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rivendicate dall' Imp. Federigo I allorchè scese in Italia nel 1158 colla Costituzione inserita nel lib. XI de feudis tit. 56, ed i nostri Svevi non mancarono di approfittarsene. Possono ivi leggersi tutte quelle noverate; noi ci occuperemo quì solamente di alcune che riguardavano l' introito fiscale, e delle quali ci resta a far menzione.

Pedaggio, le somme che si riscuotevano dai passaggieri per la sicurezza delle strade ;

Ripatica, dazio che pagavasi da quei che passavano per la ripa de' fiumi navigabili o atti a trasporto, onde mante nersi stabili;

Portorio, detto pure ancoratico, dazio imposto per l'uso del porto onde in esso gettar l'ancora e sbarcarvi

Vectigalia, telonia. Sotto il nome di vettigale veniva qualunque imposizione che si riscuoteva per pubblico uso, ma qui s'intendeva quella che pagavasi pel trasporto ed introduzion delle merci (a).

Salinae, il dritto privativo di fare e vendere il sale.

Argentaria et Palatia. Per la prima fia meglio intendere le miniere secondo Cujacio ed il nostro d'Isernia : Per palazzo si intendeva non solo la Reggia, ma pure i pretorii.

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Piscationum redditus forse meglio pixariorum, i ser, batori cioè di pece fossile, giusta lo stesso Cujacio.

In seguito il fisco vi

parleremo a suo luogo.

uni i dritti proibitivi, dei quali

VIII. Resta ora a conoscersi l'organizzazione dell'amministrazione finanziera in quest' epoca, salvo a parlarne più estesamente nella parte III.

Alla testa di tutta l'amministrazione delle rendite del Re

ricezione delle supplichę, ricorsi, gravami ec. Le minori riguardavano particolarmente all' emolumento del Fisco,

(a) Telos dicesi in greco il Vectigal, quindi fu detto Telonio il luogo in cui si riscuoteva, e Telonarii gl' impiegati addettivi.

corona,

era il gran CAMERARIO (a) uno de' sette grandi ufiziali della come vedemmo, ed eran sue attribuzioni la cura della persona e della casa del Re, e conseguentemente de' suoi tesori e delle sue rendite con giurisdizione civile e criminale su quanto vi avesse relazione.

I tesorieri, i commessarii, gli erarii, i percettori, tutti quelli in somma che raccoglievano danaro del Re o ne amministravano le rendite erano nella dependenza del gran Camerario e doveano rendergli conto: dipendenti dal medesimo furono pure i Camerarii minori stabilite nelle Provincie alla cura del fisco regio, che aveano subordinati i magistrati quaestores, ed i dohanarii a secretis de' quali si fa menzione nelle Costituzioni praesenti lege di Guglielmo I, e dohanae al tit. de officio secreti.

S. V.

Altre disposizioni di Federigo, e suoi successori sino alla occupazione del Regno fatta dagli Angioini.

Durante la minoranza di Federigo quei che contendevano la dignità imperiale fecero a nuova forza levare le parti Guelfa e Ghibellina d'Italia (b); ed Innocenzo III, senza ricordar

(a) Il nome di Camerario o Camarario dalla voce camara deriva, nome longobardo, designante il luogo nel quale i regii tesori si riponevano; e nelle leggi feudali, chiamaronsi feuda de camera quelli che consistevano in certe annue rendite pagabili all' erario del Principe.

Questo grande ufiziale par che corrispondesse ed al comes sacrar. largit. del Rom. Impero, ed al Conte del sacro palazzo istituito da Car, lomagno ( Murat. diss. 5 ).

(b) La parte ghibellina teneva per Filippo Duca di Svevia, siecome discendente degli Arrighi antichi Marchesi di Svevia e di Guiberlinga dai quali la più parte de' feudi italiani tenevano i diplomi, e formava, no la parte ghibellina o nobile; le città libere poi e gli ecclesiastici parteggiavano per Ottone siccome nato da quei Guelfi di Este antichi Duchi di Sassonia, di Baviera e di Brunswich, costanti protettori de' PontcfiLIBER. Parte II. 13

si del suo papillo consagrò Imperatore Ottone IV nato dai Principi Guelfi; ma disgustato dal di costui procedere, SCOmunicavalo, deponevalo, ed i soggetti dal giuramento di fedeltà affrancava. Proponeva ai Principi e alle Città italiane la nomina di Federigo che ajutato dalla fortuna ruppe il suo rivale in battaglia, prevalse ed ascese sul Trono Imperiale col nome di Federigo II coronato in Aquisgrana nel 1211, dichiarò Re di Sicilia il di lui figliuolo Errico, e l'anno dopo fu coronato in Roma dal Pontefice Onorio III succeduto ad Innocenzo ch' era stato suo ajo, e che gli fu tanto avverso. Ivi giurò di serbare i dritti della Chiesa Romana, di cedere i regni di Sicilia e di Puglia ad Errico suo figlio, confermando ancora alla sede Romana la donazione della Contea di Fondi che prima fatta l' avea, e giurò finalmente di passare con un' armata al riacquisto della Terra Santa.

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di

Onde più spingerlo a passare oltre mare, il Papa Onorio gli fe' prendere in moglie Jole unica figlia ed erede di Giovanni di Brenna Re di Gerusalemme colla rassegna ogni dritto su tal Regno come per dote di Jole, ond' egli poi s'intitolò Re di Gerusalemme, il quale regno promise riacquistare dal Soldano da cui era stato occupato, non rimanendovi ai cristiani che poche piazze nelle spiagge marittime.

