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AVVERTIMENTO.

Il Volume che or pubblichiamo, e che forma il primo delle Opere minori di Dante, contiene le Poesie liriche, cioè tutte le Canzoni, Ballate, Sonetti, Madrigali e Sestine, che furono finora stampate col nome di lui; le Rime sacre, che si compongono della traduzione de' Salmi penitenziali, del Credo ec., colle illustrazioni dell' abate Saverio Quadrio; e le Egloghe latine, indiritte a Giovanni del Virgilio, colle responsive di questo, le note di Anonimo contemporaneo, e le illustrazioni di monsignor Dionisi. E poichè ci proponemmo di corredare d'una versione italiana tutto ciò che l'Autore scrisse latinamente, così alle Egloghe medesime abbiamo unita la traduzione in versi sciolti del signor Francesco Personi.

Fra i molti libri a stampa che abbiam dovuto tenere sotť occhio per questa nostra edizione, noteremo più particolarmente i seguenti, perchè avremo occasione di citarli assai spesso:

Sonetti e Canzoni di diversi antichi autori toscani in dieci libri raccolte, in 8 piccolo, Firenze, Giunti, 1527, rara e stimata edizione, che peraltro non merita punto di stima rispetto alla correzione tipografica. Col nome di Dante son compresi ne' primi quattro libri Sonetti 45, Canzoni 19, Ballate 11 ed una Sestina. Questa raccolta Giuntina fu ristampata in Venezia nel 1532, e quivi riprodotta poi con aumenti dallo Zane nel 1731 e 1740 in 8", edizioni che avremo occasione di citare in seguito, come pure la rarissima del 1518, eseguita anch'essa in Venezia.

Opere di Dante Alighieri, vol. 5 in 8°, Venezia Pasquali, 1739-1741. Il volume quinto contiene le Poesie liriche in numero di Canzoni 22, Sonetti 31, Ballate 8, una Sestina e un Madrigale. Fra

queste non son peraltro comprese le Rime della Vita Nuova e del Convito. Il Pasquali ne fece una ristampa nel 1751, e due ne fece lo Zatta, Venezia 1757 e 1760.

Le Rime di Dante, in 4o, Rovetta, 1823. È un sottil volume, non contenente che le nude Rime. Ha Canzoni 28, Sonetti 33, Ballate 7, Madrigali 3 e una Sestina.

Amori e Rime di Dante Alighieri, in 18°, Mantova, Caranenti, 1823. Questa edizione è corredata d' un lavoro del signor Ferdinando Arrivabene, intitolato: Gli amori di Dante e Beatrice, tolti d'allegoria ed avverati con autentiche testimonianze. Le Canzoni quivi contenute son 29, i Sonetti 65, le Ballate 15, ed una Sestina.

Opere di Dante Alighieri, volumi 5 in 8o, Firenze, Ciardetti, 1831. Il volume quarto contiene le liriche, e queste in maggior numero che in tutte le altre edizioni. Ha Canzoni 30, Sonetti 67, Ballate 14, Madrigali 3, una Sestina e le Rime sacre. Questa edizione sembra essere stata procurata con poca diligenza: in prova di che vogliam solo notare, che la Canzone O patria degna di trionfal fama è stata ripetuta due volte, la prima col numero IV (pag. 545), la seconda col numero XXVIII (pag. 609). Altrettanto è stato fatto della Ballata Fresca rosa novella, che col numero V (pag. 629) è stata messa fra le Ballate, col numero V (pag. 548) fra le Canzoni.

I sette Salmi penitenziali, trasportati alla volgar poesia da Dante Alighieri, ed altre sue rime spirituali, illustrate con annotazioni dall'abate Francesco Saverio Quadrio, in 8° Bologna, Gottardi, 1753. Il Credo o Professione di fede fu nel Saggio di Rime di diversi buoni autori, in 8° Firenze, Ronchi, 1825, riprodotto dall' abate Rigoli secondo la lezione de' Codici della Riccardiana. Abbiam peraltro preferita quasi sempre la lezione del Quadrio, perchè migliore, notando in piè di pagina le principali varianti che presenta l' edizione del Rigoli.

Serie d'Aneddoti di monsignor Gian Giacopo Dionisi, volumi 7 in 4o, Verona 1788 e segg. Nel volume quarto si trovano le Egloghe di Dante e di Giovanni del Virgilio. Il confronto da noi fattone sul Cod. 8, Plut. XXIX della Laurenziana, ci fè conoscere che la copia mandata al Dionisi dal canonico Angelo Maria Bandini fu fatta con somma diligenza. La versione italiana, che è, come di sopra abbiam detto, del signor Francesco Personi di Verona, l'ottenemmo dalla cortesia del signor dottore Alessandro Torri.

