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nili: non ancora toccava il sesto lustro 1 quando venne mandato ad esecuzione 2 il triumvirale decreto, che di infinite terre d'Italia dispogliava3 i pacífici posseditori, distribuendole ai veterani. Il Mantovano era una delle provincie maggiormente colpite dalla spogliazione: il poderetto di Virgilio toccò ad un legionário. Avvenne però che Pollione, grand' amatore delle lettere e Proconsole della Cisalpina, posto amore nel giovane Marone, ottennegli salvo da Ottavio il patrimonio: la soldatesca licenza 6 non permise però al beneficato di godere del beneficio: perigliato avendo della vita per lo sdegno del legionario spogliato, Virgilio si ritirò col padre e la famiglia poco discosto da Taranto.

In quel terrestre paradiso scrisse le Egloghe, e si fe' di primo lancio rivale di Teócrito.

Mecenate e Gallo, amici non meno di Ottavio che delle lettere, concepirono grandi speranze del giovine alunno delle muse, che aveva impreso a coltivare una maniera di poesia, sconosciuta sino allora ai Romani.

A fecondare 10 vie meglio i germi 11 d'un tranquillo avvenire, Mecenate eccitò Virgilio a scrivere un poema sull' agricoltura. Urgente 12 era il bisogno di riparare alle devastazioni cagionate da lunghe e rabbiose guerre: volévansi porre in onore le tranquille bisogne 13 dell' agricoltura: stava bene insegnare quell' arte benéfica ai soldati diventati improvvisamente proprietari di terre. Virgilio con pubblicare le Geórgiche dopo sette anni di lavoro corrispose pienamente all' aspettazione del suo protettore.

Lavoro sì perfetto destò universale ammirazione. Tutto quanto i Greci avevano scritto in cotesto campo cedeva al confronto 14 del latino poema.

Ogni cosa favorì gli studi del gran poeta. La liberalità dei suoi protettori avevagli data agiatezza. Viveva la maggior parte dell' anno nei climi felici della Magna Grecia e della Campania.

Leggeva ad Augusto i suoi versi: al plauso 15 dell' imperatore facevano eco 16 Vario, Gallo, Mecenate.

Lardelli, ital. Lesebuch.

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I poeti contemporánei 17 di Virgilio vinti dalla benignità dell' índole sua, dalla dolcezza modesta dei suoi costumi, dalla ritiratezza del suo vivere, nemico d'ogni ostentazione 18, scrissero di lui vivo come ai pósteri 19 era serbato di giudicarne spento. Malori di malferma salute interrompevano soli la serena uniformità dei suoi giorni.

Aveva egli

Quei giorni sereni dovevano essere brevi. appena dato compimento all' Enéide, che prima di rivederla e correggerla imprese un viaggio in Grecia ad oggetto 20 di maturare l'ingegno con istudiarvi filosofia. Giunto ad Atene (nel 737) infermò: diè addietro 21 bramoso di morire nella patria; ma le fatiche del viaggio crebbero forza al morbo: spirò sulla riva d'Italia, e le sue céneri trasportate a Parténope è fama 22 che vi fossero tumulate 23 nel monumento, di cui il viaggiatore soavemente commosso vísita tuttodì le pittoresche reliquie.

Dándolo.

1 un lustro = cinque anni 2 mandare ad esecuzione, zur Ausführung bringen entblößen, berauben kleines Landgut 5 porre amore, lieb gewinnen Zügellosigkeit 7perigliare della vita, in Lebensgefahr schweben 8 auf den ersten Wurf, gleich Anfangs 9 Zögling 10 fruchtbar machen 11 Keim 12 dringlich 13 Arbeit 14 den Vergleich nicht aushalten 15 Beifall 16 beistimmen 17 zeitgenössisch 18 Prahlerei 19 Nachkommen 20 zum Zwecke dare addietro, zurückkehren 2è fama, man sagt 23 begraben.

10.

Alboino e Rosmunda.

