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Alessandro, che ammirato avea il coraggio di Poro, mandò Tassilo, che era del suo paese, per invitarlo ad arrendersi al vincitore. Costui, avvicinandosi a Poro, gli gridò ad alta voce: „Fermati, ed ascolta quel che sono a dirti in nome d' Alessandro." Poro si voltò indietro, e riconosciuto Tassilo, esclamò: Non è Tassilo quello che odo, il traditor del suo regno e della sua patria?" e prendendo un dardo che gli era a sorte rimasto, glielo scagliò9 e ferillo 10 in mezzo al petto. Fatto ch' ebbe quest'ultima prova, si diede a fuggire con maggior fretta, ma poco dopo l'elefante, illanguidito 11 e spossato 12 per le ferite che avea anch' esso ricevuto, si venne meno arrestò i passi.

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Alessandro che voleva in ogni modo salvare un principe sì valoroso, gli spedì altri ufficiali, fra i quali un certo Meroe, suo amico, che esortollo 14 efficacemente 15 ad abboccarsi 16 con un vincitore degno di lui. Poro vi consentì, benchè con molta difficoltà, e s'incamminò alla volta di Alessandro. Quando fu vicino, Alessandro si fermò per contemplarne il nobile aspetto, e la straordinaria grandezza. Questo, senza mostrarsi abbattuto dalla disgrazia, s'avvicinava con aria 17 intrépida e degna d'un forte e valoroso guerriero. Alessandro fu il primo a parlargli, e con dolce e amorevole maniera gli domandò, in qual modo egli voleva essere trattato.

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"Come un re," rispose il vinto. Ma non chiedete altro di più ?" soggiunse il vincitore.

"No," ripigliò Poro; questa sola parola abbraccia 18 ogni

cosa."

Alessandro, mosso da tanta grandezza d'animo, non solamente gli lasciò il domínio di prima 19, ma vi aggiunse alcune altre provincie, e gli diede tutti i contrassegni 20 possibili d'amicizia, di stima e d'onore.

Poro penetrato di gratitudine seguì il suo benefattore in tutte le sue conquiste, dopo avergli giurata una fedeltà che non violò 21 mai. Non si sa, chi si debba più ammirare in quest' occasione, se il vincitore o il vinto.

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1mit Ahndung ankündigen 2 sich anschicken 3 Grenze 4 wagen 5 unerschrocken Fußvolk 7Pfeil zufällig schleudern 10 ferillo lo ferì 11schmachten 12 entkräften 13 ohumächtig werden 14 esortollo lo esortò 15 eindringlich 16 reden

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= ·

17 Miene 18 umfaßt 19 das frühere Reich 20 Zeichen 21 brechen.

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2.

Tradimento di Tarpeia.

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Era un Romano, il quale ebbe nome Spúrio Tarpeio, il quale guardava la fortezza di Roma; ed essendo un dì discesa Tarpeia sua figliuola, per andare ad attígnere 1 acqua ad una fonte, Tázio il re dei Sabini la corruppe 2 per moneta, acciò che ella aprisse la porta ai Sabini. E così entrarono i Sabini dentro della fortezza, e gettarono i loro scudi3 a Tarpeia e ammonticellárongli sopra il suo corpo, sicchè quivi le convenne 5 morire; perocchè paresse ch' eglino avessero presa la rôcca per forza, o per dar esempio che in nulla parte fosse tenuta lealtà ai traditori. I Sabini portavano nei bracci manchi armille d'oro di gran peso, e anella con pietre preziose di grande valuta; e promisero a Tarpeia di donarle ciò che eglino avevano nelle mani sinistre; e così in luogo delle armille d'oro e delle anella gittarono gli scudi. Alcuni dicono, ch' ella, secondo la convenienza di darle ciò che essi avevano nei bracci manchi, addimandò apertamente gli scudi; e così parendo ch' ella usasse inganno, prese morte nel suo guiderdone 10

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Tito Livio.

