SONETTI E CANZONI SOPRA VARJ ARGOMENTI 227 SONETTO I. Rincora un Amico allo studio delle lettere, La gola, e 'l sonno, e l'oziose piume Hanno del mondo ogni vertù sbandita, Ed è si spento ogni benigno lume Chi vuol far d'Elicona nascer fiume. Qual vaghezza di Lauro? qual di Mirto? Dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l'altra via: SONETTO II. A Stefano Colonna il vecchio, ch'era già stato in Avignone, e si dipartiva. Gloriosa loriosa Colonna, in cui s' appoggia Nostra speranza, e 'l gran nome Latino; Ch' ancor non torse dal vero cammino L'ira di Giove per ventosa pioggia; Qui non palazzi, non teatro, o loggia, Levan di terra al Ciel nostr' intelletto: D'amorosi pensieri il cor ne 'ngombra. SONETTO III. Risponde a Stramazzo da Perugia, Se l'onorata fronde, che prescrive L'ira del ciel, quando 'l gran Giove tona, Non m'avesse disdetta la corona, Che suole ornar chi poetando scrive; l'era amico a queste vostre Dive, Che non bolle la polver d'Etiopia Cercate dunque fonte più tranquillo; Salvo di quel, che lagrimando stillo. SONETTO IV. Si consola coll' amico Boccaccio di vederlo sciolte dagl' intrighi amorosi. Amor piangeva, ed io con lui talvolta, Dal qual miei passi non fur mai lontani; Or, ch'al dritto cammin l'ha Dio rivolta; E se tornando all'amorosa vita, Per farvi al bel desio volger le spalle, Fu per mostrar, quant'è spinoso calle, |