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anco più sicura e piena luce; dalla Storia prende opportuno vigore a' suoi argomenti, ma s'ingegna di trarlo pur dalle Favole stesse, rintracciate nell' intimo loro. Non cerca le astrattezze e la Speculazione, se non per meglio indirizzarne la pratica del vivere umano e la Civiltà tutta quanta. Prescrive additando la Virtù come mezzo a Felicità, e questa determina in ordine al Tempo ed all' Eterno. Scende prontissima a confortarvi nelle asprezze di un difficile e dubitoso pellegrinaggio, v' ajuta ad ogni uopo, in ogni età, e v' accompagna sin all'estremo punto, che possiate raffrontarví col Valor infinito. È una Filosofia, che vi ama e che sa farsi amare, per chè vuol essere di tutti per consolazione e guida di tutti. La ragione di questa Filosofia è in Dio, e da Dio questa Filosofia attinge una soave forza ad insinuare la Verità ne' cuori, e a rendersi potente ad universale beneficio.

CORREZIONI, GIUNTE, NUOVI DUBBJ E PROPOSTE

(da riporsi alla pagina ed alla linea sott' indicate).

Pagina, linea.

III, 12. Cosi dall' amico Casella, omai, ec.

VII, 5. Letterato, di cui Ravenna può darsi buon vanto. 3, 53. Ricolgo quello che da loro cade, e conosco la misera vita di quelli che dietro m' ho lasciati, ec.

13, 3. Cautela di disconvenevole disordinazione, ec. 13, 20. Perchè s' egli non è suggetto in ciascuna ordinazione, ec.

14, 41. Lo quale a piacimento arbitriato si trasmuta, ec. 15, 69. Le cui parti debitamente si rispondono, ec. 16, 41. Nè se'l è Tedesco (distingue) lo Volgare italico o il Provenzale.

18, 25. Impossibile è sua (loro) ordinazione essere dolce. 22, 58. E questo non si può fare nel dono, ec.

30, 56. Danno colpa alla materia dell'arte appresentata, ec.

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35, 16. Se per me non stésse, brievemente si può mostrare. 79, 15. E allora si guarda lo dono a quella parte, ec. 80, 32. Constructionem vocamus regulatam compaginem dictionum: Vulg. El., II, 6.

91, 26. Secondo che gli altri guidano lui o bene o male. 96, 19. Muoverebbe una domanda troppo stolta, ec. 98, 26. E non dicesse alcuno ch'ogni appetito sia d'Ani

mo, ec.

104, 15. È quello, che risulta dalle Favole, vere o finte, della Lettera, ec.

109, 47. Chè avvegna che essere vero, secondo la Lettera, sia manifesto, ec.

112, 27. Comente quello che impediva in alcuno mo

do, ec.

117, 62. E siccome la grande Spera su due poli si volge. 118, 32. Minerva, la quale dissero Dea della Sapienza. 118, 33. Le quali cose e opinioni manifesta la testimonianza de' Poeti, ec.

119, 48. Nè d'alcun' altra setta, che elle non sieno, ec., ovvero: Nè alcuno d'altra setta, ec. 119, 51. Quelle che hanno la beatitudine del governare, non possano, ec.

119, 69. Che alle Sustanze separate convegna pure la Speculativa vita: comecchè pur la speculativa convegna loro, ec.

120, 80. Fare quasi innumerabili creature, ec.

120, 85. Non sono del tutto dimostrative, ec.: Conv., II,

15, 1. 45.

121, 6. Da Colui, che venne da Quello che le fece, ec. 140, 8. Provvide.... di tenere il modo, che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarlo.

141, 57. Non è qui mestieri procedere dividendo e come a lettera sponendo.

154, 52. L' Anime d'ingegno e di mente sana dotate: Conv., IV, 15.

164, 24. Le successive parole « dell' eternale Gloria. »

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175, 34. Motu non indiget ad suam perfectionem: Ep.

Kan., § XXVI.

178, 2. Sovra le mie quistion avea ricolta: Purg., XVIII, 84. 181, 32. Secondo due diversi cammini, buono e ottimo. 183, 6. Dopo aver conchiuso argomentando.

187, 12. Fu mandato alla Vergine Maria Senatus æterni consulto: Ep. Flor., § 3.

213, 7. Tanto ch'ei nol poteva indi levare.

226, 29. Terra abitata. E così venendo a mancare il movimento diurno degli altri Cieli, non reste

rebbe loro che la propria revoluzione.

239, 11. E però me si potrà giudicare non lieve e non instabile.

239, 81. Purgo lei d'alcuna dubitanza.

240, 34. Tanto più di questa natura ritiene.

245, 40. Il Gigante era stanco ed ei riponea, ec.

256, 2. Conviene così avvenire.

