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Ecco Cin da Pistoja, Guitton d' Arezzo.

Petrarca, Trionfi.
Di lei, e quindi tanta gioia prendea.
Boccaccio, Am. Vis. cap. 26.

Se i primi padri dell'italiano Parnaso non riuscirono ad imprimer sempre ne' loro versi quel ritmo armonico e sonoro, che più seppero imprimervi alcuni grandi poeti moderni, non è per questo che violassero così grossolanamente le prime regole del metro, quelle regole, la giustezza delle quali è pur sentita materialmente dall'orecchio. Laonde io non esito punto ad affermare che essi non leggevano come si è creduto finora, ma così:

Del vostro Uccellato', che com'è vinto.
Ecco Cin da Pisto', Guitton d' Arezzo.
Di lei, e quindi tanta gio' prendea. (*)

I Provenzali furono soliti di usare frequentemente quest' apocope, e gl'Italiani ne presero il modo da loro. I nostri antichi dicevano Del Thegghiajo, Via Maggiore, Rio Maggiore, Santa Trinitate ec., egualmentechè Del Thegghia', Via Maggio', Rio Maggio', Santa Trinita', e quindi tolto l'apostrofo, che nella pronunzia era talvolta un accento grave, si disse Del Thegghia, Via Maggio, Rimaggio, Santa Trinita. Cosi dicevano Gennajo, primajo, sezzajo, migliajo e Genna', prima', sezza', miglia'. Non più dunque si stampino que loro versi così deformati, ma si riconduca la lezione alla sua originalità, stampando:

Farinata e 'l Thegghia', che fur si degni.
Inf. VI, 79.
Ma prima che Genna' tutto si sverni.

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che per virtù della grande bellezza di lei, io era smarrito e quasi fuori di me, si dileguarono ec.

La sconsolata, cioè l'anima. 7 Anzi, innanzi.

8 Con quella vita, cioè con quel rimanente di vila.

9 Abbraccia gli spiriti, figurat. si ricongiunge agli spiriti.

10 Sopra colei, cioè sopra l' ani

ma.

11 Intendi: abbenchè dolga meno, pe rocchè la mia facoltà sensitiva è assai minore, assai infievolita.

12 Lo giorno che costei nel mondo venne, cioè, lo giorno che Beatrice apparve alli miei occhi (come dice sul principio della Vita Nuova) Secondo che si trova nel libro della mente che vien meno, cioè a dire, nella memoria ch'è labile (così nella Vita Nuova, in quella parte del libro della mia mente ec.) la mia persona parvola (egli aveva nove anni) sostenne, concepi, una passion nuova ec.

is Virtu, potenze dell'anima. 14 E, se il libro non erra, cioè, se la memoria non erra, lo spirito maggiore, vale a dire lo spirito vitale, tremò si fortemente, che parve bene, che per lui fosse venuta in questo mondo la morle. Questo effetto fu prodotto nel giovinetto Dante dalla prima comparsa di Beatrice: il racconto coincide perfettamente con quanto ne dice nel suo libro della Vita Nuova, pag. 2: Lo spirito della vita, il quale dimora nella segretissima camera del cuore, cominciò a tremare si fortemente, che appariva nelli menomi polsi orribilmente.

15 A quei, cioè ad Amore.

16 Quella virtù che ha più nobilitate, cioè l'intelletto.

17 Nel piacere, nelle belle e vaghe forme della sua donna.

18 Intendi: Sicchè l'intelletto disse poi piangendo alle altre potenze dell'anima, vale a dire alla Memoria, alla Volontà: qui giungerà ec.

19 Sarà donna, sarà signora.
20 Tosto che sia, al. Tosto che fia.

21 D'Amor vinta e pensosa, soggetta e intenta ad Amore.

22 Che men' ha colpa, che n'ha colpa verso di me.

SONETTO X.

Amore e cor gentil sono una cosa,
Siccome il Saggio in suo dittato pone; 1
E cosi senza l'un l'altro esser osa,
Com' alma razional senza ragione.
Fagli natura, quando è amorosa,

Amor per sire, 2 e 'l cor per sua magione,
Dentro allo qual3 dormendo si riposa
Tal volta brieve, e tal lunga stagione.
Beltate appare in saggia donna pui,"

Che piace agli occhi si, che dentro al core
Nasce un desio della cosa piacente.

E tanto dura talora in costui,

Che fa svegliar lo spirito d'amore :

E simil face 5 in donna uomo valente.

Pregato Dante da amica persona a dire che cosa fossesi Amore, scrisse il presente Sonetto (Vita Nuova).

1 Siccome il Saggio in suo dittato pone, cioè, siccome il Poeta pone nel suo scritto, nel suo componimento. Qui allude a Guido Guinicelli, il quale incominciò una sua Canzone

Al cor gentil ripara sempre Amore.

1

Ed è da notarsi che Dante usò più volte Saggio e Savio nel significato di poeta. Nel Conv. Tr. IV, cap. 13: E però dice il Savio (cioè Giovenale, Sat. X, 22, Cantabit vacuus coram latrone viator): se voto camminalore entrasse nel cammino, dinanzi a'la

droni canterebbe. L'usarono pure altri antichi rimatori.

