1 Mose. Mentre le belve inchinano Spegne al gran nume in seno? Ecco dal ciel discendono Voci a i mortali amiche, Onde l'alme si scuotono Ne le marmoree tavole Entro il fragor del tuono. Pieni de' suoi decreti, Lungo il Giordano e il Siloe, E a l'immortal concento Fra la nebbia de' secoli Tien fede il tardo evento. O santo estro profetico Dato a l'uman pensiero, Di Giuda un tempo i regni, Forse è la tua virtute La voce udiam, che al Libano I cedri infrange e scote. Sì, quella è pur, che spandono In così largo fiume 2 1 L'uomo s'inganna, come dice Dante: Immagini di ben seguendo false, Che nulla promission rendono intera. Purg., canto XXX. 2 Cioè, con si larga copia di eloquenza. Duo' che parlando esprimono Cinta di crudo acciaro, Erano i due padri predicatori Trento e Zaccaria, a' quali furono dedicati questi versi. 2 Il Crostolo è un piccolo fiume che ha la foce presso Guastalla. E si dischiuse Averno: Non ebbe tra i mortali. 1 Più non conobbe l'orme Badino gli studiosi alla forza lirica de' concetti, delle immagini e delle espressioni. Specialmente quest'ultimo tratto sulla vergogna merita bene che ci si ripensi su. E nel protervo inganno Ira le torri scote. Cupidità non sazia Preme fra cento chiavi Natura in van su i tremuli Campi del mare infido A guardia e Noto ed Affrico Se temeraria prora Per intentati segni Die in van natura a gli uomini Sorte egual d'egual cuna, Guarda con quanta evidenza e vivezza poetica sa dipingere i varii sentimenti e le varie passioni dell' animo. Autologia della Poesia italiana moderna. 5 |