Sayfadaki görseller
PDF
ePub

qualvolta non fosse stata secolui indulgente, ogniqualvolta, cioè, le sue dottrine fossero state dure alla intelligenza di lui. Avrò occasione in progresso di dichiarare più sottilmente simili frasi allegoriche.

[blocks in formation]

po bene rispetto al verbo cui s'accompagna.

14 Ove non va tua luce, ove non penetra il tuo fuoco, il fuoco d'Amore. Altri testi: ove non è.

15 Più. Il Cod. Palat. un dì.

16 Chiamo di notte e di luce..... e luogo e tempo, cioè: chiedo, desidero, di notte e di giorno e l'opportunità e l'occasione. Invece di chiamo il Codice Palatino legge chieggio.

17 Virtù, cioè, virtù d'Amore. 18 Ho sì mal tempo, vale a dire, conduco sì tristi giorni.

19

Non mi lascia aver, com' altri, tempo, non mi lascia aver agio, tranquillità, siccome hanno altri.

20 Forte tempo vale tempesta od altro consimile.

21 Mi sia pietra, vale a dire mi si mostri insensibile.

22 Che per tua ferma luce, cioè, che luce, si fa vedere, si manifesta, per tua deliberazione. Ferma è da fermare, deliberare, stabilire.

[blocks in formation]

Che 2 l'orizzonte, quando il Sol si corca,
Ci parturisce il geminato 3 cielo,

E la stella d'amor ci sta rimota

4

5

Per lo raggio lucente, che la 'nforca
Si di traverso, che le si fa velo : "
E quel pianeta, che conforta il gelo,
Si mostra tutto a noi per lo grand' arco,
Nel qual ciascun de' sette fa poca ombra :
E però non disgombra

7

6

Un sol pensier d'amore, ond' io son carco,

8

d

La mente mia, ch'è più dura che pietra
In tener forte immagine di pietra.
Levasi della rena d' Etiopia (dal
Un vento pellegrin, che l' aer turba,

10

11

12

Per la spera del Sol, ch' or la riscalda;
E passa il mare, onde n' adduce 1o copia
Di nebbia tal, che s'altro non la sturba,
Questo emispero chiude tutto, e salda;
E poi si solve, e cade in bianca falda
Di fredda neve, ed in noiosa pioggia;
Onde l'aere s'attrista tutto, e piagne;
Ed Amor, che sue ragne
Ritira al ciel per lo vento che poggia,
Non m'abbandona; si è bella donna
Questa crudel, che m'è data per donna.
Fuggito è ogni augel, che 'l caldo segue,
Dal paese d'Europa, che non perde
Le sette stelle gelide unquemai;

13

15

are

14

[ocr errors]

16

E gli altri han posto alle lor voci triegue
Per non sonarle infino al tempo verde,
Se ciò 17
non fosse per cagion di guai :

E tutti gli animali, che son gai diskon is:
Di lor natura, son d'amor disciolti,

Perocché il freddo lor spirito ammorta: 18
E'l mio più d'amor porta;

19

Ché gli dolci pensier non mi son tolti,
Né mi son dati per volta di tempo,
Ma donna gli mi dà, c'ha picciol tempo.
Passato hanno lor termine le fronde,

20

Che trasse fuor la virtù d' arïete,
Per adornare il mondo, e morta è l'erba ;
Ed ogni ramo verde a noi s' asconde,
Se non se in pino, lauro od abete,
Od in alcun che sua verdura serba :
E tanto é la stagion forte ed acerba,
Ch' ammorta 21 gli fioretti per le piagge,

1

Gli quai non posson tollerar la brina :-
E l'amorosa spina

Amor però di cor non la mi tragge;
Perch' io son fermo di portarla sempre
Ch' io sarò in vita, s' io vivessi sempre.
Versan le vene le fumifere 22 acque

Per li vapor, che la terra ha nel ventre,
Che d'abisso gli 23 tira suso in alto;
Onde 'l cammino al bel giorno mi piacque,
Che ora è fatto rivo, e sarà, mentre 2
Che durerà del verno il grande assalto:
La terra fa un suol che par di smalto,
E l'acqua morta si converte in vetro
Per la freddura che di fuor la serra:
Ed io della mia guerra

Non son però tornato un passo arretro,
Ne vo' tornar; chè se 'l martiro é dolce,
La morte de' passare ogni altro dolce.
Canzone, or che sarà di me nell' altro

Dolce tempo novello, quando piove
Amore in terra da tutti li cieli?
Quando per questi geli

Amore è solo in me, e non altrove?

Saranne quello, ch'è d'un uom di marmo,

Se in pargoletta fia per cuore un marmo.

25

Col nome di Dante Alighieri trovasi questa Canzone nell' edizione Giuntina a c. 32 retro, ed in tutte le posteriori, nel Codice Martelli, nel Palatino, nei Codici Laurenziani 42 e 44 del Plut. XL, e 136 del Plut. XC, ed in alcuni de' Riccardiani, nè mai si vede stampata che col nome di Dante. Tutte le ragioni dedotte dalle prove intrinseche, vale a dire dall'andamento, dai concetti, dallo stile, e portate in campo a provare l'autenticità delle Canzoni antecedenti, militano egualmente per questa. Il Castelvetro nella sposizione della Poetica di Aristotile riprende Dante dell' avere spesse volte nella Commedia indicato astronomicamente le stagioni e le ore, e parlato di scienze e d'arti lontane dall' intelligenza del popolo. Ebbene, senza stare a discutere la questione toccata dal Castelvetro, e rinnovata

[merged small][ocr errors][merged small]

poi dal Bulgarini, diremo che la Canzone parla astronomia in modo tutto proprio dell'Autore del Sacro Poema, e che anco per questo ci confermiamo nel giudizio, che a Dante appartenga.