I Codici delle pubbliche Biblioteche fiorentine che riscontrammo, e che ci fornirono buona quantità di varie lezioni, le migliori

delle quali introducemmo nel testo, riportandone alcune altre in piè di pagina, sono quelli che qui notiamo.

Magliabechiani.

Classe VII, num. 1100.

Classe XXI, num. 85 anonimo.

Num. 102, palch. 4.

Riccardiani.

Num. 998, 1029, 1040, 1050, 1052, 1083, 1093, 1094, 1100, 1108, 1127, 1156, 1215, 1340, 2723, 2735, 2823.

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XLI,

пит. 15.

XC, num. 13, 37, 47, 89, 90, 135, 136.

Consultammo pure un Codice della nobil Casa Martelli di Firenze, ed è col mezzo di questo, e del Magliabechiano num. 102, palch. 4, che possiamo dar compiuta la Canzone Doglia mi reca nello core ardire, la quale fin ad ora era stata stampata senza la chiusa o commiato. Avemmo pure sott' occhio le varianti presentate dal Codice num. 199 dell' I. e R. Biblioteca Palatina, essendoci di esse stato cortese il chiarissimo signor Giuseppe Molini bibliotecario di essa; e in occasione d'una nostra gita a Siena vedemmo eziandio il Codice Q. I, 11 di quella Biblioteca pubblica.

Nella guisa che fece il Marsand, ordinando i poetici componimenti che formano il Canzoniere di Francesco Petrarca, così ho fatto io, dividendo in due parti le poesie liriche di Dante Alighieri; la prima delle quali potrà chiamarsi Canzoniere erotico, perchè le poesie quivi contenute trattano d'un amore vero e reale; la seconda, Canzoniere filosofico, perchè trattano d'un amore allegorico, cioè l'amore della sapienza. I componimenti della prima li ho disposti il più possibilmente per ordine di tempo, desumendone i dati e i particolari dalla storia dell'amor di Dante per Beatrice, da essolui narratane nella Vita Nuova, ed in parte ancor nel Convito. Quelli della seconda, non essendo dato disporli secondo l'ordine del tempo in che furon dettati, li ho disposti secondo il tempo in che primamente vennero alla luce. D'ogni componimento ho esposto il subietto, e per l'intelligenza delle parole e frasi antiche, non che de' concetti oscuri o allegorici o

allusivi a fatti reconditi, ho posto in piè di pagina tutte quelle annotazioni che stimai opportune.

Qui peraltro ho inteso parlare de' Componimenti legittimi, cioè di quelli (e sono`settantotto) che con tutta sicurezza o con molta probabilità possono dirsi appartenenti all' Alighieri; perciocchè i dubbii, cioè quelli che per esser attribuiti a Dante mancano di dati e prove sufficienti, li ho collocati a parte (e son sei soltanto) in seguito ai primi. Nella fine poi a guisa d' Appendice, siccome proponeva il Perticari, ho riunito i componimenti illegittimi, cioè quelli che per l'inavvertenza od incuria degli Editori furono impropriamente attribuiti a Dante Alighieri; e questi, che sono in numero di sessantuno, appartengono siccome andrò a sufficienza provando, a Fazio degli Uberti, a Guido Guinicelli, a Cino da Pistoia, a Guido Cavalcanti, a Dante da Majano, a Sennuccio Benucci, a Tommaso Buzzuola, a Mino del Pavesaio, al Burchiello e ad altri rimatori alla burchiellesca, ad Antonio Pucci, a Butto Messo, a Monte Andrea, a Cecco Angiolieri, a Giovanni Quirino, ed a parecchi altri poeti incerti od anonimi.

IL CANZONIERE

DI

DANTE ALIGHIERI.

PARTE PRIMA.

SONETTO I.

4

A ciascun' alma presa,1 e gentil core,
Nel cui cospetto viene il dir presente,
A ciò che 2 mi riscrivan suo parvente,3
Salute in lor Signor, cioè Amore.
Già eran quasi che atterzate l'ore
Del tempo ch'ogni stella è più lucente,5
Quando m' apparve Amor subitamente,"
Cui essenza membrar mi dà orrore.7
Allegro mi sembrava Amor, tenendo

9

10

Mio core in mano, e nelle braccia avea
Madonna, involta in un drappo dormendo.
Poi la svegliava, e d' esto core ardendo
Lei paventosa umilmente pascea:
Appresso gir ne lo vedea piangendo.

8

Pensando al dolcissimo saluto di Beatrice, fu Dante sopraggiunto da un soave sonno, nel quale egli ebbe (secondo che narra nella Vita Nuova) una mirabil visione. Svegliatosi, si propose di scrivere un Sonetto, in cui trattare di quelle cose che gli era sembrato vedere, e quindi indirizzarlo ai più famosi poeti di quel tempo, perchè ne giudicassero, ed emettessero la loro opinione. Fra i varii Trovatori che, rispondendo per rima, scrissero a Dante il loro parere

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