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romano non sia al romano pontefice in alcuna cosa soggetto: conciossiachè questa mortale felicità alla felicità immortale sia ordinata. Cesare adunque quella reverenza usi a Pietro, la quale il primogenito figliuolo usare verso il padre debbe, acciocchè egli illustrato dalla luce della paterna grazia, con più virtù il circolo della terra illumini. Al quale circolo è da colui solo preposto, il quale è di tutte le cose spirituali e temporali governatore.

QUESTIO

DE AQUA ET TERRA.

LA QUESTIONE

DELL' ACQUA E DELLA TERRA.

NOTIZIE PRELIMINARI.

Trovandosi Dante in Mantova, insorse, secondo ch' egli stesso racconta, una questione, la quale quantunque trattata assai volte, era rimasta indeterminata. Aggiravasi essa intorno al sito e alla figura dell' Acqua e della Terra; ma più particolarmente ristringevasi a questo, di ricercare se l'Acqua nella sua sfericità, vale a dire nella sua propria circonferenza, fosse in qualche parte più alta della Terra. E per i più risolvevasi la questione affermativamente. Laonde essendo io, dice Dante medesimo, fin dalla fanciullezza nutrito nello studio della verità, non soffersi di lasciare indecisa la prefata questione; ma piacquemi dimostrare il vero intorno ad essa, é gli argomenti addotti in contrario risolvere si per amore della verità, come per avversione alla falsità. E degli argomenti addotti per la risoluzione affermativa, tralasciatine alcuni per la loro leggerezza, cinque Dante ne ritenne, che sembravano avere una qualche efficacia, e questi pienamente confutò.

La tesi filosofica fu da lui sostenuta colle forme scolastiche di quel tempo nella città di Verona, nel tempietto di sant' Elena, il dì 20 gennaio dell' anno 1320, alla presenza di tutto il clero veronese. Dopo di che, affinchè il livore di molti (son pur queste parole di Dante), i quali sogliono fabbricar menzogne a danno degli assenti, non abbia a trasmutare le cose dette bene, ho voluto sopra queste carte, scritte di mio pugno, lasciar ciò che da me fu determinato, e disegnare colla penna la forma di tutta la disputa.

Rispetto all' autenticità di questo scritto giudico, come pur giudicò il Torri, tempo perduto il sostenerla contro i pochi oppositori, dappoichè la massima parte de' biografi ed espositori di Dante sono concordi nel riconoscerlo per lavoro di lui. E se a persuaderne di ciò (dice il citato Torri) non " valessero lo stile e i modi, in tutto conformi a quelli » delle altre sue prose latine, dovrebbero convincerne le » belle moralità che nel § XXII egli trae da varii passi

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