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Oliverium olim Torrisani, dominum Bindum olim Cerchii de Circulis, Griffum Assalti, et Saltum Segne de Portinariis.

Actum foris muros civitatis Florentie, apud ecclesiam Sancti Egidii, in qua morantur Fratres de Penitentia Iesu Christi; presentibus testibus fratre Laurentio olim Bonaguide, priore et nunc provinciali Ordinis Fratrum de penitentia Iesu Christi; fratre Iacobo olim Venture, priore conventus dicti loci; fratre Forte olim Guardi del Forte; fratre Meliore olim Bonaguide; fratre Benintendi olim Aldobrandini; fratre Benvenuto olim Benivieni; omnibus Fratribus de Penitentia Iesu Christi, tunc in Conventu dicte ecclesie residentibus.

Ego Tedaldus q. Orlandi Rustichelli Florent. auctoritate Imperiali notar. rog. etc.

II

(Pag. 7)

Atto di fondazione dell'Ospedale di Santa Maria Nuova per Folco Portinari, de 23 giugno 1288.

Era già noto dalle stampe: ma riletto sopra l'originale, che fu de' Portinari (« charta come siamo padroni dello Spedale di Santa Maria Nuova e di San Gilio ») e venne all' Archivio Fiorentino di Stato dal R. acquisto Manni, lo ripubblicò, per mia cura, insieme con altri documenti, nel sesto centenario 1888, il Consiglio Amministrativo del R. Arcispedale di Santa Maria Nuova in un libretto commemorativo, che ho qui indicato nelle Note a pag. 89. E poichè l'occasione e la destinazione di quel libretto consigliò che il latino notarile fosse fatto volgare, si volle ne tentassi io un volgarizzamento che non isguagliasse troppo dalle altre scritture, di Trecento fiorentino, le quali il libretto stesso conteneva. Mi sia qui permesso di ristampare, soggiungendolo a piè di pagina, quel mio tentativo.

In Dei nomine, amen. Anno dominice Incarnationis Millesimo ducentesimo octuagesimo octavo, indictione prima, die vigesimo tertio mensis iunii. Ex hoc publico instrumento pateat evidenter, quod Fulcus filius quondam Recuperi de Portinariis, de populo Sancte Margarite de Florentia, hac presenti die porrexit venerabili domino Andree Dei gratia Episcopo Florentino quamdam suam petitionem infrascripti tenoris.

Supplicat vestre Paternitati Fulcus filius quondam Recuperi de Portinariis, de populo Sancte Margarite de Florentia, quod ipse olim extra muros civitatis Florentie, prope ecclesiam Sancti Egidii, edificavit quasdam domos, ad hospitalitatem et substentationem pauperum et egenorum deputandas, sic confinatas: a primo latere, via publica; a secundo, ecclesia infrascripta et domus ipsius ecclesie; a tertio, terra ecclesie

Al nome di Dio, amen. Anno della sua Incarnazione milledugentottantotto, indizione prima, a di ventitre di giugno. Per questo piuvico instrumento sia chiaro e manifesto, sì come Folco figliuolo che fu di Ricovero de' Portinari, del popole di Santa Margherita di Firenze, in questo presente giorno porse al venerabile Padre messere Andrea la Dio grazia Vescovo di Firenze, certa sua pitizione de lo 'nfrascritto tenore.

