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Lo Rege eterno, con le ruote magne. 30. 107. Che m'intenda colui, che di là piagne, Non pur, per ovra delle ruote magne, Secondo che le stelle son compagne :

INF.

AGNI

4. 119. Mi fur mostrati gli spiriti magni, I'vidi Elettra, con molti compagni, Cesare armato, con gli occhi grifagni. 16. 71. Con noi, per poco, e va là co i compagni, La gente nuova, e i subiti guadagni,

Fiorenza, in te, sì che tu già ten' piagui: 25. 149. Ed era quei, che sol de' tre compagni, L'altro era quel, che tu, Gaville, piagni.

PURG.

24. 125. Perchè non ebbe Gedeon compagni, Si accostati all' un de' duo vivagni, Seguite già da miseri guadagni.

PAR.

9. 131. Ch'ha disviate le pecore e gli agni,
Per questo l'Evangelio e i Dottor magni
Si studia sì, che pare a'lor vivagni.

INF.

AGNO

14. 119. Fanuo Cocito e qual sia quello stagno, Ed io a lui: Se I presente rigagno

Perchè ci appar pure a questo vivagno? 23. 137. Così volse gli artigli al suo compagno, Ma l'altro fu bene sparvier grifagno, Cadder nel mezzo del bollente stagno. 23. 47. A volger ruota di mulin terragno,

INF.

8.

Comel maestro mio, per quel vivagno,
Come suo figlio, e non come compagno.

AGO

50. Che qui staranno, come porci in brago, Ed io: Maestro, molto sarei vago Prima che noi uscissimo del lago. 20. 119. Ch'avere inteso al cuoio e allo spago Vedi le triste, che lasciaron l'ago, Fecer malie con erbe e con imago.

PURG.

19.

20. Che i marinari, in mezzo 'l mar, dismago.
Io trassi Ulisse del suo cammin vago,
Rado sen parte, si tutto l'appago.

32. 131. Tra 'mbo le ruote, e vidi uscirne un drago, E come vespa, che ritragge l'ago,

Trasse del fondo, e gissen vago vago.

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24. 143. Pistoia in pria di Negri si dimagra, Tragge Marte vapor di val di Magra, E con tempesta impetuosa ed agra

PURG.

25.

INF.

1.

AGRO

20. E cominciai: Come si può far magro,
Se t'ammentassi, come Meleagro
Non fora, disse, questo a te si agro.

8.

2. 119.

3.

4.

5.

6.

8.

10.

13.

16.

17.

27.

AI

Ma per trattar del ben, ch'i'vi trovai,
I' non so ben ridir, com' i'v' entrai,
Che la verace via abbandonai.
Dinanzi a quella fiera ti levai,
Dunque che è perchè, perchè ristai?
Perchè ardire e frauchezza non hai?
Con lieto volto, ond'i'mi confortai,
Quivi sospiri, pianti, e alti guai
Perch'io, al cominciar, ne lagrimai.
5. Dritto levato, e fiso riguardai,

20.

Vero è, che 'n su la proda mi trovai
Che tuono accoglie d'infiniti guai.
44. Nulla speranza gli conforta mai,

E come i grù van cantando lor lai,
Così vidio venir, tracndo guai,
41. Mi disse, riconoscimi, se sai:

Ed io a lei: L'angoscia, che tu hai,
Si, che non par, ch'i' ti vedessi mai.
92. Pruovi, se sa, che tu qui rimarrai,
Pensa, Lettor, s'i' mi disconfortai,
Ch'i' non credetti ritornarci mai.
D'una dell'arche: però m'accostai,
Ed ei mi disse: Volgiti, che fai?
Dalla cintola 'n su tutto 'l vedrai.
20. Però riguarda bene, e sì vedrai

29.

I' sentia d'ogni parte tragger guai,
Perch'io tutto smarrito m'arrestai.
56. Parole per le quali io mi pensai,
Di vostra terra sono: e sempremai
Con affezion ritrassi e ascoltai.
95. Ad alto forte, tosto ch'io montai,
E disse: Gerion, muoviti omai:
Pensa la nuova soma, che tu hai.
35. Senza 'ndugio a parlar incominciai:
Romagna tua non è, e non fu mai,
Ma palese nessuna or ven' lasciai.

29. 19. Me, per l'alchimia, che nel mondo usai, Ed io dissi al poeta: Or fu giammai

Certo non la Francesca si d'assai.

30 71. Tragge cagion del luogo, ov'i' peccai, Ivi è Romena, là dov'io falsai

Perch'io il corpo suso arso lasciai. 33. 47. All'orribile torre: ond' io guardai I' non piangeva, sì dentro impietrai: Disse, Tu guardi sì, padre: che hai? 34. 68. Ma la notte risurge, e oramai

PERO.

1. 107.

Com'a lui piacque, il collo gli avvinghiai:
E, quando l'ale furo aperte assai,

surge

omai:

Lo Sol vi mosterrà, che Cosi spari: Ed io su mi leyai, Al duca mio, e gli occhi a lui drizzai. 86. Allor conobbi, chi era, e pregai Risposemi: Così, com'i' t'amai Però m'arresto; ma tu perchè vai? 4. 41. E la costa superba, più assai,

2.

Io era lasso: quando i'cominciai:
Com'i' rimango sol, se non ristai.
6. 53. Rispose, quanto più potremo, omai:
Prima che si lassù, tornar vedrai

Si che i suo'raggi tu romper non fai.
8. 4. Mi volsi 'ntorno, e, stretto, m'accostai,
E Sordello anche: Ora avvalliamo omai,
Grazioso fia lor vedervi assai.

