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Il Poeta è giunto all'ultima tortura, al settimo ed ultimo girone del Purgatorio, a quello dove si espia il peccato della lussuria, il piú leggiero e il più lontano dall'inferno, e il meno lontano dal cielo, tra i sette peccati puniti nella sacra montagna. La costa del monte, in questo girone, balestra intorno intorno una fiamma violenta che occuperebbe, e forse sopravvanzerebbe, tutto il piano circolare, sesnon fosse la forza di un vento, spirato dall'orlo estremo di esso: di un vento che rigetta indietro la fiamma, e lascia, cosí, libero dall' incendio uno stretto passaggio ai tre poeti, Dante, Virgilio e Stazio.

In questo girone abbiamo la piú nobile, e, lasciatemi dire, la più bella e spirituale delle pene del purgatorio. Essa dovrebbe essere anche la piú leggiera; ma il Poeta, nel purgatorio, non meno che nell' inferno, oblia spesso nella pratica, il principio della giusta graduazione delle pene, affermato in teoria. Forse, queste anime del settimo girone, tra l'ardore delle fiamme, potrebbero invidiare la sorte pur di quelle del primo girone, curve e rannicchiate sotto i grossi macigni; ma la pena, se non è più leggiera in sé, è resa piú leggiera dalla speranza dell'eterna festa del paradiso, ormai cosí vicino.

credenza popolare l'unica pena del regno dell'espiazione; ma Dante, con ispirazione pagana, libera, quasi, non solo il purgatorio, ma anche l'inferno, di quelle fiamme, che invadono terribili i regni del peccato nella tradizione del medio evo; e, nel purgatorio, egli l'applica solo ai lussuriosi, e dà alla pena tradizionale una vita e un significato nuovo. Le fiamme qui rappresentano l'obiettivazione delle vive e torbide fiamme dell' amore carnale, da cui gli spiriti di questo girone sono stati in vita accesi e consumati: esse cingono l'estrema vetta dell'altissima montagna, e par che, col loro violento moto ed impulso, esprimano, in maniera materiale e visibile, come una perenne forza e brama d'ascensione verso l'empireo, la quale frema nelle viscere della montagna stessa.

Questa pena, cosí vitale, che corona il purgatorio, ci ridesta l'immagine della bufera del secondo cerchio dell'inferno, la quale, col suo eterno spaventevole mugghio e con la sua rapina, fa maestosa e degna corona alla città dolente, ed è, nello stesso tempo, la piú bella e sublime delle sue pene.

Come, nell' inferno, il turbine non occupa tutto il ripiano del secondo cerchio, e, tra la parete dell'abisso e la bufera, resta quello

Il fuoco, le fiamme purificatrici, sono nella spazio dove passano Dante e Virgilio, e da

1 Letto a Genova, il 27 Aprile 1908, nella Sala della Società Cristoforo Colombo.

cui essi possono mirare il maestoso e terribile spettacolo; cosí, in questo girone del purgatorio, tra le fiamme e l'orlo esteriore di esso, resta libera, come abbiamo veduto,

Giornale dantesco, anno XVI, quad. I-II.

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