Supplicasi alla Paternità vostra per Folco figliuolo che fu di Ricovero de' Portinari, del popolo di Santa Margherita di Firenze, si come egli già fuori delle mura della città di Firenze et apresso alla chiesa di Santo Gilio ha fatto fare certe case da diputarsi alla ospitalità e sustentazione de' poveri e bisognosi; le quali case sono così confinate: a primo, via pubblica; a secondo, la 'nfrascritta chiesa e casa di detta chiesa; a terzo, terra della chiesa di Santo Gilio predetto; a

Sancti Egidii predicti; a quarto, casolare dicti Hospitalis. Item, quasdam alias domos iuxta predictas, sic confinatas: a primo et secundo, vie publice; a tertio, terra dicte ecclesie Sancti Egidii; a iiij, predictum Hospitale in una quarum erigi fecit altare, in qua domo posuistis lapidem benedictum, qui in edificationibus ecclesiarum poni ab initio consuevit, et altare predictum vestris manibus consecrastis, prout de consecratione constat scriptura publica manu Gratie notarii vestri, omnibus tunc presentibus, unius anni et quadraginta dierum, ac perpetuo in anniversario consecrationis prefate dictum locum visitantibus, quadraginta dierum, indulgentiam concedentes. Et quod ipse Fulcus dictam Ecclesiam ob reverentiam Dei et Beate Marie semper Virginis, in cuius honore constructa dignoscitur, pro remedio anime sue suorumque parentum, de bonis sibi a Deo collatis taliter vult dotare; silicet,

quarto, casolare di detto Spedale. Anco, certe altre case poste apresso alle sopradette, confinate in questo modo: a primo e secondo, via publica; a terzo, terra di detta chiesa di Santo Gilio; a quarto, il detto Spedale. In una delle quali case ha fatto rizzare l'altare, e quivi fu per Voi posta la pietra benedetta che in sul cominciamento del fare le chiese fu consueto porre; e lo altare predetto di vostra mano consagrato, siccome di tale consagrazione apparisce per piuvica scrittura della mano di Grazia notaio vostro; e concessa indulgenzia a tutti che allora furono presenti d' uno anno e quaranta dì, e poi in perpetuo di quaranta dì visitando il detto luogo nell'annovale di detta consagrazione. E come il detto Folco la detta chiesa, per reverenzia di Dio e della Beata Maria sempre Vergine, che a suo onore si cognosce essere fondata, per rimedio dell' anima di lui e de' sua parenti, vuole delli

quod unus sacerdos cum uno ministro possit perpetuo in ea stare, et commode substentari, et de ipsa dote luminaribus ipsius ecclesie provideri. Bona vero dotis dande predicte Ecclesie sunt hec.

In primis, una petia terre et vinee et cultus, cum domo una magna cum tribus palchis, una cella, furno, duabus capannis, area et arboribus, posita in populo Sancte Marie de Fornello, plebatus plebis de Doccio, in loco dicto Valcelle; cui a j et ij, vie; a iij, filiorum Iacobi, et domine Imperiere, et filiorum Cini, et Ughi Leomeri et heredum Pangni; iiij, domini Bindi domini Bonaccursi de Adimaribus, et Benci Bonaiuti notarii.

Item una petia terre et cultus et vinee, posita ibi prope: cui a j, dicti domini Bindi; ij, cultus et resedium supra confinatum; iij, dicti Benci notarii, et dicti domini Bindi; a iiij, via.

beni che hae da Dio dotare per tale modo, cioè che uno sacerdote con uno servente possino in perpetuo stare et abitare in quella e comodamente essere sustentati, e sia di detta dote proveduto che la detta chiesa si abbia lumi. Questi sono li beni della dote che s'ha a dare alla predetta chiesa.

In prima, una pezza di terra e vigna e colto, cor una casa grande con tre palchi, e con cella e forno, e cor dua capanne, e con aia e con alberi; et è posta nel popolo di Santa Maria di Fornello, piviere della pieve di Doccio, loco detto Valcelle; che a primo e secondo, vie; a terzo, figliuoli di Iacopo, e madonna Imperiera, e figliuoli di Cino, e Ugo Leomeri, e rede di Pagno; a quarto, messere Bindo di messere Bonaccorso degli Adimari, e Benci di Bonaiuto notaio.

Anco, una pezza di terra e colto e vigna, posta quivi presso: che a primo, detto messer Bindo; a secondo, colto e risedio

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