Le dolci rime d'Amor, ch'io solia
Cercar ne' miei pensieri, Convien ch'io lasci, non perch' io non speri Ad esse ritornare, Ma perchè gli atti disdegnosi e feri, Che nella Donna mia Sono appariti, m'han chiuso la via Dell'usato parlare. E poichè tempo mi par d'aspettare, Diporrò giù lo mio soave stile, Ch'i' ho tenuto nel trattar d'Amore, E dirò del Valore, Per lo qual veramente uomo è gentile, Con rima aspra e sottile Riprovando il giudicio falso e vile Di que', che voglion che di Gentilezza Sia principio ricchezza. E cominciando, chiamo quel Signore, Ch'alla mia Donna negli occhi dimora,
Per ch'ella di sè stessa s' innamora. Il Convito.
Tale imperò, che Gentilezza volse,
Secondo 'l suo parere, Che fosse antica possession d' avere, Con reggimenti belli. Ed altri fu di più lieve sapere, Che tal detto rivolse, E l'ultima particola ne tolse, Chè non l'avea fors’elli. Di dietro da costui van tutti quelli, Che fan gentili per ischiatta altrui, Che lungamente in gran ricchezza è stata, Ed è tanto durata La così falsa opinïon tra nui, Che l'uom chiama colui Uomo gentil, che può dicere: I'fui Nipote o figlio di cotal valente, Benché sia da nïente. Ma vilissimo sembra, a chi 'l ver guata, Cui è scôrto il cammino e poscia l'erra, E tocca a tal, ch'è morto e va per terra.
Chi difinisce: Uom è legno animato,
Prima dice non vero, E dopo 'l falso parla non intero; Ma più forse non vede. Similemente fu chi tenne Impero In difinire errato,
Chè pria pone 'l falso, e d'altro lato Con difetto procede; Chè le divizie (siccome si crede) Non posson Gentilezza dar, nè tòrre, Perocchè vili son di lor natura. Poi chi pinge figura, Se non può esser lei, non la può porre: Nė la diritta torre Fa piegar rivo, che di lunge corre. Che sieno vili appare ed imperfette, Che, quantunque collette, Non posson quïetar, ma dan più cura; Onde l'animo, ch' è dritto e verace, Per lor discorrimento non si sface.
Nė voglion, che vil uom gentil divegna
Ne di vil padre scenda Nazion, che per gentil giammai s'intenda : Quest' è da lor confesso. Onde la lor ragion par che s'offenda In tanto quanto assegna Che tempo a Gentilezza si convegna, Difinendo con esso. Ancor segue di ciò, che innanzi ho messo, Che siam tutti gentili ovver villani, O che non fosse all'Uom cominciamento: Ma ciò io non consento, Ne eglino altresì, se son cristiani. Per che a intelletti sani È manifesto, i lor diri esser vani, Ed io cosi per falsi li riprovo,
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