Sayfadaki görseller
PDF
ePub

l'odiosa distinzione tra sudditi Demaniali e Baronali, di che farem parola nella promessa appendice sulla Feudalità dalla sua introduzione sino alla sua abolizione.

Del resto non solo il nostro Regno deve molto ad Alfolso e per gli abbellimenti della Capitale, e per una migliore amministrazione della giustizia, ma la civiltà europea a giusto titolo il pone come ad uno de' suoi più insigni promotori (a), e per lo risorgimento delle buone lettere, e per l'accoglienzą data ai letterati profughi da Costantinopoli, e per la famosa Accademia istituita da lui, e diretta prima da Antonio Panormita e poi dal celebre Gioviano Poutano, da cui prese il nome. Certo è che gli convenne il sopranome di MagnifiCo e per le usate liberalità co' Baroni cui donò grandi stati, e per gli spettacoli che diede al popolo, ne' quali si sforzò di emulare la magnificenza Romana.

[ocr errors]
[ocr errors]

(a) La vera causa de' miglioramenti introdotti negli ordini civili, dice il Botta 1. c. dee riconoscersi nell' incivilimento dei costumi, nella sublimità dei sentimenti, nel fiore per così dire di gentilezza prodotto dalla coltura delle lettere . . . . Dante il miglior sapiente del suo seco lo.... Petrarca col più benigno spirito che la provvidenza abbia mai formato Boccaccio che costituì la prosa italiana, e cui siam debitori per la scoderta de' manoscritti greci, e per aver profferito all' occhio stupito le forme leggiadre di quella grande nazione, maestra veramente del genere umano.. A questo triumvirato toscano dobbiamo l'incivilimento nel quale per buona ventura si vive Nè meno utile fu il secolo che venne dopo. . . . La presa di Costantinopoli volse in Italia una bella schiera di letterati ricca dei tesori dell'antica Grecia. Il gusto era degradato loro, ma nel propizio suolo italiano rigermogliò e produsse fortunatissimi frutti ǝ . . I sovrani agevolarono il bel moto con emulazione degna di rettori dei popoli. Principali tra questi sono Alfonso Re di Napoli, Papa Niccolò V, Cosimo e Lorenzo dei Medici, e il Veneziano reggimento ec. ec.

S.' .I.

Polizia municipale.

Conservando alle Università la stessa amministrazione Ferrante per celebrare la sua coronazione avvenuta nel 4 febbrajo 1459 in Barletta creò cavalieri i Sindaci delle Città tuttochè vassalli (a). Egli vegliò che gli amministratori dassero lucido conto di tutte le rendite universali, rendendo l'usurpato e l'indebitamente esatto e punendosi della di loro mal versazione che fu uno degl' incarichi dati al Fiscale Striverio colla cit. Pram. del 13 settembre 1742. E colle due Pramm. del 23 giugno e 15 agosto 1466 proibì Ferrante che alcuno impedimento si mettesse dai Prelati, e Baroni per la libera compra e vendita di qualunque specie di vettovaglie, e trasporto in qualunque luogo, sotto la pena di ducati mille. Anzi nell'indulto domandato dalla Città di Napoli per tutti i delitti sino allora commessi, espressamente eccettuò Ferrante le azioni promosse dal Fisco intorno l'amministrazione e reddizione dei conti che dovessero dare quei che avessero amministrate le rendite reali, tra le quali eran comprese le civiche contribuzioni.

Ma le cure de' Principi Aragonesi foron tutte rivolte alla Capitale. Erasi stabilita la gabbella del buon danajo per ripararsi le strade, le mura, ed altre opere pie, e la Città ridomandò a Ferrante la proprietà di quella gabella che s' introitava per la regia Corte, ed egli riconcedendo tal proprietà, volle conservarne il frutto sino alla pacificazione del Regno accordandole soltanto ducati mille l'anno per dette riparazioni. (Grazie concesse nel 27 novembre 1459); il di cui paga

(a) Ma il Costanzo avvisa che si conobbe poi che il fe per astuzia, per ottenere spie, ed aver notizie per mezzo di quelli della vita delle azioni de' Baroni.

LIBER. Parte II.

18

mento sospeso, fu nuovamente concesso da Ferdinando II (Pram. 21 del vol. delle grazie e priv.); e questa gabella non fu restituita totalmente alla Città che colla grazia fattale dal Re Federigo nel 26 ottobre 1496; il che fu confermato e dal G. Cap. Consalvo, e dallo stesso Re Ferdinando il Cattolico nel 5 ottobre 1505.

Questa era la sola gabella che pagavasi in Napoli esentata da ogni altra per la introduzione delle vettovaglie e cose addette alla grascia (Pram. del 3 maggio 1496 de annona ec. ). E sebbene vi si fosse introdotta quella di tornesi cinque per ogni carlino da' sensali del vino, come ancora per lo tomolo, ed altre misure, pure ne venne da Ferrante esentata; il quale dichiarò pure i cittadini Napolitani, e quelli ascrittivi, o che vi si ascrivessero esenti e franchi da ogni dogana, gabella o dazio, senza che ti si potesse ammettere interpretazione alcuna, giusta la grazia accordata nel cit. dì 27 novembre 1459; il che fu confermato dal Re Federigo con grazia particolare del 13 maggio 1497; e dal G. Cap. Consalvo.