I Longobardi sendo 1 pervenuto il regno loro ad Alboino, uomo efferato 2 ed audace, passarono il Danubio, e si azzuffarono 3 con Comundo re dei Zépidi, che teneva la Pannonia, e lo vinsero. E trovandosi nella preda Rosmunda figliuola di Comundo, la prese Alboino per moglie, e s'insignorì di Pannonia, e mosso dalla sua efferata natura fece del teschio di Comundo una tazza, con la quale in memoria di quella vittoria bevea. Ma chiamato in Italia Narsete, occupò in un tratto Pavía, Milano, Verona, Vicenza, tutta la Toscana, e quasi la parte maggiore della Flaminia, oggi chiamata Romagna. Talchè parendogli per tanti e sì subiti acquisti avere già

la vittoria d'Italia, celebrd in Verona un convito′′, e per il molto bere diventato allegro, sendo il téschio di Comundo pieno di vino, lo fece presentare a Rosmunda regina, la quale all' incontro di lui mangiava, dicendo con voce alta in modo che quella potette udire, che voleva in tanta allegrezza la 8 bevesse con suo padre. La qual voce fu come una ferita nel petto di quella donna. Almachilde, nobile lombardo giovine e feroce consentì di ammazzare Alboino; ma dipoi che eglino ebbero morto quello, veggendo come non riusciva loro di occupare il regno, anzi dubitando di non essere morti dai Longobardi per l'amore che ad Alboino portavano, con tutto il tesoro régio se ne fuggirono a Ravenna a Longino, il quale onorevolmente gli ricevette, e lei persuase ad ammazzare Almachilde, e pigliar lui per marito. Il che fu daquella accettato, ed ordinò una coppa di vino avvelenato, la quale di sua mano porse ad Almachilde che assetato usciva dal bagno; il quale come l'ebbe bevuta mezza, sentendosi commuovere gl' interiori 10, ed accorgendosi di quello che era, sforzò Rosmunda a bere il resto; e così in poche ore l'una e l'altra di loro morirono. I Longobardi intanto ragunátisi 11 in Pavia, la quale avevano fatta sede principale del loro regno, fecero 12 Clefi loro re.

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Macchiavelli.

1 sendo = essendo 2 grausam 3 handgemein werden 4 Schädel 5 sodaß 6 schnell 7 Gastmahl la ella 9 Becher 10 Eingeweiden 11 ragunarsi = radunarsi, sich 8 = versammeln 12 fare re, zum König erwählen.

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11.

I Vespri Siciliani.

Fu Giovanni chiamato di Prócida dalla signoria che i suoi tenevano nell'isola di questo nome. Il Collenuccio scrittore delle cose Napoletane, vuole che fosse medico. Fu consigliere di Federico II, di Manfredi e dello stesso Carlo d'Angiò da cui ricevette grave ingiúria 1 nell' onore di Pandolfina sua consorte: onde deliberò fra sè di farne, quando che fosse, solenne vendetta.

Informato dei mali trattamenti sofferti dai Siciliani per opera dei ministri del Re tenne prátiche 2 con alcuni dei più

potenti, il cui pensiero era di prendere le armi in uno stesso giorno contro i Francesi. Sapendo Giovanni che Carlo aveva offeso il papa, si nascose sotto l'úmile vestimento di religioso, e così presentossi a Niccolò III; e sotto il medesimo abito si incamminò a Costantinopoli dall' imperatore Paleologo, e gli mostrò che la ribellione di Sicilia, avrebbe distolto3 Carlo dall' invadere l'impero d'Oriente. Mandò il Paleologo con Giovanni un suo segretario con grossa somma di danari da portarsi al re Pietro d'Aragona. I papa entrò volonteroso nella lega, e Pietro d'Aragona fece apparecchiare galere e navigli, dando voce 5 di voler andare contro i Saraceni.

