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loro leggi ed ordini, fra tante ruine d'Italia, sicuri si godevano, ed in breve tempo crebbero in riputazione e forze. Perchè, oltre ai predetti abitatori, vi si rifuggirono molti delle città di Lombardia, cacciati mássime dalla crudeltà di Clefi re de' Longobardi; il che non fu di poco augumento a quella città; tantochè a' tempi di Pipino re di Francia, quando per i prieghi 10 del Papa venne a cacciare i Longobardi d'Italia, nelle convenzioni che seguirono intra lui e l'Imperatore dei Greci, fu che il duca di Benevento ed i Veneziani non obbedissero nè all' uno nè all' altro; ma di mezzo la loro libertà si godessero. Oltre a questo, come la necessità li aveva condotti ad abitare dentro alle acque, così gli sforzava a pensare, non si valendo 11 della terra, di potervi onestamente vivere; ed andando con i loro navigi 12 per tutto il mondo, la città loro di varie mercanzie riempivano, delle quali avendo bisogno gli altri uomini, conveniva che in quel luogo frequentemente concorressero. Nè pensarono per molti anni ad altro dominio che a quello che facesse il travagliare 13 delle mercanzie loro più facile; e però acquistarono assai porti in Grecia ed in Soria 14; e ne' passaggi che i Francesi fecero in Asia, perchè si servirono fu consegnata loro in premio l'isola di vissero in questa forma, il nome loro in mare era terribile, e dentro in Italia venerando; in modo che di tutte le controversie 15 che nascevano, il più delle volte erano árbitri 16; come intervenne nelle differenze nate tra i collegati 17 per conto di quelle terre che tra loro si erano divise, che rimessa 18 la causa ne' Veneziani, rimase ai Visconti Bérgamo e Bréscia, Ma avendo loro con il tempo occupata Padova, Vicenza, Trivigi, e di poi Verona, Bergamo e Brescia, e nel Reame 19 e in Romagna molte città, cacciati dalla cupidità del dominare, vennero in tanta opinione di potenza, che non solamente ai príncipi italiani, ma ai re oltramontani erano in terrore. Onde congiurati quelli contra di loro, in un giorno fu tolto loro quello stato, che s'aveano con infiniti spendii 20 guadagnato.

assai de' loro navigi, Candia. E mentre

Macchiavelli.

8

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1belagern 2 Klippe nahe 4 guasta = guastata, verwüstet 5 Vorfall 6 sich begeben unfruchtbar hauptsächlich augumento aumento, Vergrößerung prego, Bitte 11 benußen 12 navigi navigli, Fahrzeug 13 Arbeit

10 priego

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14 Sirien 15 Streitigkeit 16 Schiedsrichter 17 Verbündeter 18 zum Entscheid überlassen 19 Reich 20 spendio

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dispendio, Ausgabe, Mühe.

13.

Marin Faliero.

Messér Marino Faliero, doge di Vinegia1, uomo di gran dignità e senno, reggendo 2 l'ufficio di cotanta dignità senza sospetto, e in grazia de' suoi concittadini, avendo l'animo grande, si contentava male, non parendogli potere fare a sua volontà, come avrebbe voluto stringendolo la loro antica legge di non potere passare la deliberazione del Consiglio a lui diputato per lo comune. E però aveva preso sdegno contro a' gentili uomini, che più lo repugnavano 5 presontuosamente. E intanto avvenne che certi popolani furono da alquanti de' grandi di parole e di fatti oltraggiati villanamente, e crescendo lo sdegno del doge per la disordinata baldanza de' gentili uomini, prese sicurtà di scoprire agli oltraggiati popolani l'animo suo ch' avea contro la raunanza de' gentili uomini, che tutti erano del Consiglio. E di questo 8 seguitò che il doge concedette segretamente licenzia ai popolani ingiuriati, che si procacciassero di confidenti amici, e d'armi e di gente acconcia 10 al servigio, e una notte ordinata 11 fossero in sulla piazza di san Marco, e sonassero le campane a stormo 12 е dessero voce 18 che le galee de' Genovesi fossero nel golfo. E per usanza in cotali novità i gentili uomini di Consiglio soléano venire a palagio al doge, per provvedere e consigliare quello che fosse da fare; e in quella venuta i popolani armati gli doveano uccidere, ovvero raunati in palagio mettergli alle spade 14. E questo fatto, dovéano correre alla città, gridando: viva il popolo ! e fare il doge signore, e abbáttere, e annullare l'ordine del Consiglio e de' gentili uomini, e fare 15 a tutti gli uffici popolani. Essendo con molta credenza 16 la cosa condotta infino alle sera, che la notte dovea seguire il fatto, come a Dio piacque per lo minore male, il doge per