9.

11.

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J.

Vinto dal sonno, in su l'erba inchinai, Nell'ora che comiucia i tristi lai Forse a memoria de' suoi primi guai, O Padre nostro, che ne' Cieli stai, Ch'a' primi effetti di lassù tu hai, 11. Nel corpo ancora inver lo Ciel ten' vai, Onde vieni, e chi se': che tu ne fai Quanto vuol cosa, che non fu più mai. 16. 47. Del mondo seppi, e quel valore amai, Per montar su dirittamente vai : Che per me preghi, quando su sarai. 17. 89. Volgi la mente a me, e prenderai Nè creator, nè creatura mai,

O naturale, o d'animo; e tu 'l sai. 18. 143. E tanto d'uno in altro vaneggiai, El pensamento in sogno trasmutai. 53. Ch'al sommo de' tre gradi, ch'io parlai, Trema forse più giù poco, od assai: Non so come, quassù non tremò mai: 93. Cecilio, Plauto, e Varro, se lo sai:

21.

22.

23.

Costoro, e Persio, ed io, e altri assai, Che le Muse lattar, più ch'altro mai, 92. La vedovella mia, che tanto amai,

Che la barbagia di Sardigna assai Che la barbagia, dov'io la lasciai. 26. 98. Mio, e degli altri miei miglior, che mai E senza udire e dir pensoso andai Nè per lo fuoco in là più m'appressai. 32 Sotto l'ombra perpetua, che mai

28.

32.

PAR.

Co'piè ristetti, e con gli occhi passai,
La gran variazion de'freschi mai:
68. Disegnerei, com'io m'addormentai:

Però trascorro a quando mi svegliai:
Del sonno, e un chiamar, Surgi, che fai?

2. 104. La vista più lontana, lì vedrai
Or come ai colpi degli caldi rai,
E dal colore, e dal freddo primai,
3. 35. Di ragionar, drizzàmi, e cominciai,
O ben creato spirito, che a'rai
Che non gustata non s'intende mai;
2. Se gloriar di te la gente fai

16.

18.

22.

26.

31.

INF.

Mirabil cosa non mi sarà mai:
Dico nel Cielo, io me ne gloriai.
89. Vocali e consonanti; ed io notai
Diligite Justitiam, primai

Qui Judicatis Terram, fur sezzai .
20. Ch'assai illustri spiriti vedrai,

Com'a lei piacque, gli occhi dirizzai,
Più s'abbellivan, con mutui rai.
80. E quasi stupefatto dimandai

E la mia donna: Dentro da quei rai,
Che la prima virtù creasse mai.
68. Del sommo grado, tu la rivedrai
Sanza risponder gli occhi su levai,
Riflettendo da sè gli eterni rai.

AIA

7. 41. Si della mente, in la vita primaia, Assai la voce lor chiaro l'abbaia, Ove colpa contraria gli dispaia.

21.

30.

PURG. 13.

56. Fanno attuffare, in mezzo la caldaia,

Lo buon maestro: Acciocchè non si paia, Dopo uno scheggio, che alcun schermo t'haia. 50. Pur ch'egli avesse avuta l'anguinaia

La grave idropisia, che si dispaia
Che 'l viso non risponde alla ventraia.

5. Dintorno 'l poggio, come la primaia,
Ombra non gli è, nè segno, che si paia:
Col livido color della petraia.

16. 140 S'io nol togliessi da sua figlia Gaia.

25.

PAR.

15.

Vedi l'albòr, che per lo fummo raia,
L'Angelo è ivi, prima ch' egli paia:
5. Ma vassi alla via sua, chechè gli appaia,
Così entrammo noi, per la callaia,
Che per artezza i salitor dispaia.

56. Da quel ch'è primo, così come raia E però ch' io mi sia, e perch' io paia Che alcun altro in questa turba gaia. 17. 140. Nè ferma fede, per esemplo, ch'aia Ne per altro argomento, che non paia. 26. 98. Sì che l'affetto convien, che si paia, E similmente l'anima primaia

Quant' ella a compiacermi venia gaia. 29. 134. Per Daniel, vedrai che 'n sue migliaia La prima luce, che tutta la raia, Quanti son gli splendori, a che s' appaia.

INF.

5.

PURG.

AIO

1. Così discesi del cerchio primaio

E tanto più dolor, che pugne a guaio.

9. 92. Ricominciò 'l cortese portinaio:

PAR.

Là ne venimmo: e lo scaglion primaio
Ch'i' mi specchiava in esso, quale i' paio.

16. 101. Regger si vuole, ed avea Galigaio Grande era già la colonna del Vaio, E Galli, e quei ch'arrossan per lo staio.

PURG.

2.

ALA
101. Dove l'acqua di Tevere s'insala,

A quella foce ov' egli ha dritta l'ala: Qual, verso d'Acheronte, non si cala. 3. 50. La più romita via, è una scala,

11.

13.

25.

Or chi sa da qual man la costa cala,
Si che possa salir chi va senz' ala?
38. Tosto, si che possiate muover l'ala,
Mostrate, da qual mano, inver la scala
Quel ne 'nsegnate, che men erto cala :
1. Noi eravamo al sommo della scala,

Lo monte, che, salendo, altrui dismala:
65. Volgemmo i nostri passi ad una scala:
Sentîmi presso, quasi un muover d'ala,
Pacifici, che son sanza ira mala.
8. Uno innanzi altro, prendendo la scala,
E quale il cigognin, che leva l'ala,
D'abbandonar lo nido, e giù la cala ;

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