Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Il Poeta in questa Canzone prega umilmente la sua donna ad aver pietà di lui, mandandogli un cortese saluto, il quale possa riconfortare alquanto la sua abbattuta virtù, ed il quale, egli dice essere l'ultima sua speranza. Il saluto di Beatrice fu infatti, siccome nella Dissertazione notai, uno de' maggiori desiderii amorosi dell' Alighieri. Fin dal principio della Canzone dicendo, che il desio amoroso lo tira « Verso il dolce paese c' ha lasciato, »

fa conoscere ch'ei la dettò mentre si trovava lontano da Firenze; la qual cosa dovè più volte accadere anco nella di lui giovinezza. Dopo tutto questo sarà inutile il dire, che la Canzone non tratta d' un amor filosofico, ma d' un amor naturale; anzi dalla storia dell'amore di Dante dedur si potrebbe, che fosse uno de' primi suoi giovenili componimenti; imperciocchè, prima delle lodi di Beatrice, andò l' Alighieri parlando del saluto, per lui dolcissimo, di quella donzella.

Rispetto all' originalità della Canzone diremo, che vedesi stampata in tutte le antiche edizioni, siccome nella Giuntina a c. 29, non meno che in tutte le moderne, e sempre costantemente col nome di Dante Alighieri. Col nome di lui vedesi pure ne' Codici Laurenziani num. 42, 44 e 46 Plut. XL e 136 Plut. XC, in varii de' Riccardiani, ed in parecchi altri. Le particolarità della Canzone convengono pienamente ad esso, e concordano esattamente colla storia de' suoi giovenili amori; lo stile terso e conciso, i concetti nobili e passionati sono conformi a quelli degli altri suoi erotici componimenti. Chi non riconoscerà il giovine innamorato Alighieri in quei versi :

[ocr errors]

Canzone, il tuo andar vuol esser corto;

Chè tu sai ben che picciol tempo omai

Puote aver luogo quel per che tu vai? >>

Se per merito poetico questa Canzone non è superiore alle altre, non potrà dirsi cotanto inferiore da doverla escludere dal Canzoniere di Dante.

Al tempo che se n'è andato, intendi, al tempo felice, quando la Portinari lo consolava col suo grato salu.. to: e per questo ei chiama dispietata la mente, perchè ricordavagli le passate contentezze, in cotal guisa amareggiandogli il cuore.

2 Nè dentro i sento tanto di valore, legge il Codice Palatino.

3 Salute, per salutazione, saluto, è di frequente usato da Dante e da altri antichi.

"In questo punto si ha nel Codice Palatino.

5 Poi sol, poichè soltanto. Da Dante e da altri antichi poeti trovasi molte volte poi adoperato per poichè.

Mai non ristringe'l freno, metaforicamente mai non si rattiene.

Il servo, legge il Codice Palatino. 8 La sua doglia, intendi del core. 9 Sacciate, sappiate.

10 Intendi: che l'uomo dee sostenere i più gravi pesi per infino a quello che

sia mortale, prima d'aver ricorso al
suo maggior amico, cui non sa quale
sia
per trovare.

11 Che gli risponda male, che gli corrisponda malamente, che non gli corrisponda.

12 Più tosta, più spedita, più pronta. 13 Non osa, dal verbo ant. ausare, cambiato l'au in o, cioè non ha in uso, non suole.

14 Tututto, voce antiquata, tutto tutto, tutt' affatto.

15 La fede ch'io v'assegno, cioè la fiducia che in voi ripongo.

16 Di fuor conosce che dentro è pietate, cioè dal vostro esterno conosce che nel cuor vostro alberga la compassione.

17 Vostra salute, vostro saluto, com'è avvertito di sopra.

18 Ma sappia (il saluto) che allo entrar di lui (del cuore), cioè quando si farà davanti al cuore per entrare in esso, si trova serrato forte, quasi fosse inchiodato, da quella saetta, che ec. Invece di quella, altri testi leggono, da quella.

19 Nella mia guerra, intendi, nella guerra degli affetti che combattono il mio cuore.

20 Del Signor, cioè d'Amore.

21 Puote aver luogo qui sulla terra, cioè può aver vita, quel per che tu vai, quegli per cui tu sei mandata.

BALLATA III.