quella sera mandò per un suo confidente popolare amico, uomo di grande ricchezza, a cui rivelò 17 il trattato, e come in quella notte si dovea fare il fatto. Costui turbato nella mente, con savie parole gli biasimò la impresa, e impaurì il doge. E non ostante che la cosa fosse recata molto agli stremi 18 del tempo, disse, che laddove piacesse al doge, che metterebbe subito consiglio, che la cosa procederebbe. Il doge invitto 19 nell' animo al consiglio di questo suo amico, gli diede mattamente 20 parola, ch'egli ordinasse segretamente che'l fatto si rimanesse 21; acciocchè dátagli fosse fede, gli diede un suo segreto suggello 22. Questi andò di presente 23 ai caporali 24, a cui il doge il mandò, ch'aveano accolta la loro Compagna 25, e disse loro da parte del doge che si dovessero ritrarre dall' impresa, e mostrò loro il segno del suo suggello. A' popolani che erano apparecchiati, parve essere traditi, e non ardirono di procedere più innanzi, sentendo la mutazione 26 del doge.

Matteo Villani.

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Er konnte gentiluomini licenza 10ge:

1 Vinegia = Venezia ?führen 3 oltrepassare, überschreiten. das, was der Rath beschloß, nicht überschreiten gentili uomini 5 sich widersezen 6 Volksmann 7Uebermuth 8 daraus 9 licenzia eignet 11 bestimmt 12 Sturm läuten 18 dar voce, ausstreuen 14 mettere alle spade =a fil di spada, über die Klinge springen lassen 15 wählen 16credenza segretezza 17 offenbaren 18 zum äußersten gebracht 19 wankend 20 0thörichterweise 21 unterlassen 22 Siegel 23 sogleich 24 Parteiführer 25 Compagna pagnia 26 Sinnesänderung.

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14.

Morte del doge.

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Un pellicciere 1, che era degli invitati sentendo che la cosa non procedea2, per paura di essere incolpato, se n'andò a un gentile uomo di Consiglio, e manifestógli quello che sapea del fatto, che non sapea però tutto. Costui menò il pellicciere al doge, il quale non sapendo che il doge sentisse di questo fatto, gli narrò ciò ch'ei sapea, e nominógli i caporali. Il doge annullò 3 molto il fatto, e dicendo, che per alcuno sentimento ch'e' ne avea avuto, e avea fatto spiare, e trovato avea che la cosa era nulla. Il savio consigliere disse al doge, che voleva che questa cosa si dicesse in Con

senno,

siglio, e contrariandolo 5 il doge, costui perseverò tanto in questo, che'l savio divenuto per viltà d'animo fuori del promise farlo raunare, commettendo fallo capitale 7 della sua testa; perchè lieve gli era ritenere costoro, e fare seguire quello che ordinato era, costringendoli a giudicare al suo volere segretamente.

