CANZONE II. Donna onna pietosa, e di novella etate, Si mosse con paura a pianger forte: Ed appressarsi per farmi sentire. E qual dice: perchè sì ti sconforte? Chiamando il nome della donna mia. E rotta si dall'angoscia, e dal pianto, Ch' era nel viso mio giunta cotanto, Pregava l' una l'altra umilemente; Che vedestu, che tu non hai valore? E vedea il suo durar come è leggero; Gli spirti miei, che ciascun giva errando: Di conoscenza, e di verità fuora, Nel vano immaginare, ov' io entrai: Qual lagrimando, e qual traendo guai Cader gli augelli volando per l' a're; E uom m' apparve scolorito, e fioce, E vedea, che parean pioggia di manna Mi condusse a veder madonna morta. Vedea, che donne la covrian d' un velo; Che parea, che dicesse: io son in pace. Io diveniva nel dolor si umile, Veggendo in lei tanta umiltà formata, Poichè tu se' nella mia donna stata; E dei aver pietate, e non disdegno : D'esser de' tuoi, ch' io ti somiglio in fede. Poi mi partia, consumato ogni duolo: Dicea guardando verso l'alto regno: Voi mi chiamaste allor, vostra mercede. SONETTO XII. Io mi senti' svegliar dentro dal core Un spirito amoroso, che dormia: Dicendo: or pensa pur di farmi onore; lo vidi monna Vanna, e monna Bice Venire in ver lo loco là v'io era, L'una appresso dell' altra meraviglia : E, siccome la mente mi ridice, Amor mi disse questa è primavera; |