NUM. LXV. Nota dell' Emo sig. Card. Santucci in data dei 18 giugno 1854 al sig. Conte di Pralormo. Il sottoscritto Cardinale, che trovasi rivestito dal S. Padre dell' onorevole incarico con pieni poteri di continuare le trattative già in corso per alcuni affari religiosi col Governo di Sua Maestà Sarda, nell'accusare a V. E. il ricevimento della Nota del 2 corrente, La ringrazia ben di cuore per le gentili espressioni che si è compiaciuta usare a di lui riguardo, e si fa un grato dovere di ricambiarnela con le sue congratulazioni, nel vederla surrogata dalla prelodata Maestà Sua all'egregio sig. Conte Bertone di Sambuy in qualità di Plenipotenziario all' oggetto medesimo. Nell'intendimento però che l'E. V. dice di avere avuto di riscontrare con la citata sua Nota l'altra del sottoscritto in data del 18 settembre 1852, si fa Ella ad invitarlo, perchè ponga per ora da parte le vertenze relative alla ricognizione dei diritti della Chiesa, ed alla inviolabilità incontrovertibile de' Concordati, e vorrebbe che si volgessero invece le trattative a quelle riforme, che Ella dice dalle circostanze e dal volgere degli anni rese necessarie nelle condizioni del patrimonio temporale del Clero, proponendo intanto per base alle riforme stesse doversi ritenere il Governo di Sua Maestà liberato dal peso di prestare qualsiasi assegno al Clero nei regii Stati, e che questa liberazione debba, in ordine almeno al Clero di Terraferma, incominciare dal primo gennaio prossimo. Assicura poi, che colla immediata soluzione di questa quistione di riforma si potrebbero d'un sol tratto appianare molte fra le opposizioni, che pel passato s'incontrarono riguardo ai diversi punti, che Ella dice essere rimasti a decidersi. Dopo tale esposizione di cose, e dopo un tale invito, trovasi lo scrivente nella necessità di dovere richiamare l'attenzione della E; V. sullo stato delle trattative, e lo farà colla maggior brevità possibile, potendo Ella rilevarlo più distesamente dal carteggio tenuto tra lo scrivente medesimo e il sig. Conte di Sambuy. Ebbero cominciamento le trattative circa la metà di novembre 1851, e si convenne dai due Plenipotenziarii di cominciarle da quei punti, che Ella amerebbe di mettere per ora da parte, Mostrandosi convinto il Plenipotenziario Sardo della necessità di non potersi dipartire da tal base, crede opportuno di porre nel preambolo, che avrebbe dovuto precedere i nuovi accordi, alcune espressioni, colle quali venissero riconosciuti li diritti della nostra s. Chiesa violati con là così detta legge Siccardi, e fosse riassicurata la Chiesa stessa sulla osservanza ossia inviolabilità delle Convenzioni stipolate colla S. Sede dal Governo Sardo. Le frasi usate a tal uopo dal sig. Conte di Sambuy non furono riconosciute dalla S. Sede come sufficienti a raggiungere lo scopo, e perciò dal Plenipotenziario pontificio si progettarono altre |