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18.

19.

23.

Così la mia virtù quivi mancava. 2. L'alto dottore, e attento guardava

Ed io, cui nuova sete ancor frugava, Lo troppo dimandar, ch'io fo, li grava. 11. Le fredde membra, che la notte aggrava, La lingua, e poscia tutta la drizzava, Come amor vuol, così le colorava. 20. Venendo, e trapassando, ci ammirava Negli occhi era ciascuna oscura e cava, Che dall'ossa la pelle s'informava. 53. Pur di Beatrice ragionando andava, Guidavaci una voce, che cantava Venimmo fuor, là ove si montava. 31. 122. La doppia fiera dentro vi raggiava, Pensa, Lettor, s'io mi maravigliava, E nell'idolo suo si trasmutava.

27.

PAR.

2.

8.

9.

18.

20. Del deiforme regno cen' portava

Beatrice in suso, ed io in lei guardava :
E vola, e dalla noce si dischiava,
56. Che s'io fossi giù stato, io ti mostrava
Quella sinistra riva, che si lava

Per suo signor a tempo m'aspettava:
23. Del suo profondo, ond' ella pria cantava,
In quella parte della terra prava

E le fontane di Brenta e di Piava,
2. Quello spirto beato, ed io gustava

E quella donna, ch'a Dio mi menava,
Presso a colui, ch'ogni torto disgrava.
33. 10. Fosse nel vivo lume, ch'io mirava,
Ma per la vista che s' avvalorava
Mutandom'io, a me si travagliava.

PAR.

19.

INF.

3.

PURG.

AUDE

35. Muove la testa, e con l'ale s'applaude, Vid'io farsi quel segno, che di laude Con canti, quai si sa chi lassù gaude.

AVE

80. Temendo, no 'l mio dir gli fusse grave, Ed ecco verso noi venir, per nave, Gridando, Guai a voi auime prave:

4. 89. Che sempre al cominciar di sotto è grave, Però quand'ella ti parrà soave,

10.

Com'a seconda giù l'andar per nave:
38. Quivi intagliato in un atto soave,

Giurato si saria, ch'ei dicesse AVE:
Ch' ad aprir l'alto amor volse la chiave.

20. 77. Guadagnerà, per sè tanto più grave, L'altro, che già uscì preso di nave, Come fan li corsar dell' altre schiave.

PAR.

3. 119.

Che del secondo vento di Soave
Cosi parlommi: e poi cominciò, AVE,
Come, per acqua cupa, cosa grave.
16. 32. Così, con voce più dolce e soave,

INF.

Dissemi: Da quel dì, che fu detto AVE
S'alleviò di me ond'era grave,

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AVI

4. 110. Per sette porte intrai, con questi savi:
Genti v'eran, con occhi tardi, e gravi,
Parlavan rado, con voci soavi.

13. 56. Ch'i' non posso tacere: e voi non gravi,
I' son colui, che tenni ambo le chiavi
Serrando e disserrando, sì soavi,
19. 101. La reverenzia delle somme chiavi,
I' userei parole ancor più gravi;

Calcando i buoni, e sollevando i pravi. 27. 104. Come tu sai: però son duo le chiavi, Allor mi pinser gli argomenti gravi,

30. 107.

PURG.

E dissi: Padre, da che tu mi lavi

Lo muover, per le membra, che son gravi,
Ond' ei rispose: Quando tu andavi

Ma si e più l'avei, quando coniavi.

9. 113. Col punton della spada, e, Fa che lavi, Cenere, o terra, che secca si cavi,

E di sotto da quel trasse duo chiavi. 30. 83. Di subito, In te, Domine, speravi, Si come neve tra le vive travi, Soffiata e stretta dalli venti Schiavi,

PAB.

5.

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E fe' pianger di sè e i folli ei savi, Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: E non crediate, ch'ogni acqua vi lavi. 35. A cui nostro Signor lasciò le chiavi, Tenta costui de' punti e lievi e gravi, Per la qual tu su per lo mare andavi. 32. 125. Di santa Chiesa, a cui Cristo le chiavi E que', che vide tutt'i tempi gravi, Che s'acquistò con la lancia, e co' chiavi,

PAR

32.

AUSA

59. A vera vita non è sine causa:

Lo rege, per cui questo regno pausa
Che nulla volontade è di più ausa.
Vol. IV.

6

PAR.

AUSTO

14. 89. Ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto, E non er' anco del mio petto esausto Esso litare stato accetto e fausto:

PURG.

32.

PURG.

AUSTRO

95. Come guardia lasciata li del plaustro,
In cerchio le facevan di sè claustro
Che son sicuri d'Aquilone e d'Austro.

AZIA

14. 14. Tanto maravigliar della tua grazia,
Ed io: Per mezza Toscana si spazia,
E cento miglia di corso nol sazia:
21. 1. La sete natural, che mai non sazia,
Sammaritana dimandò la grazia,

26. 59. Donn'è di sopra, che n'acquista grazia, Ma se la vostra voglia maggior sazia

Ch'è pien d'amore, e più ampio si spazia, 28. 134. E avvenga ch'assai possa esser sazia Darotti un corollario ancor per grazia, Se oltre promission teco si spazia.

PAR.

3.