L'indefesso6 Prócida giunto di nuovo in Sicilia, cangiando ogni di abito e terra, sollecitava i congiurati e spediva messi al re Pietro, e n'ebbe risposta che la sua armata & aveva già fatto vela 9. Fu dunque fissato per la ribellione il 30 marzo 1282, secondo giorno di Pasqua, e doveva darne cenno la campana che suonava vespro; donde n'è nato a quella strage 10 il nome di Vespro siciliano.

Il movimento fu dato da un francese che prese una donna per farle villanía 11. I Palermitani s'azzuffarono coi Francesi, e trassero alla città gridando: Morte ai Francesi! Perirono in due ore ottomila persone; nè solo in Palermo, ma in tutta Sicilia si estese l'uccisione 12, onde in pochi giorni non vi era francese ehe respirasse aria siciliana: il solo Guglielmo Porcelletto, íntegro 13 reggitore di Calafatimi, fu ad unánime 14 grido salvato.

Carlo, quand' ebbe la dolorosa novella imbestialì 15 e giurò di non portar più corona se non dava ai Siciliani pena del tradimento.

Giunse a Messina con una potente armata il 16 luglio 1282, e la strinse d'assédio 16, guastò 17 il paese d'intorno, e prese Milazzo di viva forza 18. Fu mirábile in quell' assedio il co-raggio dei cittadini, e delle donne messinesi da paragonarsi

alle antiche Numantine 19

Intanto Pietro d'Aragona era giunto in Trápani, ed ammiraglio della sua armata era messér 20 Ruggeri del Soria ca

labrese, a cui dai Francesi era stato ammazzato il padre. Giovanni vedendo l'irresolutezza 21 di re Pietro gli stava sempre ai panni 22, e tanto lo istigò 23 che lo spinse fino a Palermo, ove fu ricevuto con grande ebbrezza 24 di tutti, e a grido di popolo fatto Re di Sicilia.

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Dal Benedetti.

1Schimpf 2Unterhandlungen pflegen abhalten Fahrzeug 5 dar voce, ausstreuen unermüdlich bestürmen Flotte 9unter Segel gehen 10 Gemezel 11 Schimpf 12 Nord 13 unbescholten 14 einstimmig 15 in Wuth gerathen 16 belagern 17 verwüsten 18 a viva forza, mit aller Gewalt 19 Bürgerinnen von Numan: tium 20 ser oder messére signore 21 Unentschlossenheit 22 immer anhalten

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23 antreiben 24 Trunkenheit, Begeisterung.

12.

Orígine e vicende di Venezia.

Campeggiando1 Attila, re degli Unni Aquileia, gli abitatori di quella, poichè si furono difesi molto tempo, disperati della salute loro, come meglio poterono con le loro cose móbili, sopra molti scogli2, i quali erano nella punta del mare Adriático disabitati, si rifuggirono. I Padovani ancora veggendosi il fuoco propinquo3, e temendo che vinta Aquileia, Attila non venisse a trovarli, tutte le loro cose mobili di più valore portarono dentro al medesimo mare in un luogo detto Rivo alto, dove mandarono ancora le donne, i fanciulli ed i vecchi loro, e la gioventù riserbarono in Pádova per difenderla. Oltre a questi, quelli di Monselice, cogli abitatori de' colli intorno, spinti dal medesimo terrore, sopra gli scogli del medesimo mare ne andarono. Ma presa Aquileia, ed avendo Attila guasta Padova, Monselice, Vicenza e Verona, quelli di Padova ed i più potenti si rimasero ad abitare le paludi che erano intorno a Rivo alto. Medesimamente tutti i popoli all' intorno di quella provincia, che anticamente si chiamava Venezia, cacciati dai medesimi accidenti5, in quelle paludi si ridussero 6. Così costretti da necessità lasciarono luoghi amenissimi e fértili, ed in istérili deformi e privi d'ogni comodità abitarono. E per essere assai popoli in un tratto ridotti insieme, in brevissimo tempo fecero quelli luoghi non solo abitábili, ma dilettevoli; e costituite intra

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