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NOTIZIE

Una edizione monumentale della "Divina Commedia „,.

Di questa edizione, annunziata già nel nostro Giornale (XVII, 225) scrive A. Lumbroso nella sua Riv. di Roma (10 ott. 1909): « I giornali hanno annunciata l'edizione di lusso a cura del Passerini di un Dante, con prefazione del Poeta delle Laudi. Abbiamo voluto sapere quanto di vero vi fosse nella notizia, e ne abbiam chiesto all'autore della Prefazione e a quello del Comento

La Prefazione non è pronta ancóra, ma è sinceramente promessa. Il D'Annunzio ci ha scritto infatti dalla Marina di Pisa il 30 settembre: Da gran tempo avevo in animo di scrivere una vita breve di Dante: cómpito difficilissimo. Spero di trovare l'ora di grazia.

Il bibliotecario fiorentino conte G. L. Passerini, il vice-Biagi, (?!) come lo chiamano i colleghi della Società Leonardo di Firenze, l'erudito e profondo e appassionato cultore di studi danteschi; aveva da lungo tempo nella mente una edizione di Dante e di tutto Dante, si noti: non della sola sua massima opera una edizione che fosse, anche sotto l'aspetto del buon gusto e della signorilità, degna dell'Italia. Il Passerini ha molto vagheggiato e studiato l'impresa. Egli ha finalmente trovato un editore: Leo S. Olschki, il quale da diciassette anni pubblica il Giornale dantesco, dello stesso Passerini. Cosí il cólto dantista ha potuto incominciare a dar vita al suo grande disegno; sí che fra pochi mesi comentatore e editore sperano venga a noi la Divina Commedia in una edizione magnifica: la piú bella edizione forse che sia mai stata fatta dopo il Quattrocento.

Il Passerini ha studiato ogni minimo particolare; ha pensato a tutto: dai tipi alla carta, dai fregi alla intonazione degli inchiostri; dalla rilegatura del libro alla distribuzione della materia. Egli, da vero, a lavoro finito potrà esclamare, senza vanto eccessivo: accuratissime impressi! « E già lo vedo, come fosse già pronto, il mio Dante », mi diceva il Passerini, mentre ancóra si aspettano i tipi che la celebre fon

deria Nebiolo avrà fusi appositamente per questa opera, e mentre il Poeta della Francesca da Rimini attende l'ora di grazia che certamente verrà per scrivere la Vita Dantis, che sarà pure una mirabile cosa; intanto il Passerini trascorre i giorni in un aspro lavoro per finire il Comento, che è a pena a metà.

Il libro, che sarà racchiuso entro una rilegatura di cuoio con fermagli e puntali di bronzo, avrà il formato in-folio delle edizioni quattrocentesche. Sarà su carta a mano, di un color bianco tranquillo, appositamente fabbricata a Fabriano, dal Miliani e recherà sulle filigrane una bella effigie di Dante tolta da una preziosa edizione del Convivio, e la marca tipografica dell'editore Olschki. L'opera sarà impressa in caratteri rossi e neri, i caratteri imiteranno assai bene i bellissimi tipi degli stampatori veneziani del Quattrocento, mentre i legni che adorneranno via via i Canti del Poema riprodurranno esattamente quelli un centidella edizione veneziana del 1481 (e non del 1841 come ha detto il Fanfulla, né del 1491 come ha detto la Stampa). Il testo del Poema sarà dato secondo la migliore lezione, e il Comento sarà, in prevalenza, estetico. Precederà, come dicemmo, la Vita Dantis di Gabriele D'Annunzio.

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fatte su pergamena. Le silografie, che adorneranno la magna edizione, saranno eseguite dalle note officine dell'Alfieri e del La Croix di Milano: che sono fra le migliori d' Italia. Per le iniziali delle tre Cantiche, il miniatore, prof. A. Nesi, le eseguirà a mano, a colore e oro, in alcuni esemplari su pergamena, inspirando il suo lavoro alle ornamentazioni medicee della Biblioteca Laurenziana di Firenze. Siamo grati al D'Annunzio ed al conte Passerini di averci posti in grado d'informare con sicurezza per primi gl'Italiani della si attesa e finalmente elaborata e, si può dire, compiuta edizione massima del massimo Poeta »>.

La fortuna di Dante in Inghilterra.