La mattina, raunato il Consiglio, e divolgata la novella, furono mandati a prendere i caporali, e venuti d'innanzi al doge e al Consiglio, il doge gli chiamò traditori, per dimostrarsi strano9 al trattato, ma vénnegli fallato 10; però che in faccia gli dissero, ch'ogni cosa, che ordinata era, s'era mossa 11 da lui, e proceduta dal suo consiglio. Il doge nol 12 seppe negare. Il Consiglio incontanente 13 il fece guardare 14 nel suo palagio. In prima impesero 15 quattro dei caporali alle colonne del palagio del doge, e'l dì seguente confiscarono 16 tutti i beni del doge ch'era grande ricco uomo, al comune; salvo 17 che per grazia gli concedettero che di due mila fiorini potesse testare 18 a sua volontà. E menátolo in sulla scala, dove avea fatto il saramento 19 quando il misero nella signoria, gli fecero tagliare la testa, e vilissimamente 20 il suo corpo messo in una barca, fu mandato a séppellire a' frati.

6

12 nol

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Matteo Villani.

1 Pelzhändler 2 vorwärtsgehen 3 verkleinern 4 Ahnung 5 contradiare = contrariare, widersprechen Feigheit Hauptfehler verbreiten 9 fremd 10 venir fallato, seinen Zweck nicht erreichen 11 ausgehen non lo 13 sogleich 14 bewachen 15 impendere, aufhängen 16 staatlich einziehen 17 ausgenommen 18 vermachen 19 saramento = sacramento giuramento, Schwur 20 auf ge= meine Weise.

15.

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Roberto re di Napoli (1309 — 1343).

Roberto re di Napoli fu più illustre dell' ávolo1 suo Carlo e del padre per la sua temperanza, per la nobiltà d'ingegno, per istudio di lettere, e anco per lode di pietà cristiana.

Fece perpetuamente guerra contro i ghibellini, mantenendo la libertà del Papa contro gl' imperatori insolenti e difendendo ancora la libertà de' Fiorentini. Perchè avendo egli tolto2

questa impresa mentre che si sforzava di sollevare le forze de' guelfi abbattute in Toscana perdè nella sanguinosa battaglia di Montecatini suo fratel Pietro, e due nipoti suoi, figliuoli de' fratelli, giovini di grande speranza.

Oltre a ciò facendo egli una grossa 3 guerra in Lombardia contro i Visconti signori di Milano, ebbe due notábili rotte 5: l'una ad Alessandria dove fu rotto e morto Ugo del Balzo suo gran contestábile 6; e l'altra ad Adda non lungi da Milano, dove essendo rotte in battaglia le genti della sua parte, le insegne reali, i capitani, con un gran numero di cavalieri illustri vennero in mano di Galeazzo vincitore. Ma in Ligúria valorosissimamente difese Genova, la quale Marco Visconti assediando e combattendo aveva quasi ridotta in disperazione. Costrinse anche a partir di Roma Lodovico il Bávaro 10 imperatore, il quale aveva creato Niccolò falso pontéfice in Roma, in disonor di Giovanni e ciò fece egli spaventandolo con l'esercito che spinse innanzi dall'Aquila, e accostò alla città per Campagna di Roma.

In quel tempo i Fiorentini essendo travagliati 11 dall' armi di Castruccio, domandarono a Roberto e ricevettero da lui per signore Carlo suo figliuolo. Ma il giovine (duca di Calabria) non fece cosa alcuna notabile in Toscana, e ritornando a Napoli s'infermò 12, e venendo a morte lasciò Roberto suo padre in perpétue lagrime per il dolore di essere rimasto senza figliuoli.

Roberto consolò sè stesso colla presenza di molti nipoti e col trattamento delle buone lettere; favoriva i letterati con tanta liberalità, che desiderò di onorare della corona di alloro 18 Francesco Petrarca, che aveva sottoposto al giudicio reale il suo poema dell' Africa. Ma il Petrarca volle piuttosto ricevere la corona in Campidoglio di Roma. Roberto edificò i ripari 14 delle mura e le torri in Napoli; mondò 15 il porto, e tirò innanzi il molo 16, ristorò 17 gli acquedotti 18, levò gli assassinamenti; e amò piuttosto aver nome di re giusto e amorevole e amatore della patria 19, che di ricco e gravissimo al popolo e imperioso 20. Morì assai ben vecchio, avendo regnato trentatre anni

Gióvio.

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