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PRESSO GAETANO ROMAGNOLI

Libraio-Editore della R. Commissione pe'testi di Lingua

Proprietà Letteraria

284893

GRO

Bologna. Tipi Fava e Garagnani

STANFORD LIBRARY

AI SUOI ASSOCIATI

LA DIREZIONE

Ecco il nostro Propugnatore che entra prospero e franco nel quarto anno di sua vita. È ancor giovinetto, ma ciò nondimeno ha saputo guadagnarsi abbastanza la stima degli eruditi. Or, come che sia, il fatto val più che un milione di promesse, perchè egli è più agevole assai il promettere, di quello che mantenere poi la data parola, donde nacque ragionevolmente il proverbio, che dal detto al fatto è un gran tratto. Noi dunque non ci perderemo nè in millanterie, nè in altre simili vanità a suo riguardo: quel ch'egli proprio sia stato e quel che fia per essere tocca agli uomini sperti in codesti studii a giudicarne: ben potremo certificare i nostri signori associati, che se fummo capaci di governarlo sufficientemente per l'addietro e guadagnargli la loro fiducia, oggi possiamo altresì renderli sicuri, che non demeriteremo eziandio per l'avvenire, stante lo zelo nostro e la nostra attività. Per quanto da noi si stesse in ascolto, giammai non udimmo lagnanze che ci offendessero, e pochi furono gli associati, che, durante il triennio, si ritirarono; e que' pochi tosto da altri furono sostituiti. Vero è, che non manca chi biasima il costume che noi abbiamo di pubblicare antiche scritture, ma noi non gliene facciam colpa, sapendo bene,

che non tutti sono di un gusto e che non tutti la pensano a un modo Noi vorremmo però che le ragioni in contrario. fossero meglio espresse di quel che sono: forse allora. potremmo ravvederci e provvedere all' error nostro. A cagion d'esempio; un professore, fra gli altri, disse, con ridevole equivoco, che non si debbono pubblicare testi antichi, perchè le voci nuove o son vive nell' uso o son disusate. Ma che Iddio lo benedica costui! or che ragionare è egli cotesto? Se le voci sono nuove, come possono esser vive nell'uso? Iddio gli conceda le buone calendi e miglior logica, e noi andiamo innanzi per la via nostra, lasciando lui e altri così fatti gracchiare a loro talento.

FRANCESCO ZAMBRINI

PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PER LA PUBBLICAZIONE

DEI TESTI DI LINGUA NELL'EMILIA

GIOVANNI GALVANI

Quelli che dissero avere i libri il loro fato o la loro stella, proclamarono una gran verità. Ne vediamo infatti taluni, anche tra i testi di lingua, stampati e ristampati con crescente diligenza ed amore, e taluni altri, certo di non minore bontà, negletti e tuttavia desiderosi di una edizione critica. E se tra questi sono al fermo da annoverare il Dittamondo dell' Uberti e il Ristorato del Canigiani, riesce poco concepibile come vi si debbano inchiudere i Reggimenti delle Donne di Messer Francesco da Barberino. Ella sa, Ch. Sig. Commendatore, quanto sia lindo e piacevole questo Galateo donnesco, e come, riferendosi a tempi abbastanza remoti dagli attuali, unisca alle attrattive del verso e della lingua, quelle delle usanze e de' costumi del medio-evo, sempre piene di vivo interesse per noi italiani. Con tutto ciò questa cara operetta si tenne come perduta, sinchè il benemerito Sig. Guglielmo Manzi, pubblicandola in Roma nel 1815 da un Codice Vaticano, la fece finalmente conoscere agli amatori dell'antica ed onesta nostra letteratura.

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