Rivolse quindi le sue cure ad accrescere e migliorare gli studii nell' accademia di Napoli, e ne spiegò la ragione in un lungo editto, col quale provvide al bene maggiore, non pur de' maestri scelti fra' più riputati in quel tempo, che degli scolari, cui promise ogni favore; quindi victò a' suoi soggetti di andare ad apprendere le scienze fuori del regno, volle che quelli ch'erano allora in paesi stranieri vi ritornassero, vi obbligò quelli di Sicilia, e vi chiamò per lo studio del diritto Romano già fiorente in Bologna i due Giureconsulti Roberto di Varano e Pietro d' Ibernia. Ma poi sdegnato per

ci, ed avversi alla barbara tirannide del Barbarossa e suoi discendenti esercitata su gli stati d'Italia.

la ribellione delle città italiane, privò Bologna della sua celebre Università, e proibì ai Milanesi, ai Bresciani, ai Piacentini, ed agli altri naturali delle città rubelle di Lombardia d'intervenire all' Università di Napoli.

Occupossi ancora e più particolarmente de' medici, chirurgi e speziali. Volle Federigo che i primi per tre anni studiassero filosofia e per un quinquennio il testo d'Ippocrate e di Galeno tanto in teoria che in pratica, poi fossero pubblicamente esaminati nel collegio di Salerno e con lettere testimoniali di que' maestri si presentassero per ottenere reale licenza; ma non si mettessero subito a medicare senza andare in pratica presso sperimentati maestri (a). Volle che i chirurgi studiassero per cinque anni la medicina, ed almeno per un' anno l'anatomia, e poi ottenessero simili lettere testimoniali. Mise gli speziali sotto la vigilanza de' medici per fabricare i medicamenti senza frode e stabili certe determinate città per le spezierie (V. le Cost. Utilitas, 202; Quia nunquam, 203 ; e quella Fidelium numero, 204 ).

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Nell' anno 1227 Gregorio IX scomunicò Federigo per non esser passato in Terra Santa e questi dopo aver ordinato ai Giustizieri di Puglia e della Sicilia di obbligare i preti ed i frati a non interrompere il culto della religione, chiamò i baroni del Regno nella città di Bari, dichiarò suo successore ed erede il suo primogenito Arrigo, ed in mancanza Corrado, quindi venuto in Capua vi tenne un' assemblea generale chiedendo ai baroni per la sua spedizione once otto di oro per ogni feudo ed un milite ancora da quelli che ne aveano più, e lasciato reggente del Regno Rinaldo Duca di Spoleto s'imbarcò ad Otranto e passò coll' esercito in Oriente.

(a) Scese l'Imp. anche ai più minuti particolari delle visite del medico, ordinandone due al giorno, ed una volta nella notte se ne fossero richiesti, non esigendo per mercede dentro l'abitato che mezzo tari d'oro al giorno, e fuori tre tari, e le spese, o pur quattro senza spese cc. (Ivi).

Ma partiva scomunicato, perchè il Pontefice non volle ricevere alcuna scusa da lui, anzi scrisse al Patriarca di Gerusalemme ed ai maestri de' templarii ed ospedalieri di non ubbidirlo; quindi Federigo si vidde costretto ad intraprendere questa guerra a nome di Dio, e non suo; e preso possesso di Gerusalemme non trovando nel S. Sepolcro chi volesse coronarlo, l' eseguì da se stesso, ponendosi in testa la corona ch'era sopra l'altare. Sapendo indi che il Pontefice avea invaso il suo regno, fatta una tregua col Soldano, imbarca1osi con molti de' suoi arrivò a Brindisi e nuovamente propose la pace al Pontefice questi la ricusò e Federigo già per natura inclinato ad incrudelire ne tolse asprissima vendetta ; del che atterrito il Pontefice accettò la pace; il che diè campo a Federigo di tenere un' assemblea generale nella città di Melfi, dove pubblicò il Codice delle sue Costituzioni, e di quelle del Re Ruggieri e de' due Guglielmi, delle quali abbiam già fatto parola (a).

va,

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Ma la pace non stretta con amore e lealtà già si rompeed il Pontefice scomunicatolo con nuova bolla si mise alla testa della lega Lombarda che l'Imperatore voleva distruggere, ma dalla quale venn' egli disfatto. Morto Gregorio gli successe Sinibaldo del Fiesco nobile Genovese col nome d' Innocenzo IV, il quale amicissimo di Federigo mentr' era Cardinale gli stette fieramente avverso da Papa. Invano furono mandati in Roma l'Arcivescovo di Palermo, e li famosi Pier delle Vigne e Taddeo di Sessa, mentre non convenendosi sulle offerte si tornò alle armi; ed il Papa non credendosi sicuro parti sulle galee de' Genovesi e dopo lungo disastroso viaggio pervenne a Lione, e v' invitò un Concilio generale, nel quale citò pure l'Imperatore Federigo per rispondere alle accuse che si facevan contro di lui. Gli stessi inviati vi si recarono, e per

(a) Vuolsi aggiungere ad esse la Cost. salubritatem, 205 nella quaper la salubrità dell'aria varie proibizioni si fecero sulle sepolture, inacerazione di canape o liuo, animali morti cc.

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