89. In Cielo è Paradiso, etsi la grazia

Ma si com'egli avvien, s'un cibo sazia, Che quel si chiere, e di quel si ringrazia: 4. 122. Che basti a render voi grazia per grazia: Io veggio ben, che giammai non si sazia Di fuor dal qual nessun vero si spazia. 5. 116. Del trionfo eternal concede grazia,

10.

Del lume, che per tutto 'l Ciel si spazia, Da noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia. 50. Dell'alto padre che sempre la sazia, E Beatrice cominciò: Ringrazia, Sensibil t'ha levato, per sua grazia, 71. Veder non può della divina grazia; Qual lodoletta, che 'n aere si spazia Dell' ultima dolcezza, che la sazia, 31. 101. Tutto d'amor, ne farà ogni grazia Quale è colui, che forse di Croazia Che per l'antica fama non si sazia,

20.

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18. 134. Al drudo suo, quando disse, Ho io grazie E quinci sien le nostre viste sazie.

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30. 74. Prima che tanta sete in te si sazii :

INF.

Anche soggiunse: Il fiume, e li topazii
Son di lor vero ombriferi prefazii :

AZIO

8. 56. Ti si lasci veder, tu sara' sazio: Dopo ciò poco vidi quello strazio Che Dio ancor ne lodo, e ne ringrazio. 53. Se' tu già costì ritto, Bonifazio?

19.

PORG.

24.

Se'tu si tosto di quell'aver sazio,

La bella donna, e di poi farne strazio?

29. Ubaldin dalla Pila, e Bonifazio,

Vidi Messer Marchese, ch'ebbe spazio E si fu tal, che non si senti sazio. 33. 134. La bella donna mossesi, e a Stazio S'io avessi, Lettor, più lungo spazio Lo dolce ber, che mai non m'avria sazio.

PAR.

INF.

32.

ISF.

83. Disaguaglianza: e però non ringrazio,
Ben supplico io a te, vivo topazio,
Perchè mi facci del tuo nome sazio.

AZZI

68. Sappi, ch'i' fu'il Camicion de' Pazzi,
Poscia vid'io mille visi cagnazzi,
E verrà sempre de' gelati guazzi.

AZZO

12. 139. A Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo,
Poi si rivolse, e ripassossi 'guazzo.
Cominciò egli a dire, e tu, Cagnazzo,
Libicocco vegna oltre, e Draghignazzo,
E Farfarello, e Rubicante pazzo.

21. 119.

PURG. 23.

INF.

68. L'odor, ch' esce del pomo e dello sprazzo,
E non pure una volta questo spazzo,
Io dico pena, e dovre' dir sollazzo :

E

4. 56. D' Abel suo figlio, e quella di Noè,
Abraam patriarca, e David re:
E con Rachele, per cui tanto fe':

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8. Lo Ciel perdei, che per non aver fè:
Qual è colui, che cosa innanzi a sè
Che crede, e nò, dicendo, Ell'è, non è,

41. Quivi parevi morto in Gelboè,

O folle Aragne, si vedea io te,
Dell'opera, che mal per te si fe'.

33. 8.

INF.

A lei di dir: levata dritta in piè,
Modicum, et non videbitis me:
Modicum, et vos videbitis me.

EA

4. 122. Tra' quai conobbi ed Ettore, ed Enea, Vidi Cammilla, e la Pentesilea, Che con Lavina sua figlia sedea. 13. 131. E menommi al cespuglio, che piangea, O Jacopo, dicea, da sant'Andrea, Che colpa ho io della tua vita rea? Vede lucciole giù per la vallea, Di tante fiamme tutta risplendea Tosto che fui là 've 'l fondo parea. 33. 122. Ed egli a me: Come 'l mio corpo stea, Cotal vantaggio ha questa Tolommea, Innanzi, ch' Atropòs mossa le dea.

26. 29.

PURG.

5.

74.

7. 92.

Ond' uscì I sangue, in sul quale io sedea, Là dov'io più sicuro esser credea: Assai più là, che dritto non volea. D'aver negletto ciò, che far dovea, Ridolfo Imperador fu, che potea Si che tardi per altro si ricrea. 9. 140. E Te Deum laudamus, mi parea Tale immagine appunto mi rendea Quando a cantar con organi si stea: 47. Disse dolce maestro, che m'avea Perch'io mi mossi col viso, e vedea Onde m'era colui, che mi movea, 19. Vidi gente, per esso, che piangea, Adhaesit pavimento anima mea, Che la parola appena s' intendea. 95. Prima raggiò nel monte Citerea, Giovane e bella in sogno mi parea Cogliendo fiori, e, cantando, dicea,

10.

27.

PAR. 13.

71.

53. Non è se non splendor di quella idea,
Che quella viva luce, che si mea

Da lui, nè dall' amor, che 'n lor s'intrea; 23. 29. Un Sol, che tutte quante l'accendea, E la viva luce trasparea,

per

Nel viso mio, che non la sostenea. 24. 116. Esaminando, già tratto m' avea, Ricomincio: La grazia, che donnea, Insino a qui, com'aprir si dovea; 86. Di questa aiuola, ma 'l Sol procedea, La mente innamorata, che donnèa, Ad essa gli occhi più che mai ardea.

27.

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