Ballata, io vo', che tu ritruovi Amore,
E con lui vadi a Madonna davanti,
Sicché la scusa mia, la qual tu canti,
Ragioni poi con lei lo mio Signore. 1
Tu vai, 2 Ballata, si cortesemente,

Che sanza compagnia

1

3

Dovresti avere in tutte parti ardire :
Ma, se tu vogli andar sicuramente,
Ritrova l'Amor pria;

Chè forse non è buon sanza lui gire :
Perocché quella, che ti debbe udire,
Se, com' io credo, è inver di me adirata,
E tu di lui non fussi accompagnata,
Leggieramente ti faria disnore.

Con dolce suono, quando se' con lui,

Comincia este parole

Appresso che averai chiesta pietate :

Madonna, quegli, che mi manda a vui,*
Quando vi piaccia, vuole,

5

Sed egli ha scusa, che la m'intendiate.
Amore é quei, che per vostra beltate
Lo face, come vuol, vista cangiare :
Dunque, perché gli fece altra guardare,
Pensatel voi, dacch'e' non mutò 'l core.
Dille Madonna, lo suo core è stato
Con si fermata 7 fede,

Ch'a voi servir lo pronta ogni pensiero :
Tosto fu vostro, e mai non s'è smagato."
Sed ella non tel 10 crede,

Di', che 'n domandi Amore s' egli è vero :
Ed alla fine falle umil preghiero, 11
Lo perdonare se le fosse a noia,

Che mi comandi per messo, ch'i' moia;
E vedrassi ubbidire al servitore. 12

E di' a colui, 13 ch'è d'ogni pietà chiave,
Avanti che sdonnei,

14

Che le saprà 15 contar mia ragion buona :
<< Per grazia della mia nota soave

Rimanti qui con lei,

17

16

E del tuo servo, ciò che vuoi, ragiona;

E s'ella per tuo prego gli perdona,

Fa che gli annunzi in bel sembiante pace. »>
Gentil Ballata mia, quando ti piace,

Muovi in tal punto 18 che tu n' aggi onore.

Affine di nascondere la sua passione per Beatrice, Dante sic*com' ho già detto, cercava far credere alla gente di essere innamorato d'una certa gentil donna. E questa finzione riuscigli per alcun tempo a segno, che ne corse la voce fino a Beatrice. Ond' ella incontratasi in Dante, negò a lui il solito saluto. Rimase dolente il Poeta per la privazione di ciò che formava, secondo ch' egli dice, la sua beatitudine, e a riacquistare la grazia della sua donna propose di fare questa Ballata, nella quale scusandosi dell' accaduto, protesta che il suo cuore non è punto cambiato, nè mai si cambierà (V. la Vita Nuova).

1 Intendi: Sicchè la mia scusa, la quale da te o Ballata, si espone co' versi, sia poscia con lei, cioè con la mia

donna, ragionata verbalmente dal mio
Signore, vale a dire da Amore.
* Alcuni leggono tu va, perchè cre-

dono che sia voce dell'imperativo, mentre non è che seconda persona dell'indicativo.

3 Ma se tu vuoi andare con maggior sicurezza. Invece di vuogli altri testi leggono vuoli.

* Vui per voi, come nui, pui ec. per noi, poi ec.

5 Per ischivare la durezza nell'incontro di due vocali, usavano gli antichi, più spesso ancora che i moderni, di aggiungere la consonante d ai monosillabi o, nè, se, che ec. quando per la misura del verso volevano che non avesse luogo elisione. Così troviamo nella Commedia:

Qual che tu sii on ombra op uomo certo.
Inf. 1, 66.

Ov'è la colpa sua sɛD ei non crede?

Par. XIX, 78.

Del qual NED io NED ci prima s' accorse.
Purg. IV, 102.
CHED è occulto, come in erba langue.
Inf. 1, 107.

Frequentemente adoperarono l'articolo lo invece dell' il, in ispecie quando potea risultare nel verso un miglior suono e una maggiore armonia; e così le voci suso, giuso, morío, sentío ec. invece di su, giù, morì, senti ec. Infatti ne' buoni testi della Commedia leggiamo:

Tu se Lo mio maestro e Lo mio autore.
Inf. 1, 85.
lo gli risposi Ciacco, Lo tuo affanno.
Inf. VI, 58.
Coi corpi che LASSUSO hanno lasciato.
Inf. X, 12.
Lo gittò Giuso in quell' alto burrato.
Inf. XVI, 114.
Inf. I, 107.