Invece di Amor per sire, alcuni leggono Amor pregiare, ma è senza dubbio lezione errata.

3 Dentro allo qual, cioè al core. Altri leggono alla qual, che si riferisce a magione; ma, sebbene con minor proprietà, riesce al concetto stesso, perciocchè magione d'Amore è il core. * Pui per poi, come nui, vui, per noi, voi, e lo abbiamo già notato.

5 Face vien da facere, come fa da fare.

SONETTO XI.

2

Negli occhi porta la mia donna Amore;
Per che si fa gentil ciò ch' ella mira:
Ov' ella passa, ogni uom ver lei si gira,
E cui saluta fa tremar lo core.
Sicché, bassando il viso, tutto smuore,1.
E d'ogni suo difetto allor sospira :
Fuggon dinanzi a lei Superbia ed Ira :
Aiutatemi, donne, a farle onore.
Ogni dolcezza, ogni pensiero umile
Nasce nel core a chi parlar la sente;
Ond'è beato chi prima la vide. 3
Quel, ch'ella par quand' un poco sorride,
Non si può dicer, nè tenere a mente,

Si è nuovo miracolo gentile.

Narra Dante nella Vita Nuova, che poich' egli ebbe trattato d'Amore nel precedente componimento, gli venne volontà di dire altresì in lode della gentilissima Beatrice parole, per le quali dimostrasse, come per lei si svegliava quest' amore, e com' ella non solamente lo svegliasse là dove era sopito, ma lo facesse mirabilmente venire operando là dove pure non era in potenza; e scrisse allora il Sonetto presente.

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Par divenuto di pietà simile? 1
Vedeste voi nostra donna gentile

2

Bagnata il viso di pianto d'amore ??
Ditelmi, donne, chè mel dice il core,
Perch' io vi veggio andar senz' atto vile. 3
E se venite da tanta pietate,"

Piacciavi di ristar 5 qui meco alquanto,
E checchè sia di lei, nol mi celate :
Ch'io veggio gli occhi vostri c'hanno pianto,
E veggiovi venir si sfigurate,

7

Che 'l cor mi trema di vederne tanto.

Morto Folco Portinari, il genitore di Beatrice, e lasciata in lacrime ed in singulti la sua dolentissima figlia, molte donne, secondo il costume di quell' età, si portarono alla casa del trapassato a compiere gli estremi ufficii di tristezza. Nel mentre che quelle sen ritornavano, furono per via incontrate da Dante, il quale dalle loro parole rilevò in quale ed in quanta pena fosse la donna sua per l' acerbo caso. Nel presente Sonetto va Dante interrogando quelle femmine, perchè vogliano dir lui alcuna cosa di ciò ch'esse hanno veduto e sentito.

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viso di pietà d' Amore, Bagnar nel viso suo di pianto Amore sono errate.

3 Senz' atto vile, perchè, come dice lo stesso autore, tornavano quasi ingentilite, nobilitate: e nobiltà è contraria a viltà. Falsa dunque è la lez. del Cod. Redi: Veggendovi andar si con atto vile.

E se venite da tanta pietate. cioè, da scena cotanto compassionevole.

5 Di ristar, di soffermarvi. Checchè, al. Qual che, al. Quel che 1 Venir, al. Tornar.

SONETTO XIII.

Se' tu colui, c' hai trattato sovente

Di nostra donna, sol parlando a nui ? 1

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Che fai di te pietà venire altrui ?
Vedestù pianger lei, chè tu non pui”
Punto celar la dolorosa mente?
Lascia piangere a noi, e triste andare,
(E' fa peccato chi mai ne conforta),
Che nel suo pianto l' udimmo parlare.
Ella ha nel viso la pietà si scorta, 5

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Questo Sonetto contien la risposta, che Dante finge aver ricevuta da quelle donne, ch' egli ha interrogate col precedente.

1

Sol parlando a nui, parlando solamente a noi (donne gentili), quando cioè ci dirigesti la tua Canzone Donne che avete ec. non che altri poetici componimenti.

Ne par d' altra gente, perchè tu sei così sfigurato dal dolore, ch'è assai difficile il riconoscerti.

3 Si coralmente, tanto di cuore. Vedestù pianger lei, chè tu non pui ec.? Vedesti tu forse pianger

Beatrice, poichè tu non puoi ec.? Vedestu, vedes' tu, contrazione di vedesti tu, usata talvolta dagli antichi. Pui, per puoi, come sui e suoi, dui e duoi.

La pietà si scorta, l'angoscia così patente, così manifesta. 6. Qual, qualunque di noi, qualunque donna.

7 Al. Sarebbe innanzi a lei pian gendo morta.

SONETTO XIV.

Voi, donne, che pietoso atto mostrate,
Chi è esta donna, che giace si venta ?
Saria mai quella ch'è nel mio cor penta? 1
Deh! s'ella è dessa, più non mel celate.
Ben ha le sue sembianze si cambiate,
E la figura sua mi par si spenta,
Ch' al mio parere ella non rappresenta
Quella che fa parer l'altre beate. 2
Se nostra donna conoscer non puoi,

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