Le poesie di Giacomo Leopardipei itpi di Franc. Vigo, 1869 - 558 sayfa |
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... cura , quasi tutte le correzioni qui sopra accennate . Ma anche egli forse non vide la vera edizione pa- rigina dei Paralipomeni , poichè ha lasciato come nella fiorentina i versi Solo ancor per natura è CAREZZEVOLE - MOVEVA quei DELLA ...
... cura , quasi tutte le correzioni qui sopra accennate . Ma anche egli forse non vide la vera edizione pa- rigina dei Paralipomeni , poichè ha lasciato come nella fiorentina i versi Solo ancor per natura è CAREZZEVOLE - MOVEVA quei DELLA ...
Sayfa 19
... cura Di noi qualche immortale : Ch ' essendo questa o nessun'altra poi L'ora da ripor mano alla virtude Rugginosa dell'itala natura , Veggiam che tanto e tale È il clamor de ' sepolti , e che gli eroi Dimenticati il suol quasi dischiude ...
... cura Di noi qualche immortale : Ch ' essendo questa o nessun'altra poi L'ora da ripor mano alla virtude Rugginosa dell'itala natura , Veggiam che tanto e tale È il clamor de ' sepolti , e che gli eroi Dimenticati il suol quasi dischiude ...
Sayfa 23
... cura ? Chi stolto non direbbe il tuo mortale Affanno anche oggidì , se il grande e il raro Ha nome di follia ; Nè livor più , ma ben di lui più dura La noncuranza avviene ai sommi ? o quale , Se più de ' carmi , il computar s'ascolta ...
... cura ? Chi stolto non direbbe il tuo mortale Affanno anche oggidì , se il grande e il raro Ha nome di follia ; Nè livor più , ma ben di lui più dura La noncuranza avviene ai sommi ? o quale , Se più de ' carmi , il computar s'ascolta ...
Sayfa 26
... cura , Che di fortuna amici Non crescano i tuoi figli , e non di vile Timor gioco o di speme : onde felici Sarete detti nell'età futura : Poichè ( nefando stile Di schiatta ignava e finta ) Virtù viva sprezziam , lodiamo estinta . Donne ...
... cura , Che di fortuna amici Non crescano i tuoi figli , e non di vile Timor gioco o di speme : onde felici Sarete detti nell'età futura : Poichè ( nefando stile Di schiatta ignava e finta ) Virtù viva sprezziam , lodiamo estinta . Donne ...
Sayfa 35
... cura . Non io d'Olimpo o di Cocito i sordi Regi , o la terra indegna , E non la notte moribondo appello ; Non te , dell'atra morte ultimo raggio , Conscia futura età . Sdegnoso avello Placàr singulti , ornàr parole e doni Di vil caterva ...
... cura . Non io d'Olimpo o di Cocito i sordi Regi , o la terra indegna , E non la notte moribondo appello ; Non te , dell'atra morte ultimo raggio , Conscia futura età . Sdegnoso avello Placàr singulti , ornàr parole e doni Di vil caterva ...
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Sayfa 30 - L'INFINITO. Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità...
Sayfa 67 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri, Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa xl - Italo ardito, a che giammai non posi Di svegliar dalle tombe I nostri padri? ed a parlar gli meni A questo secol morto, al quale incombe Tanta nebbia di tedio? E come or vieni Sì forte a' nostri orecchi e sì frequente, Voce antica de
Sayfa 39 - Da presso né da lunge odi né vedi. Tien quelle rive altissima quiete; Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio Sedendo immoto; e già mi par che sciolte Giaccian le membra mie, né spirto o senso Più le commova, e lor quiete antica Co' silenzi del loco si confonda.
Sayfa 77 - Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia, più felice sarei, candida luna.
Sayfa 69 - Mero desio; non ha la vita un frutto, Inutile miseria. E sebben vóti Son gli anni miei, sebben deserto, oscuro II mio stato mortai, poco mi toglie La fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta A voi ripenso, o mie speranze antiche, Ed a quel caro immaginar mio primo; Indi riguardo il viver mio sì vile E sì dolente, e che la morte è quello Che di cotanta speme oggi m'avanza; Sento serrarmi il cor, sento ch'ai tutto Consolarmi non so del mio destino.
Sayfa 39 - Talor m'assido in solitària parte, Sovra un rialto, al margine d'un lago Di taciturne piante incoronato. Ivi, quando il meriggio in ciel si volve, La sua tranquilla imago il Sol dipinge, Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lunge odi né vedi.
Sayfa xxviii - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è
Sayfa 127 - Come d'arbor cadendo un picciol pomo, cui là nel tardo autunno maturità senz'altra forza atterra, d'un popol di formiche i dolci alberghi, cavati in molle gleba con gran lavoro, e l'opre e le ricchezze che adunate a prova con lungo affaticar l'assidua gente avea provvidamente al tempo estivo, schiaccia, diserta e copre in un punto; così d'alto piombando, dall'utero tonante...
Sayfa 31 - DI FESTA. Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.