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stre membra rende un piacere di non so che armonia mirabile; e la buona disposizione, cioè la Sanità, getta sopra quelle uno colore dolce a riguardare. E così dicere che la nobile Natura lo suo corpo abbellisca e fac- 100 cia comto e accorto, non è altro dire, se non che l' acconcia a perfezione d'ordine. E questa, con l'altre cose che ragionate sono, appare essere necessaria all' Adolescenza. Le quali la nobile Anima, cioè la nobile Natura fa, e ad esse primamente intende, siccome cosa 105 che, come detto è, dalla divina Provvidenza è seminata.

CAPITOLO XXVI.

Poichè sopra la prima particola di questa parte, che mostra quello per che potemo conoscere l' Uomo nobile alli segni apparenti, è ragionato, da procedere è alla seconda parte, la quale comincia: In Giovanezza temperata e forte. Dice adunque, che siccome la nobile 5 Natura in Adolescenza Ubbidiente, Soave e Vergognosa, Adornatrice della sua persona si mostra, così nella Gioventute si fa Temperata, Forte ed Amorosa e Cortese e Leale. Le quali cinque cose pajono e sono necessarie alla nostra perfezione, in quanto avemo rispetto a noi 10 medesimi. E intorno di ciò si vuole sapere che tutto quanto la nobile Natura prepara nella prima Etade, è apparecchiato e ordinato per provvedimento di Natura universale, che ordina la particulare alla sua perfezione. Questa perfezione nostra si può doppiamente con- 15 siderare. Puotesi considerare secondochè ha rispetto a noi medesimi: e questa nella nostra Gioventute si dee

avere, che è colmo della nostra vita. Puotesi considerare

secondochè ha rispetto ad altri. E perocchè prima con20 viene essere perfetto, e poi la sua perfezione comunicare ad altri, conviensi questa secondaria perfezione avere appresso a questa etade, cioè nella Senettute, siccome di sotto si dirà.

Qui adunque è da ridurre a mente quello che di 25 sopra nel ventiduesimo Capitolo di questo Trattato si ragiona dello Appetito, che in noi dal nostro principio nasce. Questo Appetito mai altro non fa che seguitare e fuggire: e qualunque ora esso seguita quello che è da seguitare e quanto si conviene, e fugge quello che è da 30 fuggire e quanto si conviene, l' Uomo è nelli termini della sua perfezione. Veramente questo Appetito conviene essere cavalcato dalla Ragione. Chè siccome uno sciolto cavallo, quanto ch' ello sia di natura nobile, per sè, senza il buono cavalcatore bene non si conduce; 35 e così questo Appetito, che irascibile e concupiscibile si chiama, quanto ch' ello sia nobile, alla Ragione ubbidire conviene. La quale guida quello con freno e con isproni, come buono cavaliere: lo freno usa, quand' ello seguita (e chiamasi quello freno Temperanza, la quale mo40 stra lo termine, infino al quale è da seguitare); lo sprone usa, quand' ello fugge per tornare al loco onde fuggire si vuole (e questo sprone si chiama Fortezza ovvero Magnanimità, la qual virtute mostra lo loco ove è da fermarsi e da pungere). E così infrenato mostra Virgilio, 45 lo maggior nostro Poeta, che fosse Enea nella parte

dell' Eneida, ove questa Età si figura, la quale parte comprende il quarto e 'l quinto e 'l sesto Libro. E quanto raffrenare fu quello, quando essendo ricevuto da Dido.

con tanto di piacere, quanto di sotto nel settimo Trattato si dirà, e stando con essa in tanta dilettazione, 50 egli si parti, per seguire onesta e laudabile via e fruttuosa, come nel quarto dell' Eneida è scritto! Quanto spronare fu quello, quando esso Enea sostenne solo con Sibilla a entrare nello Inferno a cercare dell'Anima del suo padre Anchise contro a tanti pericoli, come nel 55 sesto della detta Storia si dimostra! Per che appare come nella nostra Gioventute essere a nostra perfezione ne convegna temperati e forti. E questo fa e dimostra la buona Natura, siccome il Testo dice espressamente.

