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In sul vespro ogni dì quella pietate
Lei riconduce ove le braccia spiega
La nota croce sovra l'ossa amate:
Qui la dolente inginocchion si piega

A baciar quel terren; nella preghiera

Sa qual virtù, quanto è conforto, e prega.1

1 Veggano i giovani studiosi quanto sia vera e cara nella sua spontanea ingenuità questa pittura. C'è del Manzoniano: e specialmente di queste poche ter zine si può ripetere quel paragone del Manzoni che dice: Pochi, ma buoni, come i versi del Torti.

I

ALESSANDRO MANZONI.

I.

IL NATALE.

Qual masso, che dal vertice
Di lunga erta montana,
Abbandonato all'impeto
Di romorosa frana,
Per lo scheggiato calle
Precipitando a valle,
Batte sul fondo e sta:
Là dove cadde, immobile,

Giace in sua lenta mole;
Nè, per mutar di secoli,
Fia che riveda il sole
Della sua cima antica,
Se una virtude amica
In alto nol trarrà:
Tal si giaceva il misero

2

1 Gl'Inni sacri del Manzoni videro la luce l'anno 1815, e furono di li a poco salutati come un nuovo genere di lirica. In essi il concetto religioso non si chiude tutto nel simbolo del dogma, ma scendendo come sentimento nel cuore si accoppia e confonde coll'amore degli uomini e della civiltà. Il Cristianesimo è qui rappresentato in tutta la purità e santità delle sue dottrine e nelle applicazioni sue immediate alla vita, come legge che comanda l'amore, promulga l'eguaglianza degli uomini, e non vuole oppressori. Quanto all'arte poi, le forme convenzio. nali di scuola spariscono affatto È nuova la forma com'è nuovo il sentimento. Al sublime del pensiero (tranne qualche luogo un po' troppo artificioso) si accoppia la semplicità potente della espressione, e all' ardimento lirico l'arte accurata che medita e pesa ogni immagine, ogni frase, ogni parola.

2 Lenta qui vale pesante, forse perchè il peso fa lento colui che lo porta. Pondera lenta. Properz., IV, 1, 96.

!

Figliuol del fallo primo,
Dal dì che un' ineffabile
Ira promessa all' imo
D'ogni malor gravollo,
Donde il superbo collo
Più non potea levar.
Qual mai tra i nati all'odio,
Qual era mai persona,
Che al Santo inaccessibile
Potesse dir: Perdona?
Far novo patto eterno?
Al vincitore Inferno

La preda sua strappar?
Ecco ci è nato un Pargolo,

1

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1 "Parvulus enim natus est nobis, et Filius datus est nobis. »> Is., IX, 6.

2 "Et fons de domo Domini egredietur, et irrigabit torrentem spinarum, »

Joel., III, 18.

3 "Filius meus es tu, ego hodie genui te. »

Ps., II, 7.

E tu degnasti assumere
Questa creata argilla?

Qual merto suo, qual grazia
A tanto onor sortilla?

Se in suo consiglio ascoso
Vince il perdon, pietoso
Immensamente Egli è.
Oggi Egli è nato; ad Efrata, 1
Vaticinato ostello,

Ascese un'alma Vergine,
La gloria d'Israello,
Grave di tal portato:
Da cui promise è nato,
Dond' era atteso uscì.
La mira Madre in poveri
Panni il Figliuol compose,
E nell' umil presepio
Soavemente il pose,
E l'adorò: beata!
Innanzi al Dio prostrata,
Che il puro sen le aprì.
L'Angiol del Cielo agli uomini
Nunzio di tanta sorte,
Non dei potenti volgesi
Alle vegliate porte;
Ma tra i pastor devoti, 3
Al duro mondo ignoti,
Subito in luce appar.

E intorno a Lui, per l'ampia
Notte calati a stuolo,

Mille celesti strinsero
Il fiammeggiante volo;

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E accesi in dolce zelo,
Come si canta in cielo,
A Dio gloria cantar.
L'allegro inno seguirono,
Tornando al firmamento;
Tra le varcate nuvole
Allontanossi, e lento
Il suon sacrato ascese,
Fin che più nulla intese
La compagnia fedel.
Senza indugiar, cercarono
L'albergo poveretto

Quei fortunati, e videro,
Siccome a lor fu detto,
Videro in panni avvolto,
In un presepe accolto
Vagire il Re del Ciel.
Dormi, o Fanciul, non piangere.

Dormi, o Fanciul celeste;
Sovra il tuo capo stridere
Non osin le tempeste,
Use sull'empia terra,
Come cavalli in guerra,

Correr dinanzi a Te.
Dormi, o Celeste: i popoli

Chi nato sia non sanno;
Ma il dì verrà che nobile
Retaggio tuo saranno;
Che in quell'umil riposo,
Che nella polve ascoso
Conosceranno il Re. 1

1 Osservino gli studiosi come in quest' Inno vi sia un misto singolare di li rica sublimità e di semplicità naturale e spontanea; ed a persuadersi di ciò raffrontino le strofe 1a e 7a con la 10a e le seguenti.

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