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» eisdem nunc et pro tempore exntibus carlibus negotiis ptis ppositis ut singulis annis in perpetuum vobis unum ex capitali poena damnatis » humoi liberum dimittant et concedant, ipsumq; per vos pro tpe libera» tum ab omni poena capitali eo ipso absolutum, eumq; ad patriam famam, gradus, honores et bona quaecumq; praeterquam Fisco incorporata plenaru restitutum et reintegratum, nec illum super pteritis delictis et >> excessibus ulterius molestari, vel perturbari post decernimus et declara» mus. Non obstan constitutionibus et ordinationibus aplicis, ceterisq; conrijs quibuscunq; Dat. Romae apud sctam Mariam Maiorem sub an» nulo Piscatoris die VII. Octobris M. D. C. XIIII. Pontus Nostri anno » Decimo.

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Ho trovato memoria nell' archivio della città, che simile privilegio godessero anticamente i canonici di Ascoli anche nel giorno di venerdì santo: al giorno d'oggi nè in questa nè in quella solennità lo sogliono più esercitare.

Visse il vescovo Sigismondo al governo della chiesa ascolana sino al giorno 19 novembre dell' anno 1641. Morto nel detto giorno, fu sepolto in cattedrale, nella tomba, ch' egli stesso già da più anni addietro s'era fatta preparare: essa offre l'iscrizione, fatta collocare allora, la quale dice:

D. O. M.
AD

REQVIEM OSSIVM

SIGISMVNDI. DONATI. ANTONINI

FILII. HECTORIS. NEPOTIS

CORRIGIENSIS

QVI

ANNO DOMINI, MDXCVIII. CREATVS EPISC.

VENVSINVS . ET. ANNO . MDCV . AD

HANC. AESCVLANAM. ECCLESIAM
TRANSLATVS

VIVENS. ET. ANNVM. AGENS. LXV.

FVTVRO. CVM. DEO. PLACVERIT. PVLVERI
SVO. CONDITORIVM. HIC. PARAVIT

LABENTE

ANNO. MDCXXIII.

Poco meno di tre mesi restò vedova di pastore la chiesa ascolana: finalmente addi 10 febbrajo 1642 fu eletto a possederla il romano GIULIO II Gabrielli, diacono cardinale sino dal dì 16 del precedente dicembre, Vi stette sino al di 12 marzo 1668, ed intanto era diventato cardinale prete del titolo di s. Lorenzo in Lucina. Nel detto giorno fu promosso al vescovato suburbicario della Sabina, ritenendo l'amministrazione della chiesa ascolana, ed anzi assumendo l'amministrazione altresi del vescovato di Rieti. Perciò soltanto addì 2 giugno 1670 venne qui il fermano FILIPPO Monti, trasferitovi dalla chiesa di Teramo. Questi morì a' 24 dicembre 1680; e poscia ne rimase per ben quattro anni vacante la sede, amministrata dal vicario capitolare.

Dopo si lungo tempo di vedovanza, venne alla fine a farne cessare il lutto il nobile ternano GIUSEPPE Salustio Fandolfi, trasferitovi dal vescovato di Amelia il dì 15 gennaro 1685, il quale morì in patria a' 6 di gennaro 1699, ed ivi fu deposto nel sepolcro della sua famiglia, nella chiesa di san Francesco. Otto mesi restò vacante la chiesa Ascolana, in capo ai quali le fu concesso a pastore il romano GIAN-GIACOMO Bonaventura, che aveva già sostenuto in varie città dello stato papale onorevoli incarichi. Vi fu promosso il dì 5 ottobre 1699, e vi morì nel dicembre dell'anno 1709. Corsero quasi tre mesi prima che gli fosse dato un successore: alla fine il dì 10 marzo 1710 ne fu promosso il ravennate GIOVANNI V Gambi, che similmente era stato deputato a varii onorevoli ufficii nell'ecclesiastica amministrazione. Venuto alla sua residenza, occupossi con ogni impegno del bene spirituale del gregge affidatogli, nonchè dell' esteriore decoro della sua chiesa. Piantò in Ascoli un orfanotrofio per le fanciulle; migliorò lo stato del seminario dei chierici; rifabbricò dalle fondamenta il tempio di sant'Emidio fuor delle mura della città; istituì una ricca mansioneria, della quale esiste memoria nella iscrizione fatta collocare appositamente nella sacristia della cattedrale. È l' inscrizione del tenore seguente:

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.

ILLIQVE. PRO. DOTE. ASSIGNAVIT. TERRAS. AB IPSO. EMPTAS
PRETIO . SCVTORVM. MDXXV. IN. CONTRATA

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LO.

