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poco mancò che per sorpresa 2 non conseguissero ciò, che coll' armi procurare agognavano 3. Un'azione rara fra le più rare, virtuosa fra le più virtuose, meritoria fra le più meritorie e degna di essere con ogni onore per tutti i secoli celebrata fu della loro ingannata 5 speranza bella ed alta cagione. Uomo plebeo la fece, perciò non fu stimata nè premiata come e quanto valse 7. Essendo le mura lácere 8 pei passati assalti, gli assediati temevano di qualche sorpresa notturna; onde grandi fuochi la notte nel fosso ed innanzi alle brecce 10 accendevano: il che serviva eziandio ad impedire in quei luoghi le opere dei minatori nemici sotto terreni da tanti incendii affocati 11. Ma tale cautelarsi 12 non giovò tanto che la notte del 29. agosto cento granatieri francesi non riuscissero nel fosso della piazza senza essere veduti nè sentiti dalle guardie della muraglia, e non si accostassero alla porticciuola della cortina per opprimervi la guardia esterna, ed occuparne l'entrata. Il luogo era stato minato prima pel caso d'un assalto generale, ma la mina, benchè carica, non era ancora munita del necessario artifizio 13 onde lo accenditore avesse tempo di salvarsi. Il pericolo era grave ed imminente. Un uffiziale ed un soldato minatore, per nome Pietro Micca della terra d'Andorno nel Biellese, intenti all' opre stavano nella galleria della mina nell' atto stesso che i Francesi minacciavano la porta. Credettero perduta la piazza, se i nemici s'impadronivano di quell' entrata; perciocchè veramente per lei nell' interno del recinto si apriva l'ádito 14. Già la guardia sorpresa e dal numero soprafatta, era andata dispersa, e già i granatieri di Francia, cresciuti d'ardire e di numero, rotta la prima porta o cancello 15 di quella sotterránea via, contro la seconda, ultimo e solo ostacolo che restava, si travagliavano, e lei scuotevano, e con le scuri 16 e con le lieve 17 conii 18 di schiantare 19 s'argomentavano 20; ma non Pietro Micca si stette 21. In quell' estremo momento: Salvatevi, all'uffiziale che gli era vicino disse, salvatevi, e me solo qui lasciate, chè questa mia vita alla patria consacro; solo vi prego di pregare il governatore, perchè abbia per raccoman

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dati i miei figli e la mia moglie, i quali minuti scorsi, più padre nè marito avra. risoluzione ammirando, si allontanò. minatore in sicuro il vide, diede fuoco mandò il terreno soprapposto, e sè step tinaia di granatieri francesi che già l'aveva

1 belagern 2 Ueberraschung 3 anstreben verdien, la Volke 7 verdienen durchbrochen 9 Graben 10 Bes E 18 Vorrichtung 14 Eingang 15 Schlag 16 Beil 17 20 sich bemühen 21 unthätig bleiben 22 ergeben.

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IV. RACCONTI BIOGRAFICI.

1.

Dante Alighieri.

Verso la metà di maggio dell'anno 1265 nacque in Firenze da Alighiero degli Alighieri un fanciullo che fu chiamato Durante o Dante, e che divenne il più grande poeta italiano. Nella sua puerízia1 perdè il padre; e mercè 2 le amorose cure di Bella sua madre venne educato nobilmente, e istruito in ogni génere di studi. Coltivò anche il disegno e la musica; nè lasciò di apprendere il maneggio3 delle armi. Sull'età di nove anni il dì primo di maggio, dì solenne a Firenze, fu condotto a un festino in casa di Folco Portinari; ne vide la prima volta la figliuola, chiamata Beatrice, fanciulletta leggiadra e di costumi soavi, e l'amò. E fu ventura : chè questo amore conservátosi sempre grande ma puro, accese in lui le prime scintelle poétiche, e gli fu stímolo a vieppiù istruirsi e ben fare. Nell' anno 25. dell' età sua si trovò alla battaglia di Campaldino contro i fuorusciti che s'apprestavano9 ad invádere il territorio della Repúbblica, e combattè nella prima schiera a cavallo fortemente, e provò la gioia della vittoria. La sua grande virtù gli aperse la via agli onori; e il dì 15 giugno del 1300 fu eletto priore. Ma questa carica gli tornò fatale 10, e divenne

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la sorgente di tutte le sue sciagure. Mentre era ambasciatore a Roma, i suoi nemici lo accusarono falsamente di baratteríe o mali guadagni, e fu dannato a perpétuo esílio 11. Allora andóssene 12 ramingo 13 in più parti d'Italia; e diede opera per condurre a termine la Divina sua Commedia. Poteva Dante nel 1315, pagando una multa e presentandosi in chiesa con un cero 14 alla mano, riavere la patria; ma rifiutò i vili patti 15 con lettera memoranda 16; onde i nemici irritati 17 rinnovarono la condanna 18. Si rifuggì poi dagli Scalígeri signori di Verona; e da ultimo a Ravenna presso Guido Novello da Polenta. Quivi, correndo l'anno 1321, infermò, e ai 14 di settembre in età di 56 anni e quattro mesi morì. Così finì la vita il più grande degli ingegni italiani, e l'uomo più meraviglioso dei tempi moderni. Nel 1373 i Fiorentini, posti da banda 19 gli sdegni, istituirono 20 una cáttedra 21 ove fosse spiegata la Divina Commédia, e ne diedero l'incarico a Giovanni Boccaccio.

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1 Kindheit 2durch, mittelst 3 Handhabung 4 Mahl 5 reizend 6 Funken 7Reiz 8 Verbannte sich anschicken 10 verhängnißvoll 11 Verbannung 12 andóssene = se ne andò 13 umherirrend 14 Wachskerze 15 Bedingung 16 denkwürdig 17 reizen 18 Urtheil 19 bei Seite sezen 20 errichten 21 Lehrstuhl.

