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STATUTI DEI MERCANTI DI ROMA

IX

CAP. I.

Descrizione del codice.

Il prezioso codice, che pubblichiamo, contenente gli Statuti dei mercanti di Roma e tutti gli atti della loro università dal secolo XIII al XVIII, è conservato nell'archivio del nobile Collegio dei Commercianti; dalla cui cortese liberalità è stato messo a disposizione della nostra Accademia per la presente edizione. In esso debbono distinguersi due parti diverse. La prima, che termina col f. 98 e si compone di otto fascicoli, costituiva in origine un volume separato; ed era l'antiquus et fide dignus statutorum et privilegiorum liber ricordato nel Motuproprio di Paolo III del 16 aprile 15461, il volumen statutorum artis Mercaturae prodotto originalmente in giudizio il 14 marzo 1562. In cotesta parte più antica, oltre il testo degli statuti rinnovati nell'anno 1317 e le confirmationes dei senatori o di altri magistrati supremi del Comune di Roma dal 1297 al 1546, si contengono: le nuove disposizioni statutarie ordinate dal collegio dei mercanti dall'anno 1318 al 14703; vari decreti dei loro consoli, specialmente per la nomina dei notarii e dei giudici proprii dell'università; la bolla di Martino V, del 3 maggio 1421, circa la giurisdizione commerciale degli officiali della Mercanzia 5. È però da notare che il primitivo liber statutorum finiva più anticamente col fascicolo settimo (f. 90 del codice), e si chiudeva con un copioso indice dei più importanti capitoli, redatto negli anni 1437-38

1 V. pag. 167 lin. 11; 182 lin. 22.

2 V. pag. 180 lin. 11 segg.

L'indice dettagliato degli statuti diversi fatti dopo la compilazione del 1317 può vedersi a pag. 220 n. II.

4 V. pag. 222 n. III, ove ne è dato l'elenco.

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e continuato nell'anno seguente per gli statuti posteriori1. Nella

seconda metà poi del secolo XV vi fu aggiunto l'ottavo quaderno:

e del volume così formato troviamo più volte essersi fatta originale

produzione in giudizio, oltre quella già ricordata del 14 marzo 1562.

Ai f. 90', 97', 98' del codice ne vediamo indicate parecchie per

gli anni 1465-1511, testificate per lo più dalla semplice formola :

producta, o assignata, prout in libro etc.

L'altra parte del codice incomincia con gli atti del secolo XVI:

ed allorquando fu riunita e rilegata in un solo volume col libro più
antico, i fogli di questo, che erano di dimensione alquanto mag-
giore, furono ritagliati nei margini, in modo che in più luoghi la
scrittura ne è rimasta mutilata 3. In questa parte più recente, che
incomincia col f. 99, sono registrati molteplici documenti relativi
alla mercatantia pannorum urbis; nuovi ordinamenti statutarii degli
anni 1543 e 1553 ; e numerose approvazioni degli statuti dal-
l'anno 1613 al 1710. Fra queste sono inseriti alcuni diplomi ponti-
ficii, procedure giudiziarie ed altri atti diversi concernenti i mer-
canti di panni e la loro università; che ordinatamente ho classificato
negli indici generali alla fine del presente volume 5.

Il codice è tutto in pergamena, eccettuato un solo foglio carta-
ceo scritto nella sola prima pagina ed inserito dopo il f. 143 6. La le-
gatura è in pelle nera, ed aveva anticamente due fermagli metallici

1 V. pag. 143 segg., e le annotazioni relative a questi indici, p. 295. Al
f. 80' del codice (v. pag. 129) fu incominciato, nei primi anni del secolo XV, un
indice generale di tutte le rubriche degli antichi statuti, segnando anche il nu-
mero della carta in cui si trovavano. Ma non va oltre il cap. 13, che corrisponde
al f. 4 recto.

2 V. pag. 147, 158, 161. A pag. 120 lin. 10-16 si ha una più antica pro-

duzione del libro degli statuti, fatta il 12 agosto dell'indizione VII essendo se-

natore Zaccaria Trevisano, cioè nel 1399.

3 I maggiori danni si trovano nei primi tre quaderni, cioè fino al f. 43.

4 V. pag. 162, 175.

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6 Nell'archivio del nobile Collegio dei Commercianti si conserva pure una

copia cartacea manoscritta del volume degli Statuti, della quale dirò in appresso.

ora perduti. In ambedue le facce esterne del volume si veggono pic-

coli ornamenti impressi e dorati: e nel mezzo di esse, a lettere

parimenti dorate e chiuse entro un doppio circolo, è ripetuta dalle

due parti la leggenda STATVTA | MERCATO | RVM | VRBIS. Sul

dorso del libro fu più tardi impressa egualmente in quattro righe

un'altra indicazione, che ora è quasi totalmente scomparsa, e for-

se diceva: STAtuti oRIGinali dei mERCANTI di foNDAco. Il volume

consta di 150 carte, che misurano m. 0,26 × 0,20. La prima e l'ul-

tima servono unicamente come fogli di risguardo; le altre sono ag-

gruppate in 18 quaderni o fascicoletti, composti di vario numero di

fogli. Il 1° ed il 2° contengono sette fogli, ossia 14 carte ciascuno 1;

il 3° ed il 4° hanno otto fogli, ma le carte in ambedue sono 15 in-

vece di 16. essendo state tagliate quelle che corrispondevano alla

terza del 3o fascicolo e alla prima del 4°. Il fascicolo 5o, come pure

1'8° ed il 10°, hanno quattro fogli ciascuno; il 6° ed il 7° ne hanno

sei. Il 9° ed il 13° si compongono di tre fogli; l'11° di quattro, ma
una carta è mancante; il 12°, il 14°, il 15°, il 16° e il 17° hanno
ciascuno due fogli, ossia quattro carte: una però ne manca nel fa-
scicolo 14°. Si ha in fine un foglio di due sole carte.

