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Anne dato lb. Ix, s. viij, a fiorini, in kal. luglio trecentotrentasei, sono per suo salaro, da dì ventotto di febraio trecentotrentuno, che venne a noi, infino a questo dì; non dandogli il primo anno salaro, il secondo lb. dodici, il terzo lb. quindici, il quarto lb. venti, e poi per quatro mesi e due dì a ragion di lb. ventinove l'anno, e con cierto dono a sette per c.

Anne dato lb. xv a fiorini in kal. luglio trecentotrentasette per suo salaro, da kal. luglio trecentotrentasei infino a dì sei di gennaio apresso, che passò di questa vita in Parigi, a ragion di lb. ventinove a fiorini l'anno.

Vol. 183, c. clxxvt:

MCCCXXXVJ. Bochaccio Ghellini da Ciertaldo dee avere lb. cccclxxiij. s. iij, d. viij, a fiorini, in kal. luglio trecentotrentaquattro, ponem ch'abia avuto ove dovea avere, di qua a le centoventiquatro carte.

E dee avere lb. ccc, s. iij, a fiorini, in kal. luglio trecentotrentasei, per suo salaro di due anni pasati infino a questo dì, a ragion di ciento fiorini d'oro l'anno, e con cierto dono a sette per c.

Avelli dato lb. cccij, s. xviij. d. viij, a fiorini, dì ventiotto d'agosto trecentotrentatre, levamo ove gli ne dovea dare, al quaderno rancio de le tratte segnato dodici, a le clj carte.

Avelli dato ec.

Seguono le partite fino a luglio 1336.

Vol. 183, c. clxxxxviij:

MCCCXXXVII. Bochaccio Ghellini da Ciertaldo de’avere lb. cxliij, s. iij, a fiorini, in kal. luglio trecien

totrentasei, ponemo che gli abiàn dato ove gli dovea avere, di qua a le cientosettantacinque carte.

E de avere lb. c a fiorini in kal. luglio treciento trentasette, per suo salaro d'un anno pasato. Avelli dato lb. c, ec.

Seguono altre partite, fino a queste:

Ànne dato lb. cxxv a fiorini, dì dodici di settembre trecientotrentotto, per suo salaro, da kal. luglio trecientotrentasette infino a kal. ottobre trecientotrentotto, che si partì da noi, a lb. ciento a fiorini l'anno. Anne dato lb. xxxiij, s. xvij, a fiorini, in kal. ottobre trecientotrentotto, levamo ove gli dovea avere a libro segnato BB fiorini ventitre d'oro e s. diecie a fiorini, nel cinquecientodicienove carte.

VI

(pag. 77)

La Canzone di messer Cino da Pistoia a Dante per la morte di Beatrice.

Fu offerta, come ricordo centenario nella primavera del 1890, dalle gentildonne fiorentine alla. Maestà della Regina, in un Albo composto di sette pergamene miniate, squisito lavoro di N. Leoni. Un'ottava pergamena, fregiata tutt' intorno degli stemmi e dei nomi di quelle gentili, recava le seguenti parole di omaggio a Sua Maestà:

« La Maestà della Regina d' Italia accolga con <«< benigno sorriso l'omaggio che Le viene dalle rive << dell'Arno: un ricordo, sei volte centenario, della << Donna nella quale si affisò la più alta fantasia « d'Italiano Poeta. Cino e Dante, meditanti affet<«<tuosamente sulla tomba di Beatrice, son figura << dell' ingegno che all'amore e al dolore chiede ispirazione e virtù: e da quella tomba si solleva, << svestendo l'umano, la visione che Dante farà di«< vina. Questo documento di gentilezza, questo

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<«< alle Donne italiane titolo di nobiltà, noi, concit<«tadine di Beatrice, rinnoviamo, sotto gli auspicii « della Prima Gentildonna d'Italia, superbe che dai <«< nomi nostri, come è dalla nostra devozione di « suddite, sia circondato quello augusto della gra«<ziosa Sovrana, nella quale ogni amabile idealità « di vita nazionale è fatta visibilmente persona.

« Firenze, nella primavera del MDCCCXC. » L'intero Albo fu riprodotto con questo titolo: Canzone di messer Cino da Pistoia a Dante per la morte di Beatrice. Riproduzione fototipica in cc esemplari del dono offerto a S. M. la Regina d'Italia dalle gentildonne fiorentine nella primavera del MDCCCXC sesto centenario. Testo riveduto sui manoscritti da I. DEL LUNGO. Illustrazioni e fregi in miniatura di N. LEONI. (Firenze, fototipia Ciardelli).

E opportuna appendice al presente libretto mi sembra quel testo; ma quale son venuto modificandolo, per nuove cure che ci ha spese attorno, a mia istanza, il giovine e valente cultore di studi danteschi dottor Michele Barbi. Ad altro luogo è riserbata la pubblicazione dell'apparato critico di che il Barbi ha accompagnato il suo lavoro; ottimo augurio alla edizione che, sotto gli auspicii della Società Dantesca Italiana, egli prepara della Vita Nuova e delle Rime di Dante. Qui io mi limito a confortare con qualche postilla il riassunto inter

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