no; conciossiachè tutte le cose che cantiamo, o circa il destro o circa il sinistro si canta; cioè che alcuna volta accade suadendo, alcuna volta dissuadendo cantare, ed alcuna volta allegrandosi, alcuna volta con ironia, alcuna volta in laude, ed altra in vituperio dire. E però le parole, che sono circa le cose sinistre, vadano sempre con fretta verso la fine, le altre poi con lunghezza condecente vadano passo passo verso l'estremo... 250 SUMMA CAPITUM LIBRI PRIMI. I. Quid sit vulgaris locutio, et quo differat a gramatica. . Pag. 140 II. Quod solus homo habet commercium sermonis. 142 III. Quod necessarium fuit homini commercium sermonis. 144 IV. Cui homini primum datus est sermo, quid primo dixit, et sub quo idiomate ... 146 V. Ubi, et cui primum homo locutus sit. 150 VI. Sub quo idiomate primum locutus est homo, et unde fuit au ctor hujus operis . . . 152 VII. De divisione sermonis in plures linguas. 154 VIII. Subdivisio idiomatis per orbem, et præcipue in Europa. 158 IX. De triplici varietate sermonis, et qualiter per tempora idem idioma mutatur, et de inventione gramaticæ. 160 X. De varietate idiomatis in Italia a dextris et a sinistris montis Appennini 166 XI. Ostenditur Italiæ aliquos habere idioma incomptum et ineptum. . 170 XII. De idiomate siculo et apulo. . . 172 XIII. De idiomate Tuscorum et Januensium. . 176 XIV. De idiomate Romandiolorum, et de quibusdam transpadanis et XV. Facit magnam discussionem de idiomate bononiensi. XVII. Quare hoc idioma illustre vocetur. 182 186 188 XVIII. Quare hoc idioma vocetur cardinale, aulicum et curiale. . 190 INDICE DE' CAPITOLI DEL LIBRO PRIMO. 251 I. Che cosa sia il parlare volgare, e com' è differente dal gram- Pag. 141 II. Che l'uomo solo ha il commercio del parlare. . 143 III. Che fu necessario all' uomo il commercio del parlare. 145 IV. A che uomo fu prima dato il parlare, e che disse prima, ed in che lingua. 147 V. Dove, ed a cui prima l'uomo abbia parlato. 151 VI. Di che idioma prima l'uomo parlò, e donde fu l'autore di quest' opera 153 VII. Della divisione del parlare in più lingue. 155 VIII. Suddivisione del parlare per il mondo, e specialmente in 159 IX. Delle tre varietà del parlare, e come col tempo il medesimo parlare si mula, e della invenzione della grammatica . . . 161 X. Della varietà del parlare in Italia dalla destra e sinistra parte dell'Appennino . . . 167 XI. Si dimostra, che alcuni in Italia hanno brutto ed inornato XIV. Dello idioma di Romagna, e di alcuni transpadani, e special mente del Veneto. 181 XV. Fa gran discussione del parlare bolognese . 183 XVI. Dello eccellente parlar volgare, il quale è comune a tutti gli XVIII. Perchè questo parlare si chiami cardinale, aulico e corti giano. 191 XIX. Quod idiomata italica ad unum reducuntur, et illud appella tur latinum. LIBRI SECUNDI. Pag. 192 I. Quibus conveniat uti polito et ornato vulgari, et quibus non conveniat 194 200 II. In qua materia conveniat ornata eloquentia vulgaris. VIII. Quid sit cantio, et quod pluribus modis variatur 220 224 IX. Quæ sint principales in cantione partes, et quod stantia in cantione principalior pars est. 228 X. Quid sit cantus stantiæ, et quod stantia variatur pluribus modis in cantione. 23.) XI. De habitudine stantiæ, de numero pedum et syllabarum, et de distinctione carminum ponendorum in dictamine. 234 XII. Ex quibus carminibus fiant stantiæ, et de numero syllabarum in carminibus. 238 XIII. De relatione rithimorum, et quo ordine ponendi sunt in stantia. 242 XIV. De numero carminum et syllabarum in stantia. 246 XIX. Che i volgari italici in uno si riducono, e quello si chiama italiano. DEL LIBRO SECONDO. Pag. 193 I. Quali sono quelli che denno usare il volgare illustre e quali II. In qual materia stia bene usare il volgare illustre .. 201 209 213 217 VII. Dei vocaboli che si denno ponere nelle canzoni, e di quelli che ponere non si denno. 221 VIII. Che cosa sia canzone, e che in più maniere può variarsi . IX. Quali siano le principali parti della canzone, e che la stanzia n'è la parte principalissima. . 225 229 X. Che sia il canto della stanzia, e che la stanzia si varia in parecchi modi nella canzone. . . 231 XI. Della abitudine della stanzi, del numero de' piedi e delle sillabe, e della distinzione de' versi che sono da porsi nel componimento 235 XII. Della qualità dei versi, che nella stanzia si pongono, e del numero delle sillabe nei versi. 239 XIII. Della relazione delle rime, e con qual ordine nella stanzia si denno porre. 243 XIV. Del numero de' versi e delle sillabe nella stanzia 247 |