Le poesie di Giacomo Leopardipei itpi di Franc. Vigo, 1869 - 558 sayfa |
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Sayfa xiv
... terra uomini così fatti ! Vivere negli altri e per gli altri è il gran principio morale seguito da essi ; al quale se tutti gli uomini conformassero le loro azioni , il mondo avrebbe presto trovato la sua maggiore felicità . Ma è egli ...
... terra uomini così fatti ! Vivere negli altri e per gli altri è il gran principio morale seguito da essi ; al quale se tutti gli uomini conformassero le loro azioni , il mondo avrebbe presto trovato la sua maggiore felicità . Ma è egli ...
Sayfa xxxi
... terra da Adamo in qua , se nel 1830 in Italia e in Europa non si dirà che pochi Italiani ( nei secoli più felici ) furono paragonabili a Leopardi . Io vi parrò un matto a dir queste * cose ; ma per dio dico quello che penso , e credo ...
... terra da Adamo in qua , se nel 1830 in Italia e in Europa non si dirà che pochi Italiani ( nei secoli più felici ) furono paragonabili a Leopardi . Io vi parrò un matto a dir queste * cose ; ma per dio dico quello che penso , e credo ...
Sayfa 5
... Chi la ridusse a tale ? E questo è peggio , Che di catene ha carche ambe le braccia ; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata , Nascondendo la faccia Tra le ginocchia , e piange . Piangi , che.
... Chi la ridusse a tale ? E questo è peggio , Che di catene ha carche ambe le braccia ; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata , Nascondendo la faccia Tra le ginocchia , e piange . Piangi , che.
Sayfa 7
... terra itali acciari . Oh misero colui che in guerra è spento , Non per li patrii lidi e per la pia Consorte e i figli cari , Ma da nemici altrui , Per altra gente , e non può dir morendo : Alma terra natia , La vita che mi desti ecco ti ...
... terra itali acciari . Oh misero colui che in guerra è spento , Non per li patrii lidi e per la pia Consorte e i figli cari , Ma da nemici altrui , Per altra gente , e non può dir morendo : Alma terra natia , La vita che mi desti ecco ti ...
Sayfa 15
... ti sdegni , Mutato sei da quel che fosti in terra . Morian per le rutene Squallide piagge , ahi d'altra morte degni , Gl'itali prodi ; e lor fea l'aere e il cielo E gli uomini e le belve immensa guerra . Cadeano SUL MONUMENTO DI DANTE . 15.
... ti sdegni , Mutato sei da quel che fosti in terra . Morian per le rutene Squallide piagge , ahi d'altra morte degni , Gl'itali prodi ; e lor fea l'aere e il cielo E gli uomini e le belve immensa guerra . Cadeano SUL MONUMENTO DI DANTE . 15.
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Sayfa 30 - L'INFINITO. Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità...
Sayfa 67 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri, Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa xl - Italo ardito, a che giammai non posi Di svegliar dalle tombe I nostri padri? ed a parlar gli meni A questo secol morto, al quale incombe Tanta nebbia di tedio? E come or vieni Sì forte a' nostri orecchi e sì frequente, Voce antica de
Sayfa 39 - Da presso né da lunge odi né vedi. Tien quelle rive altissima quiete; Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio Sedendo immoto; e già mi par che sciolte Giaccian le membra mie, né spirto o senso Più le commova, e lor quiete antica Co' silenzi del loco si confonda.
Sayfa 77 - Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia, più felice sarei, candida luna.
Sayfa 69 - Mero desio; non ha la vita un frutto, Inutile miseria. E sebben vóti Son gli anni miei, sebben deserto, oscuro II mio stato mortai, poco mi toglie La fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta A voi ripenso, o mie speranze antiche, Ed a quel caro immaginar mio primo; Indi riguardo il viver mio sì vile E sì dolente, e che la morte è quello Che di cotanta speme oggi m'avanza; Sento serrarmi il cor, sento ch'ai tutto Consolarmi non so del mio destino.
Sayfa 39 - Talor m'assido in solitària parte, Sovra un rialto, al margine d'un lago Di taciturne piante incoronato. Ivi, quando il meriggio in ciel si volve, La sua tranquilla imago il Sol dipinge, Ed erba o foglia non si crolla al vento, E non onda incresparsi, e non cicala Strider, né batter penna augello in ramo, Né farfalla ronzar, né voce o moto Da presso né da lunge odi né vedi.
Sayfa xxviii - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è
Sayfa 127 - Come d'arbor cadendo un picciol pomo, cui là nel tardo autunno maturità senz'altra forza atterra, d'un popol di formiche i dolci alberghi, cavati in molle gleba con gran lavoro, e l'opre e le ricchezze che adunate a prova con lungo affaticar l'assidua gente avea provvidamente al tempo estivo, schiaccia, diserta e copre in un punto; così d'alto piombando, dall'utero tonante...
Sayfa 31 - DI FESTA. Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.