latino; le stampe: Onde al suo lume. 12 Ne fronda verde, nè albero fronzuto. Non gli può far ombra, perchè il volto di lei gli è sempre fisso nella mente. 13 Innamorata si riferisce alla donna, non all' erba. 14 Chiuso legge il Cod. Palat. e si riferisce a prato, meglio della volgata chiusa che si riferirebbe alla donna. 15 Questo legno molle e verde, vale a dire, questa donna insensibile. 16 Dormir su pietra, la volgata dormire in pietra. 17 Tutto il mio tempo. Il Cod. Palatino Tutti i miei giorni. 18 Quandunque, ogni volta che, in qualunque tempo. 19 Sotto il bel verde, la volgata sotto un bel verde. SESTINA II. Amor mi mena tal fïata all' ombra 1 Lo cui splendore fa sparire ogni ombra, 3 4 Di tal salute, chente è in questa donna, Che, togliendomi il cor, rimango verde. 5 Quando 'l mi rende, ed io son com' un' ombra, 8 Ché tempo freddo, caldo, secco e verde 11 Che bel possa veder com'è sua ombra. 12 'Intendi: e sento un dolore simile a quello ch' io sentirei se fossi collato, se fossi sottoposta al tormento della colla. 2 Fra ch' io rinvengo, mentr' io riacquisto i sensi. Che non è il tempo. Qui pare voglia alludere alla Primavera. Chente, quale, voce antiquata. 5 Rimango verde, vale a dire, resta in me la stessa vitalità. "Ed io son, cioè, ed io divento. 7 Vale a dire, non do più segno di vita, come fanno i colli, che sono più alli, e di pietra più secca, i quali non 10 presentano in se alcun segno di vegetazione. 8 Che fiorisce i colli, che adorna di fiori le colline. È, come ben s'intende, la Primavera. 9 Vie me' ch'altra donna, assai meglio che alcun' altra delle donne nominate di sopra. 10 Ma tienmi verde, vale a dire, ma tienmi sempre in isperanza. 11 Neun, nessuno. 12 Che bel possa veder com'è sua ombra; intendi: che possa vedersi si bella cosa com'è la sua ombra, la sua figura. SESTINA III. Gran nobiltà mi par vedere all'ombra 1 1 3 S'io porto amor corale 3 alla mia donna, S'ella non fosse, che mi val com'erba. " E sed io fossi cosi umile verde, Ovrar potre' la virtù d'ogni pietra, Però ch' io son suo fior, suo frutto ed erba; 11 Ch'io da lei parto, e mi sento di verde, Per cui son verde, per cui son pieno di speranza, ovvero, per cui sono in vita. In donna, cioè, in amar donna. 3 Corale, di core, cordiale. Ne faccia ombra, figurat. nẻ mi faccia impedimento. Il Vocabolario interpetra nè ne prenda sospetto; ma l'interpretazione non regge, perchè il testo dice fare, e non già prender ombra. 5 Chè lo cor mio per lei suo bene impetra; perciocchè il cor mio ottiene, consegue il suo bene per mezzo di lei. 6 Che, il qual core, in altra guisa, se fosse altrimenti, basserebbe i colli, figurat. diventerebbe misero ed invilito. Il concetto contenuto in questi tre versi è questo: che mentre ogni altra donna usa de' fiori per adornarsi, ella, la donna sua, usandone, adorna i fiori. 8 La sua dolce ombra, figurat. la sua gentile figura. 9 Che mi val com'erba, vale a dire, che opera in me, come opererebbe un'erba salutifera. 10 Scenda, o colli. Sembra che voglia significare scenda o salga. Come da monte si fece montare, da poggio, poggiare, da cala e calla, calare e callare, così potrà dirsi che da colle sia stato fatto collare, salire il colle; onde colli, salga. 11 Colli, ha qui il significato, che ho avvertito alla nota 1 della Sestina precedente. 12 I concetti di quest'ultime tre Stanze sono oscuri. Probabilmente la lezione è errata; ma in difetto di Codici, come correggerla? CANZONE X. Amor, tu vedi ben, che questa donna 2 E poi s'accorse ch'ell' era mia donna, Che fosse fatta d'una bella pietra 5 4 Per man di quel che me' intagliasse in pietra. O da virtù di sole o da sua luce, 6 Che tanta avesse nė virtù né luce, 7 Che mi potesse atar da questa pietra, Colà, dov' io sarò di morte freddo. 8 9 Signor, tu sai che per algente freddo Là sotto tramontana, ov'è il gran freddo ; Vi si converte si, che l'acqua è donna 10 Mi ghiaccia il sangue sempre d'ogni tempo: Che m' esce poi per mezzo della luce, 12 In lei s' accoglie d'ogni beltà luce: Cosi di tutta crudeltate il freddo 14 16 Le corre al core, ove non va tua luce; Perché negli occhi si bella mi luce Quando la miro, ch'io la veggio in pietra, O in altra parte ov'io volga mia luce. Dagli occhi suoi mi vien la dolce luce, Che mi fa non caler d'ogni altra donna: Cosi foss' ella più 15 pietosa donna Ver me, che chiamo di notte e di luce, Solo per lei servire, e luogo e tempo; Né per altro desio viver gran tempo. Però, virtù, 17 che sei prima che tempo, Prima che moto, e che sensibil luce, Increscati di me, c' ho si mal tempo : Entrale in core omai, chè n'è ben tempo, Sicchè per te se n'esca fuora il freddo, Che non mi lascia aver, com' altri, tempo; Ché se mi giunge lo tuo forte tempo In tale stato, questa gentil pietra 20 18 13 |