1schöpfen 2 bestechen 3 Schild ammonticellárongli gli ammonticellarono, aufhäufen 5 müssen 6 Festung 7link 8 Armband 9 Vertrag 10 Belohnung.

3.

Le donne Sabine.

Avendosi Romolo concitato generale amicizia di tutti i suoi vicini per la rapina 2 che fece delle donne, fu travagliato3 di guerre da ogni banda 4: delle quali per esser uomo valoroso tosto s'espedì 5 con vittoria, eccetto di quella dei Sabini, che fu grandissima; perchè Tazio re dei Sabini era valentissimo e savio. Onde essendo stato fatto un acerbo fatto d'arme

tra i Romani e i Sabini, con gravissimo danno dall' una e dall' altra parte, e apparecchiandosi nuova e crudel battaglia, le donne Sabine vestite di nero, coi capelli sparsi e lacerati", piangendo, meste senza timore dell' armi, che già erano per ferire mosse, vennero nel mezzo tra i padri e i mariti, pregandoli che non volessero macchiarsi le mani del sangue dei suóceri9 e dei géneri 10: e se pur erano malcontenti di tal parentado 11, voltassero le armi contra esse: chè molto meglio era loro il morire, che vivere vedove e senza padre e fratelli, e ricordarsi, che i loro figliuoli fossero nati di chi loro avesse morti i loro padri, o che esse fossero nate di chi loro avesse morti 12 i lor mariti. Con questi gémiti piangendo molte di loro nelle braccia portavano i piccioli figliuoli, dei quali alcuni cominciavano a snodar 13 la lingua; e pareva che chiamar volessero e far festa 14 agli ávoli loro. Ai quali le donne mostrando i nepoti e piangendo: ecco, dicevano, il sangue vostro, il quale voi con tanto ímpeto e furor cercate di spargere colle vostre mani. Tanta forza ebbe in questo caso la pietà e la prudenza delle donne, che non solamente tra i due re nemici fu fatta indissolúbile 15 amicizia e confederazione, ma vennero i Sabini ad abitare in Roma, e dei due popoli fu fatto un solo. E così molto accrebbe questa concórdia le forze di Roma, mercè 16 delle sagge e magnánime donne, le quali in tanto da Romolo furono rimunerate 17, che dividendo il popolo in trenta curie, a quelle pose i nomi delle donne Sabine.

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Castiglione.

1zuziehen 2 Raub 3belästigen von allen Seiten 5 sich entledigen 6zer= zausen 7sich bewegen sich beflecken 9 Schwiegervater 10 Schwiegersohn 11 Ver= wandtschaft 12 morire als transitives Zeitwort kommt bei älteren Autoren häufig vor, morire uno, tödten 13 lösen 14 liebkosen 15 unauflöslich 16 Dank, vermöge 17 belohnen.

4.

Orazio Cóclite.

Quando i nemici furono presso a Roma, i paesani delle ville e dei casali si fuggirono alla città, e fornironla 2 da tutte le parti, e parve loro che fosse ben sicura sì per le

