovanna,

Non per lo Mondo, per cui mo s'affanna Ma per amor della verace manna, 77. Ov' è questa giustizia, che 'l condanna? Or tu chi se', che vuoi sedere a scranna, Con la veduta corta d'una spanna? 32. 131. Quel duca, sotto cui visse di manna Di contro a Pietro vedi sedere Anna, Che non muove occhio, per cantare Osanna.

INF.

ANNE

6. 23. Le bocche aperse, e mostrocci le sanne :
E'l duca mio distese le suc spanne
La gittò dentro alle bramose canne.

INF.

ANNI

12. 104. El gran Centauro disse, Ei son tiranni,
Quivi si piangon gli spietati danni:
Che fe' Cicilia aver dolorosi anni:

15. 38. S'arresta punto, giace poi cent' anni,
Però va oltre, i' ti verrò a' panni,

19.

27. 38

Cha va piangendo i suoi eterni danni. 17. Che quei, che son nel mio bel san Giovanni L'un degli quali, ancor non è molt'anni, E questa fia suggel, ch'ogni uomo sganni. Sanza guerra ne'cuor de' suoi tiranni. Ravenna sta, come stata è molti anni : Si che Cervia ricuopre co' suoi vanni. 33. 137. Egli è ser Branca d'Oria, e son più anni I' credo, diss' io lui, che tu m'inganni: E mangia, e bee, e dorme, e veste panni.

PURG.

13. 110.

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2.

Fossi chiamata, e fu' degli altrui danni
E perchè tu non credi ch' i' t' inganni,
Già discendendo l'arco de' mie' anni,
65. Lasciala tal, che di qui a mill'anni,
Com' all' annunzio de' futuri danni
Da qualche parte, il periglio l'assanni:
26 Di questa fiamma stessi ben mill' anni,
E se tu credi forse, ch'io t'inganni,
Con le tue mani, al lembo de' tuo' panni.

29. Moisè, Samuello, e quel Giovanni,

Non hanno in altro Cielo i loro scanni, Nè hanno all' esser lor più, o meno anni. 2. M'ebbe chiarito, mi narrò gl'inganni,

Ma disse: Taci, e lascia volger gli anni:
Giusto verrà dirietro a' vostri danni.
23. Quai son gli vostri antichi, e quai fur gli auui,
Ditemi dell'ovit di San Giovanni,

Tra esso degne di più alti scanni?

80. Per la novella età, che pur nove anni
Ma pria che 'l Guasco l'alto Arrigo inganni,
In non curar d'argento, nè d'affanni.
Della Donna del Cielo, e gli altri scanni
Così di contra quel del gran Giovanni,
Sofferse, e poi l'Inferno da due anni:

23.

ANNO

110. A far lor pro, ed a fuggir lor danno, Venni quaggiù dal mio beato scanno, Ch'onorate, e quei, ch'udito l'hanno. 4. 131. Vidi 'l maestro di color che sanno, Tutti l'ammiran, tutti onor gli fanno. Che innanzi agli altri più presso gli stanno. 74. Parlerei a que' duo, che 'nsieme vanno Ed egli a me: Vedrai, quando saranno Per quell' amor ch' ei mena; e quei verranno. 56. Che tutte queste a simil pena stanno, Io gli risposi Ciacco, il tuo affanno

5.

6.

:

Ma dimmi, se tu sai, a che verranno 10. 11. Quando di Josaffà qui torneranno, Suo cimitero da questa parte hanno Che l'anima col corpo morta fanno. 13. 8. Quelle fiere selvagge, che 'n odio hanno Quivi le brutte Arpie lor nido fanno, Con tristo annunzio di futuro danno. 19. 56. Per lo qual non temesti torre a 'nganno, Tal mi fec' io, qua' son color, che stanno, Quasi scornati, e risponder non sanno. 1. In quella parte del giovinetto anno,

24.

PURG.

3.

11.

E già le notti al mezzo di sen' vanno:

So. Ad una, a due, a tre, e l'altre stanno
E ciò, che fa la prima, e l'altre fanno,
Semplici e quete, o lo 'mperchè non sanno.
65. Ch'i ne morî, come i Senesi sanno,

I' son Omberto: e non pure a me danno
Ha ella tratti seco nel malanno:
12. 125. Che non pur non fatica sentiranno,
Allor fec'io come color, che vanno

Se non che i cenni altrui sospicciar fanno: 2. 14. Comincia' io? ed egli: Ombre, che vanno Si come i peregrin pensosi fanno,

Che si volgono ad essa, e non ristanno : 28. 95. Per sua diffalta in pianto, ed in affanno, Perchè 'l turbar, che sotto da se fanno Che quanto posson dietro al calor vauno,

PAR.

2. 119. Le distinzion, che dentro da sè hanno, Questi organi del Mondo così vanno,

Che di su prendono, e di sotto fanno. 4. 107. Che la forza al voler si mischia, e fanno Voglia assoluta non consente al danno: Se si ritrae, cadere in più affanuo. 7. 134. E quelle cose, che di lor si fanno, Creata fu la matcria, ch' egli hanno: In queste stelle, che 'ntorno a lor vanno. 11. 128. E vagabonde più da esso vanno,

Ben son di quelle, che temono 'l danno, Che le cappe fornisce poco panno. 16. 74. Come son ite, e come se ne vanno, Udir, come le schiatte si disfanno, Poscia che le cittadi termine hanno. 29. 104. Quante sì fatte favele per anno,

32.

