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OF THE

UNIVERSITY

OF

CALIFORNIA

Chi facesse una storia dell'amore in Italia, farebbe forse la più evidente che si possa de' costumi de' vari secoli di essa.

BALBO, Vita di Dante.

Se non andiamo errati, la Fiammetta costituisce, sotto un certo aspetto, un riscontro alla Vila Nuova di Dante.

BURCKHARDT, Civillà del rinascimento.

Dante's Erhöhung ging aus von seiner Liebe zu Beatrice, die sich dann in ihm zu religiöser Liebe verklärte, während seine Tapferkeit und Kühnheit sich zur Energie einer religiösen Kunstanschauung erhob, in welcher er sich, was sonst Niemand wagen würde, zum Weltrichter über die Menschen machte, und sie der Hölle, dem Fegefeuer und Himmel zutheilte. Als Gegenbild dieser Erhöhung stellt Boccaccio die Liebe Theils in ihrer Heftigkeit der Leidenschaft, Theils ganz leichtfertig ohne Sittlichkeit dar.

HEGEL'S, Aesthetik.

I.

Trasportatevi col pensiero alla orribile crociata, che nel 1203 Innocenzo III bandiva contro li Albigesi. Quale scossa violenta deve aver portato quella guerra di sterminio ai pacifici abitatori del mezzogiorno di Francia! Là in quel paese dell'armonia, dove la canzone del trovatore spuntava baldanzosa sotto li sguardi

della bionda castellana, e nelle battaglie amorose dei partimens esercitavansi li ingegni in una nuova e curiosissima scherma di acume; in quel paese sorridente e per la bellezza della natura e per lo accordo mirabilmente monotono delli animi in un solo sentimento, dilagante per tutte le classi sociali; si udirono i bellici squilli delle trombe, e i castelli ancora echeggianti la canzone trovadorica guarnironsi d'armi, e levati i ponti, apparvero, per la stranezza medesima del loro atteggiarsi, più sinistri, più terribili. Allora sì che fu un riversarsi generale di quei poveri amanti poeti nella nostra penisola. Le corti di Monferrato, di Este, di Verona, dei Malaspina in val di Macra, e segnatamente poi quella di Federigo II, s'empirono di trovatori emigranti, che, sdegnosi in sulle prime, toccarono a suon di guerra le corde della loro mandòla, e fatte tacere le soavi rime delle canzoni, temprarono il verso alle sdegnose querele del sirventese. Parve che i costrutti della lingua occitanica si mutassero per nuova e rapidissima evoluzione di pensiero, che il metro si alzasse ad altezza pindarica, fiero e minaccioso, che le parole stesse, più brevi, più recise, valessero sfida; allorchè Guglielmo Figuieras, il poeta cupo e melanconico, che rifuggiva dalle corti e dilettavasi di frequentar coi borghesi (1), lanciava contro Roma la tremenda imprecazione:

(1) FAURIEL, Dante et les origines de la langue et littérature italiennes, vol. I, leç. VII. GRAF, Provenza e Italia, p. 21.

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Per tal modo l'influenza provenzale in Italia fu considerevolmente aumentata. Dico aumentata, perchè anche prima della guerra contro li Albigesi le corti cui accennai poco sopra, specialmente quella di Monferrato, erano state frequentate da alcuni trovatori, fra i quali si distinsero Augier di Vienne (2), Bernardo di Ventadour, Pietro Vidal, Cadenet, Guglielmo

(1) Raynouard, Choix des poésies des troubadours, vol. IV, p. str. v e xx.

309.

(2) Il FAURIEL mostra credere che costui fosse il più antico trovatore che soggiornasse in Italia. Di lui si ha una canzone composta in occasione dell'incoronamento di Federigo Barbarossa (verso il 1154). A dir vero mi sembra che i documenti scarseggino un poco troppo su quanto riguarda questo poeta.

Faidit e Rambaldo di Vaqueiras. Erano trovatori insigni, ed i signori italiani li accoglievano di buon grado, giacchè per essi si aumentava nome e sfarzo alle loro corti. L'ultimo in particolar modo, il Vaqueiras, mostrò per l'Italia e per le cose nostre un affetto speciale, poichè in una lingua, che avrebbe tutte le buone intenzioni di essere genovese, egli scrisse parte di un suo contrasto, del quale avrò a toccare in appresso: in un pseudoitaliano poetò nel descort di cinque lingue, che lo rese famoso per istranezza (1); e di amori illustri italiani, sembra anche bene e poco platonicamente corrisposti, si ebbe impunemente a gloriare (2). Ma l'affluire dei poeti provenzali dopo la crociata fu stragrande: e la Sicilia

(1) Riport. dal MEYER nel suo Recueil d'anciens textes bas-latin, provençaux et français, vol. I, p. 89.

(2) Nessuno ignora li amori del Vaqueiras con la contessa Beatrice, sorella di Bonifacio di Monferrato, cantata sotto il nome di bhels cavaliers. « Enamorat se de la seror del marques, que avia nom ma dona << Biatritz, que fo molher d'en Enric del Carret, e trobava de lieis << mantas bonas cansos. Et apelava la Bels Cavayers en sas cansos; e « fon crezut qu'ela li volgues ben per amor ». Per lei egli cantò il celeberrimo carros, poesia originalissima semiguerresca e semiamorosa, di cui per una curiosità riporto la strofa che a me sembra più bella:

La Poestat se vana
De far ost en arrenc,

E sona 'l campana,

E lo vielhs comuns venc;
E dis per ufana

Que chascuna desrenc;

Pueis ditz

Que 'l bella Biatritz

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