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ta a Dante la mancanza del padre maestro in teologia. Così pensa il Biscioni; così e peggio Mario Filelfo nella sua Vita di Dante del 1468. Francesco da Buti espone buonamente il suo parere di questo tenore. «< Questa Beatrice, la quale l'Autore finge sè amare tanto ardentemente, ed ella lui, come detto è nel processo, significa la santa teologia, della quale l' Autore s'innamorò infino ch' egli era fanciullo, ovvero garzone: e però finge, ch' ella fosse giovinetta, perocchè puerilmente la studiava e intendea e poi finge, che la detta donna morisse, cioè che, cresciuto lo intendimento a lui, sicchè già intendea le cose grandi, a lui venne meno lo desiderio di tale studio: e questo fu lo morire e partirsi di questo mondo: poichè si partì dalla fantasia sua, occupata da beni ingannevoli del mondo; ma non sì, che sempre non sentisse nella mente sua un grande desiderio di tornare ad essa, e amarla ferventissimantente, ed a lei accostarsi. Ma perchè ciò non potea a fare irretito ne' peccati, pensò prima d' arrecarsi in odio i vizj e' peccati, considerando la lor viltà, e la pena, che con seco arrecano: appresso di purgarsi colla penitenzia, e poi ritornare alla s santa teologia. Presso che tutti poi gli antichi spositori dell' altissimo Canto dicono, che alla sapienza pose Dante nome di Beatrice, perchè fa ella beato l' umano

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intelletto, e rende pago ogni nostro desiderio; che dallo averla egli detta in latino Beatitudo si deduce, non avere il nome di Beatrice avuta origine da quello di vera donna; che la morte di Beatrice fu una spiritosa idea poetica, non mai verità di fatto. In effetto Dante nel Convivio disse Beatitudine la somma dilettazione dell' intelletto in conoscere il primo Vero, in cui si queta e riposa l'anima nostra: ed in corrispondenza a tal suo modo d' intendere, definisce la filosofia uno amoroso uso di sapienza, il quale massimamente è in Dio. A ciò conformasi il vantar, ch' egli fa, la sua donna, siccome distruggitrice de' vizj, e reina delle virtù. Molti prendendo bene in disamina la Vita Nuova, poterono riconoscerla un Trattato d' amore tutto quanto intellettuale, e senza mescolanza di profano. Ma come conciliare, che Dante sentisse uno repentino tremore per tutta la persona, se si trovasse in luogo, anche senz' avvedersene, dove fosse Beatrice? Ecco: ciò era l'effetto della verità, la quale anco celata produce nell' animo dello studioso una commozione sensibile pel solo desiderio ch'esso ha di disasconderla. E vivono ancora uomini in questa fede? Vivono, e bandiscono la croce addosso a chi non giuri nella loro sentenza. In vece di gridare col dannato Frate Alberigo:

Levatemi dal viso i duri veli;

Inf. XXXIII. 112.

si gonfiano anzi di vie maggiore oltracotanza in predicando il rimproverio di Beatrice, per ciò che Dante, in vece di dedicarsi tutto allo studio della cristiana teologia, s'era messo dietro agli studj delle filosofie de Gentili. Vogliono quindi, per lo soccorso di Virgilio mandato da Beatrice, comprendere la dottrina umana data dalla divina bontà all' uomo, acciocchè gli sia maestra a ritrarlo da' vizj, e guida per condurlo alla virtù: ad essi confidò quell' apparente madonna Beatrice, essere dessa più veramente la eccellenza teologica, la quale di tanto vince le umane dottrine, di quanto ella, illuminando nella vera cognizione di Dio, è strumento di far pervenire alla beatitudine. Chiedete loro, che mai di mistico significar possa il commiato, che Virgilio togliesi dal suo Dante tacitamente: vi rispondono, venirne dimostro, come l'umana ragione non sia bastante a condurre l'uomo, se non a discernere il vizio dalla virtù; e come, ad inalzarlo al Paradiso, sia bisogno di Beatrice, cioè della teologia. Dante già disse di più:

dietro a' sensi

Vedi che la ragione ha corte l' ali.

Par. II. 56.

ma il disse fuor di metafora, quando gli piacque di così filosofare. Di Beatrice ebbe a dire il Bayle nel Dizionario: « Béatrix y moralise beaucoup, et elle y soutien le personnage d'un docteur grave »; e veramente le doti a lei nel Poema attribuite pajono superiori all' essere di creatura terrena: ma non bisogna sdimenticare, che ivi parla Beatrice glorificata ed indiata. Hassi poi bel dire, che il verso,

Quando di carne a spirto era salita,
Purg. XXX. 127.

dee significare, quando la teologia era passata dalle scienze e dalle divinità pagane alla scienza sacra e divina della Cristianità. Risponde lo stesso Dante, che quando Virgilio gli disse:

Di poco era di me la carne nuda,

Inf. IX. 25.

egli altro non seppe intendere, se non che da poco tempo il corpo di Virgilio, disgiunto dal suo spirito, era rimaso privo di vita. Il buon Biscioni, che fu pur de' primi a lasciarsi sedurre dalla divota visione, alla palpabilità di questa carne, meno di tanti altri testereccio, fecesi a conchiudere così: «< Tutto questo ho detto per un certo zelo, che io ho sempre avuto verso il buon nome di questo sovrano autore. Chi poi per avven

tura avesse alcuna parzialità per la Bice Portinari, sappia, che io con tutto questo ragionamento non ho inteso d'arrecare pregiudizio veruno a quella gentilissima donna; confessandosi pure da me, ch'ella sia stata in questo mondo, e dotata di riguardevoli prerogative, e forse ancora ben conosciuta e praticata da Dante, per la vicinanza delle loro abitazioni. » E in vero, come mai avrebbe Dante potuto dire nella Vita Nuova, che quasi dal principio del nono di lei anno Beatrice gli apparve? La teologia cristiana contava ben altra età, quand' egli trovavasi verso la fine del suo nono anno.

Tosto che nella vista mi percosse

L'alta virtù, che già m' avea trafitto
Prima ch' io fuor di puerizia fosse.
Purg. XXX. 40.

Come avrebbe osato dir morta la teologia, ove così si espresse : « appresso lo trapassamento di quella Beatrice beata, che vive in cielo cogli Angioli, e in terra coll' anima mia? » Come avrebbe potuto annunciare figliuola d' un mortale la scienza delle divine cose, ove disse: « Nella mia puerizia molte volte l'andai cercando, e vedevola di si nuovi e laudevoli portamenti, che certo di lei si poteva dire quella parola del poeta Omero: ella non pareva figliuola d' uomo mortale, ma di

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