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Per nova cosa onne Santo la mira,
Ed ella sta davanti a la Salute

E in vèr lei parla onne Vertute.

Di che vi stringe 'l cor pianto ed angoscia,
Che dovresti d'amor sopragioire,

Ch'avete in ciel la mente e l'intelletto?
Li vostri spirti trapassar da poscia
Per sua virtù nel ciel; tal' è 'l disire
Ch'Amor lassù li pinge per diletto.
O omo saggio, perchè sì distretto
Vi tien così l'affannoso pensiero?
Per suo onor vi chiero

Ch'a l'egra mente prendate conforto,
Nè aggiate più cor morto;

Nè figura di morte in vostro aspetto:
Perchè Dio l'aggia locata fra i soi,
Ella tuttora dimora con voi.
Conforto, già, conforto l'Amor chiama,
E Pietà priega per Dio fate resto.

Che d'aver lei, al suo signor la chiede,
E ciascun Santo ne grida mercede.
Sola Pietà nostra parte difende, ec.

v. 27. la Salute: Dio.

Così in Dante (Parad. XXXIII, 27):

< più alto verso l' ultima Salute ».

v. 28. onne Vertute. « Virtudi sono chiamati quegli spiriti, per li quali si fanno le virtù dei miracoli ». CAVALCA, Frutti di lingua, xvI. E teologicamente, fanno serie con gli Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni, ec.

v. 44. fate resto: desistiate, cessiate. In antichi rimatori:

A San Giovanni.... Ten va' immantinente, e non far resto >> (Chiaro Davanzati); « Verso del tempio andò senza far resto » (Passione di G. C.).

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Or inchinate a sì dolce preghera,
Spogliatevi di questa vesta grama,
Da che voi sete per ragion richesto;
Chè l'omo per dolor more e dispera.
Com' voi vedresti poi la bella ciera,
Se v'accogliesse morte in disperanza?
Di sì grave pesanza

Traete il vostro core omai, per Dio,

Che non sia così rio

Vèr l'alma vostra, che ancora spera

Vederla in cielo e star nelle sue braccia:

v. 48-50. dispera.... disperanza. In senso che aveva del religioso, intendendo propriamente il disperare della misericordia di Dio, o di sè al bene. « L'uomo dispera della divina miseri<< cordia, e pargli d'essere da Dio abbandonato »; ovvero, « dispera di non potere perseverare nel bene». CAVALCA, Medicina del cuore, 280. Altrove CINO: « Quella donna gentil.......... << Mi mena con tant' ira in disperanza, Che 'l cuor dispregia la << sua vita omai». E altrove ancora, con stretta rispondenza al concetto di questa Canzone: « Se tu non ti conforti, tu cadrai << In disperanza si malvagiamente, Che questo mondo e l'altro perderai ». E Dante da MaiANO: « Uomo che in dispe<< ranza Si gitta per doglienza, Disperde canoscenza, E prende << loco e stato di follia». La bella ciera, intendi il bel volto di Beatrice: comune in quei rimatori.

v. 55. nelle sue braccia, cioè di Beatrice. La medesima imagine che nella Canzone di Cino per la morte di Dante :

Ah vero Dio, che a perdonar benegno
Sei a ciascun che col pentir si colca,

Quest' anima, bivolca

Sempre stata e d'amor coltivatrice,

Ricovera nel grembo di Beatrice.

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Donque spene di confortar vi piaccia.
Mirate nel piacer, dove dimora

La vostra donna ch'è'n ciel coronata;
Ond'è la vostra spene in paradiso,
E tutta santa omai vostr' innamora,
Contemplando nel ciel mente locata.
Lo core vostro per cui sta diviso,
Chè pinto tene'n sè beato viso?
Secondo ch' era quaggiù meraviglia,
Così lassù somiglia,

E tanto più quant'è me' conosciuta.

v. 60. innamora: sost. femm., da innamoranza; come innamoro da innamoramento, solo rimasto vivo. << E senza << cortesia non è innamoro D'alcuno amante che pregi valore >> DINO COMPAGNI. E DANTE DA MAIANO: « Mi dà conforto, << Ch'ave nocchier talora, Contra fortuna, porto. Così di mia << innamora Non prendo disconfortò, Nè mi dispero ancora. « Uomo che in disperanza Si gitta ec. » vedi sopra.

v. 61. mente: menti, intelligenze, intelletti: a significare gli spiriti angelici, od anche le anime beatificate, era proprio di que'rimatori, che l'attingevano dal linguaggio de' teologi: « av« vegnachè........ la mente che si leva anagogicamente, senza com< parazione sia differente dalle menti glorificate ». (Teologia mistica, volgarizzata da messer DOMENICO DA MONTECCHIELLO, pag. 58).

V.

64-66. DANTE, nella Canz. Quantunque volte (v. 20-26):

il piacere de la sua beltate
Divenne spirital bellezza grande,
Che per lo cielo spande

Luce d'amor che gli angeli saluta,
E lo 'ntelletto loro alto, sottile,
Face maravigliar, sì v'è gentile.

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Come fu ricevuta

Dagli angeli con dolce canto e riso,
Gli spirti vostri rapportato l' hanno,
Che spesse volte quel viaggio fanno.
Ella parla di voi con li beati,

E dice loro: «Mentre ched io fui
Nel mondo, ricevei onor da lui,
Laudando me nei suo' detti laudati. »
E priega Dio, lo signor verace,

Che vi conforti, sì come vi piace.

v. 67-70. DANTE, nella Canz. Donna pietosa (v. 47-51):

Levava li occhi miei bagnati in pianti

E vedea (che parean pioggia di manna)
Li angeli che tornavan suso in cielo;
Ed una nuvoletta avean davanti,
Dopo la qual gridavan tutti Osanna.

v. 69-70. DANTE, nella Canz. Voi che intendendo:

Solea esser vita dello cor dolente

Un soave pensier, che se ne gia
Molte fiate a' piè del vostro Sire;
Ove una donna glorïar vedia,
Di cui parlava a me sì dolcemente,
Che l'anima diceva: I'men vo'gire.

A pag. 40, lin. 4, invece di e da Montevarchi, leggi da Mon

tevarchi.

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I... Testamento di Folco Portinari, de' 15 gennaio 1287 (s. f.)

II.. Atto di fondazione dell'Ospedale di Santa Maria Nuova per Folco Portinari, de' 23 giugno 1288.

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III. Magistrature di Folco Portinari, e altre indicazioni su lui.

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IV. Documenti fiorentini militari del 1285, attinenti alla interpretazione d' un luogo

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