Tu, cui si spesso vinse Che il Bisogno sospinse O per forza o per arte; Lor lieto spalancasti; IV. L'EDUCAZIONE. Torna a fiorir la rosa La guancia risorgente I crin che in rete accolti Lunga stagione, ahi! foro, 1 Questa è fra le odi del Parini una delle più profonde di pensiero e più belle di forma. Una quistione sociale di supréma importanza, e oggi più che mai viva in Europa, venuta alle mani di questo Poeta, perde la sua astrazione scientifica, per pigliare senza sforzo, spontaneamente, la concretezza e la vita dell'arte. E qui sta il punto. Date un soggetto come questo a un poeta mediocre, e ne farà una predica in versi, Sull'omero disciolti, O mio tenero verso, Di chi parlando vai, Parli del giovinetto Mia cura e mio diletto?1 Pur or cessò l'affanno Del morbo ond' ei fu grave: Oggi l' undecim'anno Al suolo, al cielo amica, Salve in sì fausto giorno 1 Questo giovinetto, scolare del Poeta, è Carlo Imbonati. Vedi i versi di Alessandro Manzoni nella morte di lui.. 2 Castore e Polluce, o i Gemelli. Il sole entra in questo segno il 21 di maggio. 311 mèle d'Ibla, monte di Sicilia, stimavasi oltre modo squisito dagli antichi. Vorrei di geniali Doni gran pregio offrirti; Ben io ti farei doni Più che d'oro e canzoni. Già con medica mano Quel Centauro ingegnoso A lui che gli sedea Sopra l'irsuta schiena, Scorrea con giovanile Man pel selvoso mento Bevea queste parole: 1 Sacri spirti o sacri ingegni solevano chiamarsi i poeti. Chirone centauro, il quale educò Achille, figlio di Teti e di Peleo, che fu figlio di Eaco. 3 Destro qui vale retto, buono. Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch'ogni abito destro Dante, Purg., XXX, 115. In senso buono, cioè coraggioso, guerriero, impavido e indomabile ne'pericoli. In prosa non si direbbe. 5 Viva pittura. Garzon, nato al soccorso Di Grecia, or ti rimembra, Stai; ben stendi dell'arco Di Teti, odi, o figliuolo, Il ver che a te si scopre. D' Eaco o di Peleo Col seme in te non scese 1 I Giganti che per dare la scalata al cielo sovrapposero il monte Pelio al monte Ossa. Qui la mitologia non ci sgarba, essendo Chirone quello che parla; ma si può dire invece che tutti que' precetti di sana morale e anco di religione, che vengon più giù, non istanno molto bene in bocca di questo mezzo bestia. 2 Cioè Ercole, da Tirinto suo regno. Onde s'innalzi poi Al seggio degli eroi? Lascia, o garzon, che pregi: Del vile anco son fregi. Sol di virtù sia pago. Che dall' alto ti guarda: 1 La ragione. No, non celar, garzone, Che alla virtù si oppone. Il marchio ond' è il cor scolto3 Lascia apparir nel volto. Dalla lor mèta han lode, Figlio, gli affetti umani. 2 Trae, cava, dal lat. elicere. Non si trova che in poesia e in questa voce soltanto. 3 Verso durissimo e da non imitare, ma tutto il pensiero è bello e poetico. |