In essa descrive il Poeta i fenomeni della stagione invernale, e va dicendo che mentre tutta la natura è intorpidita, egli non sente venir meno in se stesso la forza d'amore. Ma questo amore sarà egli naturale o simbolico? Se fosse naturale, come potrebbe dire il Poeta, che la donna, per la quale ha piena la mente d'amorosi pensieri, sia una giovinetta che conta pochi anni d'età?

«Ma donna gli mi dà, c'ha picciol tempo.

«Se in pargoletta fia per cuore un marmo. »>

Pure considerando che Dante, sia nel Convito, sia in altre Canzoni, ha chiamato giovine la Filosofia, non rispetto a lei, ma rispetto a se stesso, rispetto cioè al piccol tempo dacchè di lei si era egli invaghito, vale a dire applicato allo studio di essa, io ritengo che qui si tratti non d'una passion naturale, ma d'un amor filosofico.

Rota qui vale circonferenza, giro, e sembra riferirsi all' orbita apparente del sole.

2 Che, in cui, come ne noti versi per una selva oscura, che la diritta via ec. 3 Geminato, doppio, raddoppiato.

Vuol significare che la stella. d'amore, cioè Venere, è nell' inverno investita di traverso da'raggi solari, perchè il sole ci resta più obliquo; ed i raggi solari investendola di traverso, le trapassan dinanzi e le fanno velo, la ecclissano.

5 Per quel pianeta, che conforta il gelo intende il pianeta Marte, di cui disse nel Purg., II, 14: per gli grossi rapor Marte rosseggia; e nel Convito, tr. II, cap. 14: Marte dissecca e arde le cose, perchè il suo calore è simile a quello del fuoco.

6 Lo grand' arco, il Meridiano, circolo massimo della sfera celeste.

7

neti.

[blocks in formation]

14 Poggia. Poggiare vale propriamente navigare col rento in poppa: qui figurat. vale soffiare, come nel seguente esempio del Boccaccio, Novella 41, male interpretato dal Vocabolario: il vento potentissimo poggiava in contrario.

15 Le sette stelle gelide, la costellazione boreale dell' Orsa maggiore, unquemai, giammai. L'Europa non ne perde mai la vista, perchè è posta nell'istesso emisfero in cui è la costellazione.

16 Al tempo verde, vale a dire alla Primavera.

17 Se ciò, il Cod. Palat. Se già. 18 Ciascun de' selle sottintendi pia- Ammorta, ammorza. Lor spirito, al. loro spirto.

La mente mia regge il verbo disgombra ch'è due versi sopra.

9 Un vento, la lez. comune Lo vento. 10 N' adduce, la lez. comune conduce.

19 Volta di tempo. Dal contesto è evidente che volta di tempo ha in questo luogo il significato di rivolgimento, mutazione, e non già corso di tempo, siccome dice il Vocabolario.

Eccone un altro esempio, tratto dalla Canzone di Cino, Oimè lasso, st. III, v. 9: Per volta di ventura condotto fosti sopra gli aspri monti.

22 Fumifere, fumanti.

23 Gli, il Cod. Palat. le. Gli si riferisce a vapori, le si riferirà ad acque.

24 Intendi: Onde il cammino, la strada, la quale nel bel giorno, vale a dire nell'estate, mi piacque (poichè per essa me n'andava a diporto), ora è divenuto un ruscello, e lo sarà

20 Vuol significare, che la vegetazione, la quale fu già prodotta per virtù della Primavera, quando il Sole è nel segno d'ariete, è ora venuta meno. 21 Ammorta, ammorza, figurat. fino a che ec. estingue.

25 Vuol dire, ch' egli sarà morto.

CANZONE XII.

Amor, che muovi tua virtù dal cielo,
Come 'l Sol lo splendore, 1

2

Ché là s'apprende più lo suo valore
Dove più nobiltà suo raggio trova;
E come el fuga oscuritate e gelo,
Cosi, alto Signore,

Tu cacci3 la viltate altrui del core,
Nė ira contra te fa lunga prova :

Da te convien che ciascun ben si muova,
Per lo qual si travaglia il mondo tutto:
Senza te è distrutto

Quanto avemo in potenza di ben fare;
Come pintura in tenebrosa parte,
Che non si può mostrare,

Nė dar diletto di color né d'arte.

Feremi il core sempre la tua luce,

Come 'l raggio la stella, *

4

[blocks in formation]

Onde ha vita un pensier, che mi conduce
Con sua dolce favella

A rimirar ciascuna cosa bella

Con più diletto, quanto è più piacente.
Per questo mio guardar m'è nella mente
Una giovine entrata, che m'ha preso ;

6

« ÖncekiDevam »