Per cui MORIO la vergine Cammilla.

Con quella che SENTIO di colpi doglie.

Inf. XXVIII, 13.

E giacchè sono a far parola di tali minuzie ortografiche, farò osservare che siccome gli antichi per la congiunzione e o ed scrivevano sempre l' &, cosi i moderni nel pubblicare le poesie degli antichi secondo la moderna ortografia che ha bandito l' & dalle scritture, dovrebbero consultare attentamente l'orecchio per rilevare quando sia da porre l'e, quando l'ed. Così, per esempio, dovranno stampare:

Ma sapienza ED amore £ virtute.

Inf. I, 101.

Grandine grossa, ED acqua tinta ɛ neve.
Inf. VI, 10.

E il ventre largo, ED unghiate le mani.
Inf. VI, 17.

Intendi: Amore è quegli (è da leggersi quei e non qui, come leggono molti testi), il quale a motivo della vostra belià fa a sua voglia cambiare a Dante la vista, cioè a dire, fa a sua voglia dirigere a Dante lo sguardo. E il perchè Amore fece a Dante guardare altra femmina, lo potete dunque immaginare da per voi, dacchè sapete ch'ei non mutò il core. E ritroverete che quello fu un artifizio per ascondere alla conoscenza altrui l'affetto, che per voi nutre nel seno.- Invece di Lo face altri testi hanno Gli face.

Fermata, ferma, costante.

8 Lo pronta, cioè lo fa pronto e sollecito, ovvero lo incita, lo sprona. Altri leggono ha pronto, altri l'ha pronto, altri l'ha in pronto.

9 Non s'è smagalo, non è venuto meno, non è infievolilo. Smagare, dal lat. ex e mage, minorare, perder le forze si del corpo, come dell'animo. I Provenzali l'avevano anch'essi in esmayar, o esmaiar.

10 Non tel, altri: Non ti.

11 Preghiero per preghiera, come dimando, dimoro per dimanda, dimora. 12 Altri: E vedrassi ubbidir buon servitore, E vedrà bene ubbidir servitore.

13 E di' a colui (cioè ad Amore) non già a colei, come legge il Biscioni).

14 Avanti che sdonnei, cioè avanti che si levi d'appresso a Madonna.. Sdonneare, partirsi da donna, come donneare, intrattenersi, conversare con donne, dal provenzale domneiar. 15 Che le saprà, altri: Ch'elli saprà. 16 Per grazia della mia nota soave, cioè in grazia della mia soave poesia, delle mie soavi rime. Le parole Per grazia fino a in bel sembiante pace sono quelle, che per comando del poeta la Ballata dee dire ad Amore avanti che si levi d' appresso a Madonna. 17 Ciò che vuoi, altri: Ciò che vuol. 18 In tal punto, altri: In quel punto.

3

SONETTO VI.

2

Tutti li miei pensier parlan d' Amore,
Ed hanno in lor si gran varietate,
Ch' altro mi fa voler sua potestate,
Altro folle ragiona il suo valore.
Altro sperando1 m' apporta dolzore;
Altro pianger mi fa spesse fïale;
E sol s' accordano in chieder pietate,
Tremando di paura ch'è nel core.
Ond' io non so, da qual materia prenda;
E vorrei dire, e non so ch' io mi dica:
Cosi mi trovo in amorosa erranza.*
E se con tutti vo' fare accordanza,5
Convenemi chiamar la mia nemica,
Madonna la pietà, che mi difenda.

Combattuto Dante da diversi pensieri intorno ad Amore, sì che gravosa gli facevan la vita, scrisse il presente Sonetto, significando il suo stato angoscioso (Vita Nuova).

[blocks in formation]

Coll' altre donne mia vista 1 gabbate,
E non pensate, donna, onde si mova,
Ch'io vi rassembri si figura nova,
Quando riguardo la vostra beltate.
Se lo saveste, non potria pietate
Tener più contra me l'usata prova ; 2

« ÖncekiDevam »