Epistolario, 1. cilt

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F. Le Monnier, 1864
 

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Popüler pasajlar

Sayfa 92 - ... più in su della fama e della gloria e degli uomini e di tutto il mondo. Ha sentito qualche cosa questo mio cuore per la quale mi par pure ch'egli sia nobile, e mi parete pure una vii cosa voi altri uomini, ai quali se per aver gloria bisogna che m'abbassi a domandarla, non la voglio; che posso ben io farmi glorioso presso me stesso, avendo ogni cosa in me, e più assai che voi non mi potete in nessunissimo modo dare.
Sayfa 249 - In somma io sono in braccio di tale e tanta malinconia, che di nuovo non ho altro piacere se non il sonno: e questa malinconia, e l'essere sempre esposto al di fuori, tutto al contrario della mia antichissima abitudine, m'abbatte, ed estingue tutte le mie facoltà in modo ch'io non sono più buono da niente, non ispero più nulla, voglio parlare e non so che diavolo mi dire, non sento più me stesso, e son fatto in tutto e per tutto una statua. Fa...
Sayfa 167 - Se in questo momento impazzissi, io credo che la mia pazzia sarebbe di seder sempre cogli occhi attoniti, colla bocca aperta, colle mani tra le ginocchia, senza né ridere né piangere, né muovermi altro che per forza dal luogo dove mi trovassi.
Sayfa 313 - Pendant un certain temps j'ai senti le vide de l'existence comme si c'avait été une chose réelle qui pesàt rudement sur mon ame.
Sayfa 252 - Parlando sul serio, tenete per certissimo che il più stolido Recanatese ha una maggior dose di buon senso che il più savio e più grave Romano. Assicuratevi che la frivolezza di queste bestie passa i limiti del credibile. S...
Sayfa 38 - ... questo, sudo infinitamente più, e alla fine probabilmente non l'ottengo. Però io avea conchiuso tra me che per tradur poesia vi vuole un'anima grande e poetica e mille e mille altre cose, ma per tradurre in prosa, un più lungo esercizio ed assai più lettura, e forse anche (che a me pare necessarissimo) qualche anno di dimora in paese dove si parli la buona lingua, qualche anno di dimora in Firenze.
Sayfa 208 - In questi giorni, quasi per vendicarmi del mondo, e quasi anche della virtù, ho immaginato e abbozzato certe prosette satiriche.
Sayfa 24 - Quello ch'Ella dice del bene che i nobili potrebbon fare alle lettere, è verissimo, e desidero ardentemente che il fatto lo mostri una volta. Il suo dire m'infiamma e mi lusinga: ma io non credo di poter vincere la mia natura e l'altrui. Nondimeno Ella può esser certa che se io vivrò, vivrò alle Lettere, perché ad altro non voglio né potrei vivere. Ma per le lettere mi da grandissima speranza il suo Libro 5, dono grato a me quanto sarebbe stato una nuova opera del Boccaccio o del Casa, e tanto...
Sayfa 66 - Allora forse non mi dispiacerà e fors' anche mi piacerà questo eremo che ora abborro. E quando dico mondo , intendo questo mondo ordinario, porché forse volendo non otterrei, ma certo non voglio né titoli, né onori, né cariche ; e Dio mi scampi poi dalle prelature che mi vorrebbero gittar sul muso ; Dio mi scampi da Giustiniano e dal Digesto, che non potrei digerire in eterno. Certo che non voglio vivere tra la turba: la mediocrità mi fa una paura mortale...
Sayfa 240 - Quasi innumerabili generi di scrittura mancano o del tutto o quasi del tutto agli Italiani, ma i principali e più fruttuosi, anzi necessari, sono, secondo me, il filosofico, il drammatico e il satirico. Molte e forse troppe cose ho disegnate nel primo e nell'ultimo; e di questo (trattato in prosa alla maniera di Luciano, e rivolto a soggetti molto più gravi che non sono le bazzecole grammaticali a cui lo adatta il Monti) disponeva di colorirne qualche saggio ben presto. Ma considerando meglio le...

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