CASTAGNETO

QVAE. NVNQVAM. ALIENARI. VEL. PERMVTARI. POSSINT

ET MANSIONARIO. PRO. TEMPORE. EXISTENTI

INIVNXIT. ONVS. VNIVS. ANNIVERSARII. IN. DIE. SVAE. DEPOSITIONIS
CVM. ASSISTENTIA. CAPITVLI. ET. MANSIONARIORVM. IN. PERPETVVM
PRO. SVFFRAGIO. ANIMAE. SVAE. ET. SVORVM

AC. ONVS. CELEBRANDI. SIVE. CELEBRARI. FACERE

PERPETVO. DVAS. MISSAS. IN. HEBDOMADA

VNAM. AD. ALTARE . SVBTERRÁNEVM . S. EMIDII. IN. CATHEDRALI

SINGVLIS. DIEBVS. JOVIS

ET ALTERAM. SINGVLIS. DIEBVS. DOMINICIS. IN. ECCLESIA NOVA

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AB IPSO. EPISCOPO. CONSTRVCTA

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CRYPTA. EJVSDEM. S. EMIDII. EXTRA. MOENIA. CIVITATIS

PRO. SVFFRAGIO. VT, SVPRA

PROVT. CONSTAT. EX. BVLLA. ET. INSTRVMENTIS. ERECTIONIS. AC EMPTIONIS
ROG. MARIANI. QVINTILII. CANCELLARII. EPISCOPALIS

SVB. DIE. XXVII. FEBRVARII. M. DCC. XX.

ET. RESPECTIVE. JOSEPHI. BACCHETTI. SVB. DIEBVS. XX. ET XXVIII. SEPTEMBRIS
M. DCC. XVII.

REPOSITIS. IN. ARCHIVIO. CAPITVLARI

Nel maggio dell' anno 1718, celebrò il sinodo diocesano, le cui costitu-
zioni promulgò di poi colla stampa. Chiuse in pace i suoi giorni nel 1726,
e fu sepolto in cattedrale, ove la scolpitavi epigrafe ne tramanda ai posteri
la memoria. Essa è così:

D. O. M.

JOANNI GAMBI. PATRITIO. RAVENNATI. JVRIS. PERITISSIMO

CVJVS. VIGILANTIAM. IN. OBEVNDIS

MAGNITVDINEM VERO. ANIMI. IN. TOTIES. REJICIENDIS

A. SVMMIS. PLVRIBVS PONTIFICIBVS VLTO. DELATIS. MVNEribvs
DIV. ROMA. SV SPEXIT

ASCVLANO. TANDEM. ANTISTITI. LICET. INVITO. RENVNCIATO
CAROLVS. FRANCISCVS. EX. FRATRE. NEPOS. ET HAERES

GRATI. ANIMI. ERGO. MONVMENTVM. POSVIT

OBIT. ANNO. REPARATAE SALVTIS. M.DCC.XXVI.

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AETATIS. VERO. SVAE . LXXVI.

Nella quale epigrafe ha bisogno di correzione l'anno della età di lui, ed in vece di LXXVI devesi porre LXXVIII; perchè, essendo nato il Gam- ' bi a' 24 novembre dell' anno 1648, ed essendo morto nel 1726, era giunto adunque all'anno LXXVIII della sua età.

Sino al di 8 marzo del 1727 rimase allora vacante la santa sede ascolana. Nel detto di fu eletto ad occuparla l'anagnino GREGORIO Lauri, cui l'anonimo collocò sotto il 1726, sino al 1728; vi fu trasferito dal vescovalo di Ripatransoné. Brevissimo fu il suo pastorale governo nella chiesa ascolana: nel marzo infatti del 1728 gli veniva sostituito il genovese TOMMASO II Marana, monaco olivetano. L'anonimo scrittore del Saggio di cose Ascolane, tuttochè sia stato vescovo di Ascoli in un tempo a lui vicinissimo, gli cangiò nome e lo disse Paolo III Marana. Che il vescovo Marana avesse nome Tommaso e non già Paolo, se ne ha certissimo indizio dalla memoria, che di lui ho trovato nell' archivio civico. Ivi esiste registro, avere questo vescovo Tommaso, clandestinamente e di notte, in compagnia di alcuni canonici, aperto l'urna di sant' Emidio ed avervi trovato un piccolo cannello di piombo, entro cui stava una pergamena scritta di questo

tenore :

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La quale scrittura è interpretata così: Middi vola nostra propter re

gnum Christi magister Giso presbiter Alberti benedixit.

Acto Faido Masso Giselliga Martinu Folca Johanni Dada
Qualkerii Tederada Tresco Berta Berta Belesenca Gutta Filte

Joannes Folca

Faido Alberga Leo Fel. . . . . Albertu et Albertu Johanni Bor et filiorum ejus Leo Bona et filiorum ejus

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Giso Doda et filiorum

ejus

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Dodatu Maria et filiorum ejus Teuta et filiorum ejus Lupo et omnes nostras congregationes vivis adque defunctis Pet

..... Palomma

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