L'Inghilterra ha contato sempre e conta anche oggi tra i suoi studiosi alcuni celebrati dantisti. Chi non conosce le benemerenze che tra i contemporanei han meritato, per quel che risguarda gli studî danteschi, uomini come Edward Moore e Paget Toynbee? Chi non ha accolto con amore i risultati che nel campo dell'esegesi dantesca vengon facendo i componenti la Oxford Dante Society? I progressi degli studî danteschi in Inghilterra sono stati studiati e riferiti dal Toynbee in due volumi: Dante nella letteratura inglese da Chaucer a Cary, dei quali ci parla diffusamente lo Spectator. Il Toynbee ha raccolto insieme una mèsse straordinaria di riferenze e di traduzioni della Commedia nella letteratura inglese dal Quttrocento alla seconda metà del secolo XIX, da Chaucer a Cary, il quale è stato il primo inglese che abbia studiato scientificamente il divino poeta. A leggere questi volumi si rimane stupiti nel vedere quanta influenza abbia esercitata la Commedia su gli scrittori d'Inghil. terra. L'Inghilterra, benché venuta tardi nel campo dantesco, sembra più delle altre nazioni essersi assimilato il pensiero del Poeta. I periodi dell'influenza dantesca possono essere facilmente distinti. Il primo è quello di Chaucer e della sua scuola, quando si leggeva il poema italiano per semplice divertimento e senza supporre affatto la sua straordinaria importanza artistica. Vien poi la moda dantesca del tempo d'Elisabetta quando i poeti inglesi, Spenser stesso, affettarono una certa ammirazione snobistica per Dante. Nell'età di Milton invece il Poeta si cominciò a conoscere intimamente. Oggi, cioè nell'età nostra, Dante è ancora meglio conosciuto e tradotto una traduzione nuova della Commedia dovuta a Edward Wilbelforce è comparsa ora da critici, da letterati, da poeti. Non è più il tempo in cui Voltaire aveva ragione di scrivere: « Dante, gli italiani lo chiamano divino, ma è una divinità nascosta. Pochi comprendono i suoi oracoli. Ha dei commentatori, sí, ma questa forse è una delle ragioni che non lo fanno capire. La sua fama diventerà sempre più grande perché mai nessuno lo legge! Allora Sir William Temple non includeva Dante nella lista dei grandi scrittori italiani; Evelyn, Eddison, Johnson ignoravano la poesia di lui.

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Ma l'hanno invece ben conosciuta Coleridge, Byron, Macaulay, Shelley. Il poeta inglese più vivamente innamorato di Dante è appunto Shelley, che lo leggeva sempre, di continuo, e poté scrivere che nella tenerezza squisita, nella sensibilità, nella bellezza ideale Dante supera tutti gli altri poeti eccetto Shakespeare. Si comprende come Dante sia stato molto tradotto in inglese. Gli episodi che i traduttori hanno più spesso affrontato son quelli di Francesca e del conte Ugolino. Ma le traduzioni complete non sono mancate e l'ultima, da noi menzionata sopra, è tra le piú riuscite. Cosi il Marzocco. Il Giornale dantesco si occuperà ampiamente del bel lavoro del Toynbee nel prossimo fascicolo.

Fra il nuovo e il vecchio.

È il titolo di un libro che Raffaello Fornaciari, l'illustre accademico della Crusca, filologo e prosatore di non comune valore, publica nella collezione di Ulrico Hoepli. È una fiorita degli scritti più meditati, forbiti e dotti del Fornaciari, raggruppati in tre parti, secondoché si riferiscono alle due letterature classiche antiche, e alle nostre antiche e moderne, alla filologia e alla rettorica. Diciamo scritti meditati, perché, pure essendo taluni di essi apparsi in riviste autorevoli, furono tutti diligentemente riveduti, si che hanno guadagnato in originalità, in dottrina e in freschezza.

Questo libro deve interessare il lettore non superficiale, e quanti della coltura letteraria sono amici sinceri, e ne seguono il cammino con amorosi intenti.