2.

Cimabúe.

Giovanni Cimabue della nobil famiglia de' Cimabui, nacque in Firenze l'anno 1240 per dare, come Dio volle, i primi lumi1 all'arte della pittura, la quale per le guerre e le ruine della misera Italia giaceva insieme con gli artéfici2 quasi seppellita. Suo padre, vedendolo di bello e acuto ingegno, lo mandò ad un maestro suo parente che insegnava grammatica ai novizi 3 in Santa Maria Novella. Ma egli in cambio di attendere alle lettere consumava tutto il giorno a disegnare sui fogli e sui libri, uomini, cavalli, casamenti ed altre fantasie. Ed ebbe, per mandare ad effetto questa sua inclinazione di natura, favorevole la fortuna; perchè essendo chiamati di Grecia alcuni pittori non per altro che per rimettere in Firenze l'arte della pittura, costoro fra le altre opere che presero a fare nella città, cominciarono la cappella dei Gondi in S. Maria Novella,

di dove Cimabue per veder lavorare quei maestri non si partiva giammai. Ciò vedendo il padre, il5 diede a quei pittori, perchè egli apprendesse quell' arte nella quale dava a sperare onorata riuscita 6. In poco tempo il giovinetto pittore tanto progredì che trapassò di gran lunga sì nel disegno come nel colorito la maniera dei suoi maestri. Molte opere fece Cimabue in Firenze, a Pisa, in Assisi; e fra le altre dipinse in una tavola la vérgine gloriosa con molti ángeli, la quale venne posta in S. Maria Novella; e fu quell'opera di tanta maraviglia alla gente, che Cimabue da sua casa a suono di trombe e con gran festa in ordine di processione fu portato alla chiesa; e per l'allegrezza che ne ebbero i convicini, chiamarono quel luogo Borgo Allegri. Avendo quasi risuscitata 10 la pittura, morì che aveva 70 anni.

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1 Licht 2Künstler Anfänger Einfall il-lo 6 Erfolg 7übertreffen 8h. Jungfrau verklärt 10 ins Leben zurückrufen.

3.

Michelangelo Buonarotti.

Nacque Michelangelo in quel di Firenze l'anno 1474 di Lodovico Buonarotti, e fu dato in bália 1 alla moglie di uno scarpellino 2 nella villa di Settignano, luogo copioso di sassi e per tutto pieno di cave di macigni 3. Quando fu all' età convenévole da poter apprendere le scienze, fu messo con Francesco da Urbino alla scuola di grammatica; ma egli da natura inclinato al disegno, non faceva mai altro che disegnare, e ne era molte volte dal padre e da suoi maggiori gridato e battuto, stimando essi che lo attendere 5 a quell' arte fosse cosa bassa e non degna dell'antica casa loro. Ma poscia vedendo Lodovico che il figlio non si voleva torre dal disegnare, per cavarne qualche frutto, l'acconciò con Doménico Ghirlandaio il quale era reputato per uno dei migliori maestri che vi fosse; ed in breve tempo Michelangelo passò non solo tutti i giovani nel disegnare, ma l'istesso maestro. Lavorava Domenico la cappella grande di Santa Maria Novella, e un giorno che egli era fuori, si mise Michelangelo a ritrarre al naturale il ponte

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con alcuni deschis, con tutte le masserízie dell'arte e alcuni di quei giovani che lavoravano. Tornato Domenico e visto quel disegno, rimase stordito 10, e disse: "Questo giovane ne sa più di me." Dolendosi il Magnífico Lorenzo dei Medici, signor di Firenze, che nei suoi giorni non si trovassero scultori celebrati e nobili, deliberò di creare nel suo giardino stesso una scuola, e volle che ne fosse maestro certo Bertoldo, scultore molto pratico; e per questo chiese al Ghirlandaio che, se in bottega sua avesse dei suoi giovini che fossero inclinati alla scoltura, li inviasse al giardino; e Domenico gli mandò tra gli altri Michelangelo. Dopo alcuni giorni si mise il Buonarotti a contraffare 11 con un pezzo di marmo una testa che vi era d'un fáuno 12 vecchio antico 13, la quale era guasta nel naso, e nella bocca rideva, e benchè non avesse mai tocchi nè marmi, nè scarpelli 14, gli successe 15 di contraffarla così bene, che il Magnifico ne stupì. E fatto proposito di aiutare e favorire il valente giovine, mandò per Lodovico suo padre, e glielo chiese dicendogli che lo voleva tenere come uno de' suoi figliuoli; il padre volentieri lo concesse. E Lorenzo lo tenne quattro anni, e diédegli tavola co' suoi figliuoli, e una provisione 16 di cinque scudi al mese, avendo allora Michelangelo da quindici a sedici anni. Fece gran profitto in questo tempo il Buonarotti, e condusse poscia tutte le opere sue così col pennello come con lo scalpello con tant' arte, che sono quasi inimitabili 17.

1 Amme 2Steinhauer 3 Steinbruch geneigt 5 sich beschäftigen 6unterbringen 7zeichnen 8 Brett 9 Werkzeug 10 hoch erstaunt 11 nachbilden 12 Waldgott 18 sehr alt 14 Meißel 15 gelingen 16 Gehalt 17 unnachahmbar.

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4.

Giovanni Boccaccio.

La famiglia di Giovanni Boccaccio fu da Certaldo, terra a venti miglia dalla città di Firenze: ma crédesi ch'egli nascesse (l'anno 1313) in Parigi; e di quivi, ancora bambino, fosse trasferito a Firenze, dove suo padre era mercatante. Raccontano che senza verun soccorso di maestri o di libri, innanzi ai

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