260, 3. Virtù che da Sè è intellettuale, cioè Iddio: Par.,

Xxx, 54.

260, 56. L'uno all'altro continuo per gli ordini delli gradi. 260, 61. Così è da porre e da credere fermamente.

269, 43. Perocchè altro senso sente quella; ec.

282, 18. Discendo a mostrare come nella umana Intelligenza essa secondariamente ancora sia.

283, 37. L'umana Natura fuori di Speculazione, della quale s' appaga l'Intelletto e la Ragione,

abbisogna di molte cose a suo sostenta

mento.

283, 41. Nell' altre Intelligenze, che di Natura intellettiva sono perfette.

283, 57. È l'Uomo, che ha costei per Donna, tuttavia da chiamare filosofo, non ostante che non sia

nell' ottimo atto di Filosofia.

285, 8. Speculazione, in questo verso, ec.

285, 22. E ponsi la qualità della radiazione, dicendo, ec. 285, 27. Nell' altre cose si ripercuote, ec.

Pagina, linea.

286, 56. Nè barba, nè capelli, nè unghie si tagliava. 287, 64. A guisa ch' in Angelo, ec.

291,

2. Il quale è colla misura della bontà misurato. 292, 118. Essendo che con Lei (colla Sapienza) Iddio cominciò il mondo, ec.

304, 26. Così la sensitiva sta sopra la vegetativa, ec. 321, 33. Intorno a fermi o fissi poli.

326,

333,

9. Quæst. de duobus Elementis Aquæ et Terræ, § XXI. 8. Il codice Magliab., III, 210.

337, 35. La sete natural che mai non sazia, ec.: Purg.,

338,

XXI, 1.

1. Nell'ora che più sente pacificato ogni suo desiderio. 339, 8. La quale, comunemente dico, ec.

344, 5. Quello che di sopra è narrato.

380, 18. Lo stesso avverbio che segue dopo: 1. 8.

392, 9. Quando le sue membra debitamente si rispondono. 396, 33. Di sè stessa innamorando per la bellezza del suo proprio guardare.

417, 46. Quelle cose che sono, com'è detto, a uno fine

ordinate.

418, 66. Nè per diritto di consenso universale: Universo mortalium adsensu: Mon., III,

14.

422, 85. E Muzio la sua propria mano voler incendere. 425, 59. Avvegnachè universalmente sia uno.

426, 67. Di nulla passione mostrare sentore.

428, 134. (Voi, che le verghe de' reggimenti d'Italia presi avete e dico a voi, Carlo e Federigo regi, e

a voi altri Principi e tiranni), ec.

432, 114. Del secondo verso della Canzone impresa, nel quale, ec.

433, 19. La malizia dalla mente d' alquanti levare, ec. 434, 65. Ma però che dinanzi all'avversario si ragiona....

io che, ec.

434, 75. E veduto questo è da distinguere la irriverenza e non riverenza: irriverenza dice privazione, e non riverenza dice negazione.

Pagina, linea.

436, 19. Dunque se la giurisdizione della Natura univer

sale, ec.

437, 34. Operazioni ch'essa (ragione) considera e fa nel suo proprio dentro, dentro cioè da sè stessa. 438, 18. E più oltre no, per questa ragione che, ec.

438, 72. Al

Maestro in quello mestieri e in quella Arte, fuori de' quali, ec.

439, 92. E cose vi sono dove l'Arte è istrumento della Natura e queste sono meno dell' Arte, ec. 440, 113. Regole sono in quelle che sono proprie dell'Arte, ec.

440, 115. Ed in queste del tutto siamo all'Imperadore sug

441,

getti.

5. E però è da sapere che la definizione dello Imperadore, ec.

442, 54. Che sieno vili appare, ec.

443, 62. Generasi di questa, essendo in quello essere. 447, 8. E sembrare altrui più difettive e insufficienti. 448, 35. Recano sete di esse come febbre intollerabile.... e maggior quantità di desiderio.

448, 43. Dalle quali (allegrezze) massimamente

astretti, ec.

sono

449, 73. E che altro intende l'una e l'altra Ragione. 453, 30. Su per le quali non si procede per uno modo. 456, 120. Fiume corrente dalla diritta Torre, che ha ragione vera di Nobiltà (questa potendosi ben assomigliare ad essa Torre).

458, 65. E in quelli altri animali e nelle pietre margherite bassezza d' antecessori non si noti, ec. 459, 84. E la oblivione del suo avolo non fosse ancora venuta, chi oserà dire che Gherardo da Camino

fosse vile uomo.

459, 87. Però ch'e' fu, e tale fia sempre la sua me

moria.

461, 16. Non generandosi di vile Uomo in lui medesimo. 461, 33. Ciò intende le Canzone, quando dice: O che non

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