Diamo qui il sommario delle prose contenute in questo bel volume: I. Del sentimento dell'umanità nella letteratura greca Dell'espressione degli affetti nell' Iliade Becker

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Saggio di versione del Caricle di G. A. Sulle traduzioni italiane dei prosatori latini e greci Sopra una versione di Plauto Reminiscenze terenziane Una nuova versione dell'Eneide

Francesco

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II. Un umorista del Quattrocento Vettori e il suo Viaggio in Alemagna Guidiccioni e la letteratura contemporanea centenario della nascita di Annibal Caro lità tra l'Alfieri e il Monti l'Epistolario del Monti Matteo Ricci

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Della riva

Pel supplemento al

Le Rime

di Giuseppe Manni III. Traslati scientifici e modi convenzionali Sulle voci ideale e idealità Il pronome Lo al tribunale della Grammatica L'imperfetto storico I falsi puristi e gli esempi di bello scriDa lingua a stile Delle composizioni delle Rime del Petrarca Note di metrica italiana.

vere

Il monumento di Dante a Roma.

Dante non ha fortuna a Roma, dove, sino alla fine del Settecento, non fu mai permessa la stampa della Commedia, e dove si sa qual sorte abbia avuto, ne' rinnovati tempi, quella famosa cattedra dantesca!...

Ora par che le stesse disgraziate vicende sian riserbate all'idea di coloro che vorrebbero erigergli un monumento qualsiasi nella città eterna.

A suo tempo fu data dai giornali quotidiani la notizia che alcuni Deputati avevano deciso di presentare alla Camera una mozione per invitare il Governo a dare alla biblioteca Vittorio Emanuele in Roma il nome di Dante, ampliandola e rendendola la collezione più ricca di cimelî bibliografici nazionali. La Biblioteca Dante avrebbe cosí potuto sostituire molto economicamente l'erigendo monumento al Poeta in Roma.

Ma la notizia ha suscitato molti commenti, per la maggior parte avversi alla proposta. È probabile quindi che l'accoglienza ostile distolga dalla loro iniziativa quei Deputati di buona volontà.

Intanto giova ricordare che la proposta di legge per innalzare il monumento a Roma non fu mai approvata e nemmeno portata negli uffici. Nella passata legislatura, e precisamente il 23 maggio 1908, l'on. Alfredo Baccelli, uno de' pochi uomini di lettere del Parlamento italiano, svolgeva una proposta di legge d'iniziativa parlamentare per l'erezione del monumento. La proposta era sottoscritta da 123 Deputati di ogni parte della Camera, da Luigi Luzzatti al Barzilai, dal Chimirri al Bissolati, da Guido Baccelli all'on. Fani.

Il disegno stabiliva che all'uopo nella parte straordinaria del bilancio del Ministero dell' istruzione fossero iscritte 600 mila lire per l'esercizio 1908-09, 600,000 per l'esercizio 1909-10 e 800,000 per l'esercizio 1910, e che entro due mesi dalla promulgazione della legge si provvedesse per decreto-legge a quanto occorreva per la sollecita esecuzione di essa.

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Niente paura: i germanizzatori del mondo hanno a loro disposizione anche il nome tedesco di Dante. Anzi, Dante stesso era un tedesco della più bell'acqua : e se scrisse in lingua italiana, fu perché volle inventarla. Ecco infatti quel che scrive al Piccolo un cittadino di Graz, rispondendo alla curiosa domanda del corrispondente:

« Voi domandate che nome i tedeschi attribuirebbero al signor Vittorio Benussi se egli si chiamasse Dante? Lo chiamerebbero Teuerhand, perché Dante è l'abbreviativo del predetto nome tedesco. Dante era discendente di famiglia tedesca, ed al sangue tedesco devono quindi gli italiani la loro lingua ».

Evidentemente Dante era un tedesco guastato dal clima italiano poiché, scordandosi delle sue origini teutoniche, scrisse cosí male dei suoi compatriotti definendoli << tedeschi lurchi ». Ma, già, tutti questi tedeschi quando posano a.... intellettuali hanno il brutto vezzo di dir corna di casa loro: vedete oltre che Dante, Heine e Nietsche. E chissà che non fosse tedesco anche Giulio Cesare e che se la pigliasse con Arminio anche lui per.... snobismo.

D'ora innanzi, dunque, stamperemo e diremo: La Divina Commedia di Tuerhand! Cosi l'Italia all'estero, di Genova.

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Da Castellammare di Stabia informano :

La gigantesca nave, impostata nel nostro glorioso cantiere il 6 giugno 1909, appare quasi completa, e ciò prova il lavoro febrile dei nostri operai, e la tenacia del sottodirettore attuale, colonnello Antonio Calabretta.

