Addio di Ettore e Andrómaca. Finito non avea queste parole La guardiana 1, che veloce Ettorre Dalle soglie si spicca 2, e, ripetendo Il già corso sentier, fende diritto Del grand' Ilio le piazze: ed alle Scee; Onde al campo è l'uscita, ecco d'incontro Adromaca venirgli, illustre germe 3 D'Eezione, abitator dell'alta
Ipóplaco selvosa, e de' Cilici Dominator dell' ipoplacia Tebe.
Ei ricca di gran dote al grande Ettorre Diede a sposa costei, ch'ivi allor corse Ad incontrarlo; e seco iva l'ancella Tra le braccia portando il pargoletto 4. Unico figlio dell'eroe troiano, Bambin leggiadro come stella. Il padre Scamandrio lo nomava, il vulgo tutto Astianatte, perchè il padre ei solo Era dell'alta Troia il difensore. Sorrise Ettorre nel vederlo, e tacque. Ma di gran pianto Andromaca bagnata Accostossi al marito, e per la mano Stringendolo, e per nome in dolce suono Chiamandolo, proruppe: Oh troppo ardito! Il tuo valor ti perderà; nessuna Pietà del figlio nè di me tu senti, Crudel, di me che vedova infelice Rimarrommi 6 tra poco, perchè tutti
Amme sich entfernen Sprößling Kind 5 Volk rimarrommi
Di concerto gli Achei contro te solo Si scaglieranno a trucidarti 8 intesi;
E a me fia meglio allor, se mi sei tolto, L' andar sotterra. Di te priva, ahi lassa! Ch'altro mi resta che perpétuo pianto?
Omero-Iliáde, Trad. di V. Monti.
Era Laocoonte a sorte eletto
Sacerdote a Nettuno; e quel dì stesso Gli facea d'un gran toro ostia 1 solenne: Quand' ecco che da Ténedo (m' agghiado 2 A raccontarlo) due serpenti immani3 Venir si véggon parimente al lito 4, Ondeggiando coi dorsi onde maggiori Delle marine allor tranquille e quete. Dal mezzo in su fendean coi petti il mare E s'ergéan con le teste orribilmente Cinte di creste 5 sanguinose ed irte 6. Il resto con gran giri e con grand' archi Traéan divincolando, e con le code L'acque sferzando 8 sì, che lungo tratto Si facéan suono e spuma 9 e nebbia intorno. Giunti alla riva, con fieri occhi accesi Di vivo foco e d'atro sangue aspersi Vibrâr 10 le lingue, e gittâr fischi orribili.
Noi di paura sbigottiti e smorti
Chi qua, chi là ci dispergemmo; e gli angui 11 S'affilâr 12 drittamente a Laocoonte;
E pria di due suoi pargoletti figli
Le tenerelle membra ambo avvinghiando 13, Sen fêro 14 crudo e miserabil pasto. Poscia a lui, ch'a' fanciulli era con l'arme Giunto in aiuto, s'avventâro, e stretto L'avvinser sì, che le scagliose 15 terga 16 Con due spire 17 nel petto e due nel collo Gli racchiusero il fiato 18; e le bocche alte
8 Opfer erstarren ungeheuer Gestade Kamm aufgerichtet winden peitschen Echaum 10 vibrâr vibrarono dlange 12 sich in gerader Linie bewegen schließen 14 fêro fecero 15 schuppig 16 Rücken 17 Windung 18 Athem. Lardelli, ital. Lesebuch.
Entro al suo capo fieramente infisse, Gli addentarono il teschio 19. Egli, com'era D'atro sangue, di bava 20 e di veleno Le bende e'l volto asperso, i tristi nodi Disgroppar 21 con le man tentava indarno, E d'orribili strida il ciel feriva;
Qual mugghia il toro allor che dagli altari Sorge ferito, se del maglio 22 appieno Non cade il colpo, ed ei lo sbatte 23 e fugge. I fieri draghi alfin dai corpi esangui 24 Disviluppati, in vêr 25 la rocca insieme, Strisciando e zufolando 26, al sommo ascesero; E nel tempio di Palla 27, entro al suo scudo Rivolti 28, a' pie' di lei si raggruppâro 29.
19 Schädel 20 Schaum 21 auflösen 22 Hammer 23 abschütteln 24 blutlos 25 vêr = voc. poet. für verso 26 zischen Palla Pallade 28 aufrollen 29 si raggruppâro raggrupparono sich zusammenziehen.
Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo 1, Gridando: Guai a voi, anime prave: 2
Non isperate mai veder lo cielo: I'vegno per menarvi all'altra riva, Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo: E tu che sei costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti. Ma poi ch'ei vide ch'io non mi partiva,
Disse: Per altre vie, per altri porti Verrai a piaggia, non qui: per passare, Più lieve legno 3 convien che ti porti.
E il duca a lui: Caron, non ti crucciare 5, Vuolsi così colà dove si puote 6
1Haar verderbt, lasterhaft Schiff duca die Hölle begleitet sich ärgern 6puote schwarzblau.
Ma quell'anime ch'eran lasse e nude, Cangiâr 10 colore e dibattero i denti, Ratto che inteser le parole crude.
Poi si ritrasser tutte quante insieme Forte piangendo, alla riva malvagia, Ch'attende ciascun uom che Dio non teme.
Caron dimonio, con occhi di bragia 11, Loro accennando, tutte le raccoglie; Batte col remo qualunque s'adagia 12.
Come d'autunno si levan le foglie L'una appresso dell'altra infin che'l ramo Rende alla terra tutte le sue spoglie 13;
Similmente il mal seme 14 d'Adamo: Gittansi di quel lito ad una ad una Per cenni, com' angel per suo richiamo. 15
Così sen vanno su per l'onda bruna, Ed avanti che sian di là discese, Anche di qua nova schiera s'aduna.
cangiâr cangiarono 11 Gluth 12 sich segen 13Bekleidung, Laub 1 die Nachkommenschaft 15 Lockpfeife.
Trágica fine di Catbar, di Ducomano e di Morna.
Per man di Dueomano appo 2 la quercia Del mormorante río 3; Ducoman poscia Venne all' antro 4 di Tura, e a parlar prese All' amabile Morna: O Morna, o fiore Delle donzelle, a che ti stai soletta Nel cerchio delle pietre, entro lo speco? Sei pur bella, amor mio: sembra il tuo volto Neve là nel deserto, e i tuoi capelli Fiocchi di nebbia che serpeggia e sale In tortosi vórtici, e s'indora
Al raggio occidental: e le tue braccia Due tornite 5 marmóree colonne, Che sorgon di Fingallo entro le sale.
E donde vieni? l'interruppe allora La donzelletta dalle bianche braccia: Donde ne vieni, o Ducoman, fra tutti I viventi il più tetro? Oscure e torve 6 Son le tue ciglia, ed hai gli occhi di bragia. Comparisce Svaran? Di', del nemico
Qual nuova arrechi, Ducomano ?" „O Morna, Vengo dal colle, dal colle de' cervi Véngone a te: coll'infallibil arco Tre pur or ne trafissi, e tre ne presi Coi veltri della caccia. Amabil figlia Del nobile Cormante, ódimi: io t'amo Quanto l'anima mia: per te col dardo Uccisi un cervo maestoso; avea
Alta fronte ramosa e pie' di vento." "Ducoman," ripigliò placida e ferma La figlia di Cormante: or via, non t'amo, Non t'amo, orrido ceffo; hai cor di salce, Ciglio di notte. Tu, Catbar, tu solo Sei di Morna l'amor, tu che somigli Raggio di sole in tempestoso giorno. Di', lo vedesti amabile, leggiadro
Sul colle de' suoi cervi? In questa grotta La sua Morna l'attende."
Morna l'attenderà“, ferocemente
Riprese Ducoman: siede il suo sangue
Sopra il mio brando 10. Egli cadeo sul Brano 11
La tomba io gli alzerò!
Volgiti a Ducomano che ha'l braccio
Forte come tempesta.
Il figlio di Torman ?" disse la bella Dall'occhio lagrimoso; il giovinetto
Dal bel petto di neve? ei ch'era il primo Nella caccia del colle? il vincitore
Degli stranier dell' oceáno 12? Ah truce, Truce 18 sei, Ducoman; crudele a Morna È'l braccio tuo. Dammi quel brando almeno, Crudo nemico, ond' io lo stringa; io amo Il sangue di Catbar." Diede la spada Alle lagrime sue: quella repente
Passógli il petto: ei rovinò qual ripa
grimmig, wild vengone = ne vengo
8 Windhund Kieselstein 10 Schwert
"Fluß in Irland 12 sonst azzentuirt man océano 13wild, grausam.
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