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mura e sì per il Tevere, che da una parte la cingeva. Per poco rimase che i nemici non passarono il ponte Sublicio, se non fosse stato un uomo, il quale si chiamava Orazio Coclite. Quegli salvò e difese la città quel dì: chè essendo egli posto a guardare il ponte, veduti i nemici che avevano preso il Gianícolo per forza, e quindi se ne venivano correndo verso la città; e vedendo che i suoi fuggivano per la paura, egli gridò e li chiamò per nome ad uno ad uno e biasimandoli duramente: „E che, o Romani," diss' egli, „per virtù degli Dei, che avete pensato di fare? Per niente vi fuggite. Se voi abbandonate il passo del ponte, vi vedrete in poco d'ora 3 più nemici dentro il Campidoglio e in monte Palatino, che non ha ora in Gianicolo. Onde io vi rincoro e prego, che voi spezziate 5 il ponte; e intanto io contrasterò 6 ai nemici e difenderò la loro entrata del ponte quanto per lo corpo d'un uomo si potrà fare. Allora Orazio pósesi in capo del ponte sì arditamente, che i nemici furono tutti sbigottiti dalla maraviglia. La vergogna ne ritenne insieme due con lui, cioè Spurio Largio e Tito Erminio, amendue prodi e arditi e gentili uomini. Con costoro sostenne un poco il primo assalto e il maggior pericolo della battaglia. Intanto i Romani avevano presso che spezzato il ponte, e chiamavano Orazio e i suoi compagni: ei ristéttevi9 tutto solo. Allora cominciò a gridare ai nemici con ardita faccia e minacciarli, dispregiandoli duramente. Essi indugiarono un poco, e mentre che l'uno riguardava l'altro, attendevano chi cominciasse la battaglia. Allora si animarono tutti insieme per la vergogna, e lanciarono ad Orazio molti dardi e molte lance: ed egli tutti li riceveva nel suo scudo. E già perciò non si partì dalla piazza, anzi difendeva l'entrata del ponte aspramente, 10 quando i nemici gli vollero correre addosso per gittarlo nell'acqua. Allora i Romani dall' altra parte levarono un grande grido della gioia, che essi ebbero del ponte, che era spezzato; il quale fece sì grande fracasso 11 e sì grande rumore, che i nemici per la grande paura si ritennero un poco. Allora si volse Orazio verso il fiume e dissegli: Bel Padre Tevere, io ti prego, che tu riceva

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queste armi e questo guerriero benignamente. 12 Dopo queste parole saltò nell' acqua, e tra molti colpi di dardi e di lance, che i nemici gli lanciavano nuotò sano e salvo di là dal fiume. Da questa cosa, tenuta più a maraviglia che creduta, la città fu ben conoscente verso Orazio di tanta prodezza 13, perchè essi gli fecero una státua, che fu posta nel mezzo della piazza, e donárongli tanta terra, quanta egli potè girare un dì coll'aratro; e non che altro molti uomini gli fecero onore e diedergli della loro biada, tuttochè 14 ne avessero grande necessità.

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Pito Livio.

1 Hof 2 versehen 3 in kurzem ermuthigen 5 abbrechen 6 widerstehen si pose, 8 fast 9 vi ristette = ristare, 10 stillstehen hartnäckig

7 pósesi

11 Getöse 12

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gütig 18 Tapferkeit 14 obwol.

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5.

Annibale passa le Alpi.

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Annibale con cinquanta mila uomini a piedi e nove mila a cavallo e con trentasette elefanti giunse ai piedi delle Alpi. La vista di quelle montagne tanto alte, che parevano toccare il cielo, órride 1 per dirupi 2, in cima coperte di neve, mise in molti spavento 3. Annibale fece lor cuore, e tutti si mostrarono pronti e volonterosi di seguitarlo. Si cominciò a salire, ma quando furono saliti alquanto, cominciarono a trovare rovine profonde, burrati spaventévoli, rupi immani 5: e più e più montando, piante quasi assiderate, pécore dal freddo riarse, uomini con lunghi capelli, lunghe barbe, aspetti orridi e sozzi 8; più innanzi ecco quà e là sopra alture, sopra greppi9 uomini con armi e con sassi sovrastare ai sentieri, pei quali avevano a passare, e fieramente avventar 10 colpi. Riuscì ad Annibale di far giungere dei suoi addosso a coloro, e si dispersero. Seguitò il suo cammino e giunse ad un castello quasi abbandonato, dove trovò molto frumento e bestiami e dove stette tre giorni. Vigoreggiati 11 di tal ristoro, dopo aver fatto alquanto di via, si avvennero ad un' altra gente bárbara, che da luoghi superiori rotolava 12 loro addosso grandi sassi e traeva dardi. Così Annibale dopo nove giorni di mali e di

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