Ciascuna carta o foglio di due pagine, eccettuato il primo di

risguardo, era anticamente numerato nel recto. La numerazione però

non continuava oltre il f. 122, ed ora è quasi dapertutto perduta a

cagione dell'essere stati ritagliati i fogli nella legatura del volume.

Dalle tracce che ne rimangono risulta manifestamente, che fino al

f. 41 si ha una prima numerazione ordinata e regolare: ma dal f. 42

in appresso si vede corretta da una seconda mano, la quale diminuì

di una unità gli antichi numeri ordinali 2. Ciò avvenne in conse-

guenza dell'aver trovato mancante il foglio, che era prima se-

gnato 42 ; e perciò la serie ordinale fu modificata secondo il nu-

la mancanza nel codice.

mero dei fogli superstiti. Una seconda numerazione si ha nel verso

di ciascun foglio: e questa, fatta dopo che il volume era stato rile-

gato quale è attualmente, giunge al f. 132, tutta di una sola mano 1.

Nel verso poi dei fogli 133-140, ed eccezionalmente nel recto del

f. 141, i numeri furono continuati da quel medesimo amanuense, che

nel 1657 registrò le diverse liste di mercanti ai f. 130-132 del co-

dice 2. Di mano diversa finalmente è la numerazione posteriore dei

fogli 141-149, fatta sempre nel verso dei medesimi. Laonde in cin-

que epoche differenti furono numerati i fogli del nostro codice: due

più antiche nel recto, e tre più moderne e successive nel verso. Nella

presente edizione ho indicato il numero dei fogli, quale trovasi

realmente nel volume.

I vari capitoli degli statuti più antichi ebbero anch'essi una

numerazione ordinale; e questa fu data dalla stessa mano, che nel-

l'anno 1437 o 1438 compilò l'indice dei medesimi. I numeri furono

segnati in cifre romane sul margine destro di ciascun foglio, presso
la rubrica dei singoli statuti. Nella legatura del volume parecchi ne
rimasero tagliati 3: e perciò una seconda mano rinnovò più tardi in
cifre communi quelli ch'erano perduti o poco leggibili. Peraltro
nè l'una nè l'altra numerazione è esatta. Imperocchè dopo il cap. 63
"De diricto sutorum, 5, al seguente "De salario sensalium, invece
di 63 fu dato il numero 68: e d'altra parte fu omessa del tutto la
numerazione dei capitoli "Quod nec iudices nec notarii iuvent fallu-
tos,, e "De sutoribus, 6. Quindi il numero totale di essi, che nel
codice apparisce essere 232, deve essere corretto in 230, coerente-

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3 I numeri lævj e lxvij apposti ai due capitoli riprodotti nella tav. I, 1 si
vedono quivi stesso tagliati a metà e ridotti a vj, vij.

* Dalla stessa mano furono pure numerate le più antiche conferme senatorie;

cioè da quella di Pandolfo Savelli del 1297, a quella di Guglielmo Scarreria

del 26 dicembre 1319.

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STATUTI DEI MERCANTI DI ROMA

XIII

mente alla loro vera serie da me numerata nell'indice generale delle materie 1.

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Ciascun capitolo ha la sua rubrica, cioè il proprio titolo in caratteri rossi, ed è preceduto dal consueto segno egualmente tracciato in rosso. A rubrica pure è scritta la parola Confirmatio innanzi alle singole approvazioni senatorie anteriori a quella del 1317; nelle quali anche la prima lettera della formola "In nomine Domini alta ordinariamente cinque o sei righe, è rubricata. È da notare che le rubricelle dei capitoli furono scritte quasi sempre occupando lo spazio rimasto libero nella linea ove terminava il capitolo precedente; e talvolta continuano anche nella linea o linee successive, appositamente lasciate in parte senza scrittura. La prima lettera del proemio, che corrisponde all'altezza di oltre 15 righe, fu colorita in rosso e turchino, ed adornata con rabeschi che si estendono al di sopra della scrittura e per tutta la lunghezza della pagina.

Dal principio del codice sino al f. 36 recto la scrittura del codice è tutta di una sola mano, e fu eseguita fra il 16 di luglio 1317, - giorno in cui fu tenuta l'assemblea generale della Mercanzia per la compilazione del nuovo corpo degli statuti - e il 22 dello stesso mese, alla quale data questi statuti ebbero la sanzione del senatore de Lecto. Gli errori manifesti di scrittura e le omissioni, che non raramente s'incontrano in questi primi 36 fogli, dimostrano la poca perizia dell'amanuense, o piuttosto la difficoltà incontrata da lui nel leggere e decifrare i più vetusti apografi degli statuti e le approvazioni originali dei medesimi dall'anno 1297 al 1315. Dal f. 36 verso in poi ciascuna approvazione o conferma data agli statuti dei mercanti dall'autorità comunale dal 1317 al 1546, è autografa del notarius camerae urbis, che la scriveva di sua propria mano per ordine dei magistrati di Roma. Dall'anno 1613 al 1710 coteste approvazioni degli statuti sono firmate originalmente dai senatori e dai conservatori, munite del sigillo comunale e controfirmate dai

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