In pochissimo tempo, sono state messe a posto cinquemila tonnellate di ferro, per modo che si è certi, nella prossima estate, di vedere la superba nave intitolata al nome di Dante, immergersi nelle onde. È un affiatamento, ed una emulazione generale tra capitecnici ed operai; i quali, diretti dal cav. Calabretta, e dagli ingegneri capitano Saetti, e tenenti Barbanti e Muzî, hanno saputo raggiungere un risultato unico e sorprendente.

Dante a Vienna.

Ci si annunzia che lo scultore piemontese Canciani, residente in Vienna, ha colà eseguito il bozzetto per un monumento a Dante da erigersi nella Capitale austriaca.

Il Poeta è rappresentato sopra un'alta rupe dalla quale domina una scena dell'Inferno.

1909

Tipografia Giuntina, diretta da L. Franceschini Firenze, Via del Sole, 4 G. L. Passerini, direttore Leo S. Olschki, editore-proprietario-responsabile.

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1. Il Canto XXVI del " Purgatorio,,, di FEDELE ROMANI.
24. Alcune idee del Parodi sul "
Georgiche

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31. Le

di Virgilio fonte di Dante, di ARISTIDE MARIGO. 45. Appunti su Dante e Shelley,
di FEDERICO OLIVERO. 53. CHIOSE DANTESCHE: A proposito d'una variante, di LODOVICO SIMIONI.
57. Una nota sul di piano,, dantesco, (Inf. XXII) di MARTINO BRANCA. 59. Ancóra sopra l'an-
gelo portiere del "Purgatorio,, di GIOVANNI BUSNELLI. 61. RECENSIONI, di MARTINO ANGELORO.

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"

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-

63. NOTIZIE: Dante a Manchester; La " Canzone di Orlando,,; Dante in Germania; Proemio per
un lavoro petrarchesco; Il Canto XXIV dell' Inferno,,; Nuove publicazioni; Del catalogo generale
della Libreria italiana.

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QUADERNI III-IV.

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65. Il Commento latino sulla " Divina Commedia di Benvenuto da Imola e la " Cronica,, di Giovanni
Villani, di PASQUALE BARBANO. 105. Il Canto di Marco Lombardo, di UMBERTO COSMO.
119. Al-
cune osservazioni intorno al primo Sonetto della Tenzone fra Dante e Forese Donati, di GILBERTO
BRUNACCI. 126. Dante presso gli Estensi (contributo allo studio e alla fortuna di Dante nel secolo
XV), di GIUSEPPE FATINI. 145. CHIOSE DANTESCHE: Que 'l o Quei il, non Quel, di L. FILOMUSI-
GUELFI. 147. La chiara vista della prima virtú, di L. FILOMUSI-Guelfi. 149. VARIETÀ: Alfra-
gano e Dante, di ROMEO CAMPANI. 152. Bullettino bibliografico, di G. L. PASSERINI. 155. COMUNI-
CAZIONI E NOTIZIE: Alcune idee del Parodi sul
Paradiso,, di Dante, di L. FILOMusi-Guelfi ;
I premii Gautieri; Dante a Dublino; Il Codice diplomatico dantesco.

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157. Il Canto ventesimosesto dell' " Inferno di UMBERTO TRIA.
in Dante, di ALUIGI Cossio. 218. Le imitazioni della
lirico di Bernardo Bellini, di VITTORIO AMEDEO ARULLANI.
dantesco, di A. MENZA. 225. COMUNICAZIONI E NOTIZIE:

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Giornale dantesco, anno XVII.

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66

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torio,,; Una edizione monumentale della Divina Commedia ; Conferenze dantesche; Dante alla Uni-
versità popolare di Firenze; Premio per un lavoro petrarchesco; Un monumento a Ugo Foscolo in
Santa Croce.

QUADERNO VI.

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271.
"Di-

229. L'allegoria fondamentale del poema di Dante, di LORENZO FILOMUSI-GUELFI. 269. VARIETÀ:
Correzione all'esordio dell' Epistola di Dante a Moroello Malaspina, di GIOVANNI BUSNELLI.
Bullettino bibliografico, di G. L. PASSERINI. 282. NOTIZIE: Una edizione monumentale della
vina Commedia,,; La fortuna di Dante in Inghilterra; « Fra il nuovo e il vecchio »; Il monumento a
Dante in Roma; Dante tedesco?; La corazzata "Dante Alighieri Dante a Vienna.

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