Si che le pecorelle, che non sanno, E non le scusa non veder lor danno. 26. Di voto i semicircoli, si stanno

E come quinci il glorioso scanno

INF.

Di sotto lui cotanta cerna fanno,

ANO

4. 86. Mira colui, con quella spada in mano, Quegli è Omero poeta sovrano:

Ovidio è 'l terzo, e l'ultimo è Lucano. 7. 110. Vidi genti fangose in quel pantano,

Questi si percotean, non pur con mano, Troncandosi co' denti a brano a brano. 10. 101. Le cose, disse, che ne son lontano;

Quando s'appressano, o son, tutto è vano Nulla sapem di vostro stato umano. 13. 128. E quel dilacerato a brano a brano,

Presemi allor la mia scorta, per mano, Per le rotture sanguinenti, invano. 17. 68. Sappi, che 'l mio vicin Vitaliano

20.

22.

Con questi Fiorentin son Padovano; Gridando, Vegna il cavalier sovrano, 53. Vide terra nel mezzo del pantano,

Li,

, per fuggire ogni consorzio umano, E visse, e vi lasciò suo corpo vano. 83. Ch'ebbe i nimici di suo donno in mano, Denar si tolse, e lasciògli di piano, Barattier fu non picciol, ma sovrano. 27. 86. Avendo guerra presso a Laterano,

30.

Che ciascun suo nimico era Cristiano, Nè mercatante in terra di Soldano: 2o. 74. Se mai torni a veder lo dolce piano, E fa saper a' duo miglior di Fano, Che, se l'antiveder qui non è vano, 2. Per Semele, contra 'I sangue Tebano, Attamante divenne tanto insano, Andar carcata da ciascuna mano, 26. Quanto 'l senso s'inganna di lontano: Poi caramente mi prese per mano, Acciocchè fatto men ti paja strano, 33. 146. Nel corpo suo, e d'un suo prossimano, Ma distendi oramai in qua la mano, E cortesia fu lui esser villano.

31.

FURG.

1. 116. Che fuggìa 'nnanzi, sì che, di lontano,
Noi andavam per lo solingo piano,
Che 'nfino ad essa li pare ire in vano.

3. 65. Rispose: Andiamo in là, ch'ei vegnon piano; Ancora era quel popol di lontano,

Quant'un buon gittator trarria con mano

5. 95. Traversa un'acqua, ch'ha nome l'Archiano, Là 've 'l vocabol suo diventa vano, Fuggendo a piede, e sanguinando il piano.

8.

9.

10.

22.

5. Pange, se ode squilla di lontano,

Quand' io 'ncominciai a render vano Surta, che l'ascoltar chiedea con mano. 80. Vidil seder sopra 'l grado soprano. E una spada nuda aveva in mano, Ch'i' dirizzava presso l viso in vano. 20. Di nostra via, ristemmo su 'n un piano Dalla sua sponda, ove confina il vano, Misurrebbe in tre volte un corpo umano: 71. Torna giustizia, e primo tempo umano Per te poeta fui, per te Cristiano.

A colorar distenderò la mano.

32. 98. Le sette Ninfe, con que'lumi in mano,
Qui sarai tu poco tempo silvano,

PAR.

4. 44

6.

9.

10.

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Di quella Roma, onde Cristo è Romano:

A vostra facultate, e piedi e mano

E santa Chiesa, con aspetto umano,
E l'altro che Tobia rifece sano.

8. Governò 'l Mondo lì, di mano in mano,
Cesare fui, e son Giustiniano,

D'entro alle leggi trassi il troppo e 'l vano 86. Tanto sen' va, che fa meridiano,

Di quella valle fu'io littorano,

Lo Genovese parte dal Toscano. 17. Molta virtù nel Ciel sarebbe in vano, E se dal dritto, più o men lontano, E giù, e su dell'ordine mondano. 12. 134. E Pietro Mangiadore, e Pietro Ispano, Natan profeta, e 'l metropolitano

Ch' alla prim' arte degnò poner mano; 21. 119. Fertilemente: ed ora è fatto vano, In quel luogo fu' io Pier Damiano: Di nostra Donna in su 'l lito Adriano. 26. 44. L'alto preconio, che grida l'arcano Ed io udi: Per intelletto umano,

De' tuoi amori a Dio Guarda 'I sovrano. 27. 44. E Sisto, e Pio, e Calisto, e Urbano Non fu nostra 'ntenzion, ch'a destra mano Parte dall' altra del popol Cristiano:

30.

1. Forse semila miglia di lontano China già l'ombra, quasi al letto piano, 31. 35. Stupefacènsi, quando Laterano Io, che al divino dall' umano,

PURG.

27.

E di Fiorenza in popol giusto e sano,

ANSE

74. Che la natura del monte ci affranse
Quali si fanno, ruminando, manse

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