Era dritto de' Sindaci d'imporre le assise su i comestibili; ma in Napoli si era introdotto che i buccieri, bottegai, fruttaroli, panettieri e pescivendoli non fossero soggetti all' assisa del Catapano (a). Ma la Città implorò da Ferrante la grazia di togliersi questi abusi con rimettersi a ciò che si praticava ne' tempi de' Re predecessori. E con altra grazia si disse che nelle cose da mangiare e da bere si dovessero osservare i capitoli e le ordinanze, anche riguardo a' tempi, a' luoghi e prezzi ( Ivi ).

E similmente colle grazie dell' ultimo febbrajo 1486,

(a) Con questo nome di origine greca dinotavasi un Prefetto di provincia o di città giusta il Dufresne, ma egli stesso aggiunge. Hodie Neapoli Catapanus vocatur publicae minister annonae, ponderibus mensurisque praefectus.

ordinandosi che i sei della Città (a) potessero costringere detti venditori di stare alle assise, e riscuoter le giuste multe per le contravvenzioni, volle che queste cedessero in beneficio dell'ospedale dell' Annunziata.

Erano tutti tenuti i regnicoli al servizio della regia Corte, una co' loro animali; ed i Napolitani cercarono di esimersi, ed in fatti l'ottennero colla citata grazia dal Re Ferrante il quale ne eccettuò il solo trasporto dell' artiglieria.p.

Ottennero essi pure di essere franchi di ogni dritto per le mercatanzie che comprassero in dogana, e che i mercatanti Napolitani non fossero tenuti a pagar il dritto della dogana prima che vendessero le mercatanzie ( Mi ).

I giudici a contratti cittadini Napolitani furoño esenti dal pagamento nuovamente ingiunto per l'esercizio di tal impiego, nè obbligati a nuova lettera di permissione ( Ivi1).

ནོ

Le femmine che vivessero disonestamente furono destinate ad abitar luogo separato in Napoli, e la G. C. sommariamente conosceva della di loro disonestà ( Ivi ).

Si chiese e si ottenne dal Re Cattolico che tutti gli officii e benefizii si concedessero in favor de' Regnicoli e non dei forestieri, e che quelli di Napoli e suo distretto si conferissero ai Napolitani ( Grazie del 5 ottobre 1505 ).

Non mancò Ferrante nella carestia del 1488 di far venire con grandissimo suo interesse da diverse parti molte sorti di vettovaglie ripartite per le Provincie del Regno, ma i Na-" politani ebbero ciascuno di essi due tomola di grano in dono, onde l'allegria fu tale che se ne fecero medaglie in di lut onore e nelle quali scorgevasi da una parte l'effigie del Re, dall' altra l'abbondanza che versava a Partenope un cofano pieno di spiche di biade col motto. Frug. ac ordo et Pop. Neap. Optim. Princip.

(a) Cioè i cinque Eletti de'cinque Sedili rimasti, unitameute all'Eletto del Popolo, ch' era il sesto, non ostante che rappresentasse 29 piazze.

Generalmente poi vietò di esigersi cos' alcuna dalle Università e Terre e da' di loro cittadini per la reparazione delle Castella e de' pubblici reali edifizii, eccetto quelle sole a cui per legge vi fossero obbligate e per lo solo riparo delle Castella (Pram. del 14 aprile 1483 de salario eorum ec. ).

Diè pure libera facoltà di pascere ne'pascoli e ne'boschi, ed abbeverare i loro animali, rivocando le proibizioni fatte da Alfonso, e solo eccettuò que' luoghi destinati per di lui solazzo e per le proprie razze (Ivi ). Ma ciò fu limitato da Alfonso II che vietò la caccia degli animali selvaggi, servò per la sua caccia reale gli Astroni co' suoi Valloni, ed i monti della Solfatara e delli Sterpi (V. il Bando riport. da de Bottis).

e ri

Nelle grazie concesse, da Ferdinando il Cattolico nel 1505 quella vi fu di esser lecito alle Città di poter ricomprare le gabelle vendute e concedute dal Re o da' suoi predecessori, e quelle pagarsi per quel prezzo che si stimasse giusto acciò ne restassero liberi i cittadini (a). Accordò pure ai cittadini di Napoli tutte le esenzioni, e franchigie che avean goduti in tempo degli Aragonesi ( Ivi ).

Rivocò il Re Cattolico le grazie e concessioni fatte dal Re Federigo quando disperò di conservare il Regno che fissò al di 20 luglio 1500 in cui perdè la Città di Capua.

Volle che dal suo erario somministrati si fossero in ciascun anno ducati 2000 all' Università de' Studi pel mantenimento de' lettori, ed altri bisogni della medesima ( Pram, del, 30 settembre 1505 e vol. de' Priv.) E ferma mantenne la grazia di non conferirsi Officii e Beneficii se non ai regnicoli (Ivi Cap. 26) e lo stabilimento delle fiere e mercati colle franchigie ai Negozianti (Grazia del 1507 Cap. 30 ).

Accordò il Re Cattolico nelle cit. grazie del 1505 di col

(a) Qui s'intendono delle vecchie gabelle, mentre nelle nuove im. poste da Ferdinando II fu accordata la facoltà di potersele ricomprare e togliere.

« ÖncekiDevam »