Ancora è a questa Età e a sua perfezione necessa- 60 rio d'essere Amorosa; perocchè ad essa si conviene guardare di retro e dinanzi, siccome Età che è nel meridionale cerchio. Conviensi amare li suoi Maggiori, dalli quali ha ricevuto ed essere e nutrimento e dottrina, sicchè essa non paja ingrata. Conviensi amare li suoi 65 Minori, acciocchè amando quelli, dia loro delli suoi beneficj, per li quali poi nella minore prosperità esso sia da loro sostenuto e onorato. E questo Amore mostra che avesse Enea, il nomato Poela, nel quinto Libro sopraddetto, quando lasciò li vecchi Trojani in Sicilia 70 raccomandati ad Aceste, e rimosseli dalle fatiche: e quando ammaestrò in quello luogo Ascanio suo figliuolo con gli altri adolescenti armeggiando. Per che appare a questa Età essere Amore necessario, come il Testo dice.

Ancora è necessario a questa età essere Cortese, 75 chè, avvegnachè a ciascuna Età sia bello l'essere di cortesi costumi, a questa massimamente è necessario, perocchè, al contrario, non li puote avere la Senettute la gravezza sua e per la severità, che a lei si ri

per

so chiede: e così lo Senio maggiormente. E questa Cortesia mostra, che avesse Enea, questo altissimo Poeta nel sesto Libro predetto, quando dice che Enea rege per onorare lo corpo di Miseno morto, ch' era stato trombatore d' Ettore e poi s'era accompagnato a lui, s'accinse e 85 prese la scure ad ajutare tagliar le legne per lo fuoco che dovea ardere il corpo morto, com'era di loro costume. Per che bene appare questa essere necessaria alla Gioventute; e però la nobile Anima in quella la dimostra, come detto è.

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Ancora è necessario a questa Età essere Leale. Lealtà è seguire e mettere in opera quello che le Leggi dicono; e ciò massimamente si conviene al Giovane. Perocchè lo Adolescente, com' è detto, per minoranza d'etade lievemente merita perdono; il Vecchio per più 95 sperienza dee essere giusto e non seguitatore di Legge, se non in quanto il suo diritto giudicio e la Legge è quasi tutt' uno, e quasi senza legge alcuna dee sua giusta mente seguitare; che non può fare lo Giovane. E basti che esso seguiti la Legge, e in quella seguitare 100 si diletti, siccome dice il predetto Poeta, nel predetto quinto Libro, che fece Enea, quando fece li giuochi in Sicilia nell' anniversario del Padre, che ciò che promise per le vittorie, lealmente poi diede a ciascuno vittorioso, siccom' era di loro lunga usanza, ch' era loro 105 Legge. Per che è manifesto che a questa Età, Lealtà,

Cortesia, Amore, Fortezza e Temperanza, sieno necessarie, siccome dice il Testo, che al presente ho ragionato; e però la nobile Anima tutte le dimostra.

CAPITOLO XXVII.

Veduto e ragionato è assai suficientemente sopra quella particola che 'l Testo pone, mostrando quelle probità che alla Gioventute presta la nobile Anima; per che da intendere pare alla terza parte che comincia: E nella sua Senetta. Nella quale intende il Testo mo- 5 strare quelle cose che la nobile Natura mostra e dee avere nella terza Etate, cioè Senettute. E dice che l'Anima nobile nella Senetta si è Prudente, si è Giusta, si è Larga e Allegra di dire bene a pro d' altrui e d'udire quello, cioè che è Affabile. E veramente queste quattro 10 virtù a questa Età sono convenientissime.

E a ciò vedere, è da sapere che, siccome dice Tullio in quello di Senettute, « certo corso ha la nostra » Età e una via semplice, quella della nostra buona » Natura: e a ciascuna parte della nostra Età è data 15 » stagione a certe cose.» Onde, siccome all' Adolescenza è dato, come detto è di sopra, quello per che a perfezione e a maturità venire possa; così alla Gioventute è data la perfezione e la maturità, acciocchè la dolcezza del suo frutto a sè e ad altrui sia profittabile; 20 chè, siccome Aristotile dice, l' Uomo è animale civile, per che a lui si richiede non pur a sè, ma ad altrui essere utile. Onde si legge di Catone, che non a sè, ma alla Patria e a tutto il mondo nato essere credea. Dunque appresso la propria perfezione, la quale s' acquista 25 nella Gioventute, conviene venire quella che alluma non pur sè, ma gli altri; e conviensi aprire l'uomo quasi com' una rosa che più chiusa stare non può, e

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